«No, non faremo prevalere la rassegnazione. La lenticchia è quel che poco che ci resta della nostra vita, del nostro lavoro».

Il sisma È cambiato davvero poco rispetto al 2017, quando gli agricoltori di Castelluccio di Norcia dovettero fare un vero e proprio braccio di ferro, una prova di forza a tutti gli effetti, con il sindaco di Norcia Nicola Alemanno e le istituzioni, provinciali e regionali, per poter vedere garantito il proprio diritto al lavoro, alla sopravvivenza. Da quando, nell’agosto e poi ottobre 2016, il terremoto ha raso al suolo il piccolo borgo, la strada, unica percorribile e diretta da Norcia a Castelluccio, è diventata il simbolo della burocrazia, della lentezza della ricostruzione, la metafora di una vita sconquassata dal sisma.

La strada Chiusura, apertura a fasce orarie, nuovi semafori e sbarre, il giro per Abruzzo, Lazio e Marche. Nel 2017 la semina della lenticchia è stata fortemente a rischio fino a trasformarsi in una vera e propria protesta di tutti gli agricoltori, destinati a lottare per poter lavorare. Quest’anno alcuni presagi avrebbero lasciato intuire che poteva finire allo stesso modo. «La scorsa settimana – raccontano gli agricoltori – abbiamo trovato di nuovo la sbarra, subito dopo Pasqua. Vanno avanti i lavori di risanamento della Sp477 da più di un anno e ancora la strada non è pronta. Dovrebbe essere una priorità, quella di risistemare l’unica via d’accesso diretta a Castelluccio per non far morire il borgo, invece questo è rimasto un paese fantasma».
L’ARRIVO DEI TRATTORI NELLA PIANA DI CASTELLUCCIO – VIDEO

Caparbietà Nessuna soluzione abitativa d’emergenza, macerie ancora accumulate e demolizioni che procedono col contagocce. E l’ipotesi che la strada non sarebbe stata nuovamente praticabile anche quest’anno aveva messo in allerta tutti. «La scorsa settimana una piccola delegazione è salita a Castelluccio ma si è dovuta fermare e tornare indietro. La strada non era abbastanza larga per permettere il passaggio dei trattori. Ci sono stati alcuni incontri, con i tecnici di Provincia e Regione ma anche con la protezione civile, e quando hanno capito che eravamo di nuovo pronti a far sentire la nostra voce hanno velocizzato i lavori sulla strada, gli operai non si sono fermati neanche per il week end e ora la strada è percorribile in alcune fasce orarie».
Via alla semina Si sono dati appuntamento per le 11 di lunedì mattina 9 aprile, alla rotatoria davanti alla galleria di Forca Canapine. Una quindicina di trattori per iniziare a preparare i terreni su cui a giorni, non appena tornerà il sole, verrà seminata la lenticchia. «La pioggia potrebbe impedire i lavori – spiega Stefano Pasqua – ma almeno porteremo su i mezzi in attesa che il tempo migliori». Poi faranno avanti e dietro, ogni giorno, «perché non è cambiato nulla e non c’è possibilità di dormire a Castelluccio. Il rischio è che la rassegnazione prenda il sopravvento, per ora andiamo avanti». Così, da lunedì, i trattori si affacciano di nuovo sui terreni del Pian Grande, un altro gesto simbolico che c’è ancora voglia di immaginare un futuro per Castelluccio. La fioritura è di nuovo salva.
Tensione E il viaggio da Norcia a Castelluccio si è concluso nelle prime ore del pomeriggio quando gli agricoltori, non senza qualche intoppo, sono arrivati sul Pian Grande. Entro martedì, assicura il portavoce Gianni Coccia, tutti i mezzi e gli attrezzi saranno completamente trasferiti. Il passaggio, che ha sfruttato una delle finestre d’apertura della strada – che resta aperta dalle 9 alle 19 soltanto nei giorni festivi e prefestivi – ha provocato qualche momento di tensione poco prima di raggiungere la Piana per un restringimento della carreggiata, dove i mezzi hanno rallentato la corsa per procedere in sicurezza. Una volta lasciati aratri e seminatrici in alcuni tendoni della Protezione civile installati come rimessa più di un anno fa, gli agricoltori dovranno attendere la prima finestra oraria disponibile per poter scendere di nuovo a Norcia.