di M.T.
Non hanno finito. Anzi. Forse hanno appena iniziato. Nella mattinata di mercoledƬ, infatti, gli uomini della Forestale sono tornati in viale Brin, negli uffici dell’Ast.
Nuovi prelievi Da quanto risulta, sarebbero stati prelevati nuovi documenti che potrebbero gettare nuova luce sulle inchieste che – sempre con l’azienda in veste di vittima – hanno portato ad arresti e denunce. E da parte aziendale si fa notare che, anche se l’ad Lucia Morselli non era in ufficio al momento dell’arrivo della Forestale, agli agenti ĆØ stata offerta la massima collaborazione: non sembra un passaggio trascurabile.
La storia L’inchiesta ‘Acciaio d’oro’ iniziò a febbraio con una prima ondata di sei arresti – un dipendente Ast, una guardia giurata, tre soggetti riferibili ad una ditta di Giano dellāUmbria che aveva in appalto il servizio di trasporto del materiale alla sede di viale Brin e il titolare di un centro recupero rottami di Foligno – al termine di verifiche, intercettazioni e pedinamenti.
L’operazione Nei giorni successivi gli inquirenti misero sotto torchio gli indagati e tre di loro ottennero presto la scarcerazione. Ma le indagini non si sono fermate. Anche perchĆ© nel frattempo – a marzo – era venuta alla luce un’altra faccenduola, con l’indagine ‘do ut des’ e con un imprenditore che aveva vuotato il sacco.
La rivoluzione Lucia Morselli non ha perso tempo: ha praticamente disarticolato il sistema di potere interno e dato il via ad un cambio radicale – con promozioni, assunzioni e sostituzioni – dando chiaramente ad intendere di voler chiudere con un passato che, non ne ha mai fatto mistero, le piace meno di un brufolo sul naso. E la strategia ĆØ chiara: l’ad vuole andare fino in fondo e se per farlo deve aprire gli armadi e i cassetti alla Forestale, lei li spalanca. Anche a costo di spingere con la testa nel fango altra gente. Anche importante.