di Rosaria Parrilla
Ci sono voluti tre anni per un’udienza preliminare per violenza sessuale. Peccato poi che tutto sia stato rinviato ad ottobre per mancata comparizione dell’avvocato della difesa. Protagonista della brutta vicenda una studentessa fuori sede, giunta per motivi di studi a Perugia, che dopo pochi mesi dal suo arrivo ha dovuto fare i conti – questa la sua denuncia – con l’arroganza, la cattiveria e la violenza di un tunisino giunto in Italia da poco.
I fatti risalgono a gennaio 2012, una serata invernale come tante. La ragazza dopo aver studiato con degli amici si fa accompagnare alla fermata dell’autobus di piazzale Europa, per poi fare da sola il pezzo di strada che la riporta a casa, in via dei Filosofi. Sono le 19 di sera, le macchine transitano, i negozi sono ancora aperti. Ad un certo punto la studentessa si sente qualcuno alle spalle, lei pensa ad un malintenzionato che voglia prendersi il cellulare, così lo ripone in borsa, non fa neanche in tempo che si ritrova addosso l’extracomunitario.
L’aggressione La ragazza racconta che l’uomo incomincia a tastarla dappertutto, anche nelle parti intime, e cerca di spogliarla. È inverno e la ragazza e vestita da capo a piedi. Cerca di divincolarsi, urla, dà calci, lo respinge, ma lui con arroganza le sorride. Ci riprova, nel frattempo, nessuno si ferma per chiedere cosa stia succedendo. Nessuno pensa che possa trattarsi di un estraneo che cerca di abusare di una giovane ragazza. Alla fine, non si sa per quale fortuito motivo, il tunisino si allontana. La studentessa è sotto shock, corre subito a casa dove si rifugia per giorni, evitando di uscire e persino di andare in facoltà a sostenere l’esame per cui si era preparata.
La denuncia Riesce però ad avere la forza ed il coraggio di andare dai carabinieri e denunciare l’accaduto. Dopo qualche giorno, ancora rinchiusa in casa per la paura, decide di affacciarsi dal balcone prima di andare a buttare la spazzatura. Il caso vuole che proprio in quel momento passasse il suo aggressore. Difficile dimenticare la sua faccia. Questa volta si rivolge alla polizia. In questura fa la descrizione dell’uomo e le fanno vedere delle foto segnaletiche: lo riconosce subito. Parte una volante a perlustrare la zona di via dei Filosofi, in quel periodo c’erano stati diversi casi – proprio in quella via non lontanissima dal centro storico – e lo trovano in poco tempo: era in affitto da quelle parti. Tutto questo, dalla violenza sessuale, per fortuna non consumata, alla denuncia e al suo ritrovamento, sono stati sufficienti tre giorni per comporre il puzzle. Ma per arrivare al processo, tre anni. E, nel frattempo, lui è libero, a spasso per la città , perché senza precedenti penali.
Parte civile La giovane, difesa dall’avvocata Giuliana Astarita – da sempre attiva nel difendere le donne vittime di violenza di genere e i minori –, si è costituita parte civile. Ovviamente non per avere un risarcimento che non ci sarà mai, ma per essere tutelata durante il processo: in tribunale sarà presente. A decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura di Perugia nei confronti del tunisino la dottoressa Brutti.
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