Luglio e agosto lo passeranno a casa. In vacanza. Le ex Lsu (lavoratrici socialmente utili) e addette alle pulizie presso le scuole hanno ricevuto una raccomandata con la quale è stato comunicato loro che per due mesi non lavoreranno. E ovviamente non saranno pagate.
La denuncia Il sindacato Usb denuncia che «ancora una volta, per mantenere il regime degli appalti ci vanno di mezzo i lavoratori e questo nonostante l’enorme flusso di denaro stanziato che a nostro avviso avrebbe potuto essere utilizzato per una vera stabilità dei lavoratori e per una dovuta qualità del servizio nelle scuole. Le aziende prima firmano gli accordi, traendone palesi benefici e sottoponendo i lavoratori a ‘banca ore’ a ‘flessibilità selvaggia’ e a carichi di lavoro insostenibili, ma quando poi tocca a loro pagarne le spese, per i soliti ritardi degli stanziamenti del Miur, li mandano subito all’aria utilizzando i lavoratori come scudi umani».
L’accusa L’Usb se la prende anche con gli altri sindacati: «Che fanno, dopo aver firmato e difeso gli accordi di gestione, a fronte della decisione delle aziende? La solita manfrina? E che fa oggi il governo che ha sfruttato la ‘buona scuola’ per illudere utenti e lavoratori della bontà dell’accordo del 28 marzo, ma continua a latitare e a chiudere gli occhi sulle numerose mancanze, illegittimità e storture della gestione in appalto, da Usb chiaramente e formalmente denunciate anche nelle settimane scorse?»
La mobilitazione Di fronte a tutto questo «come Usb abbiamo proclamato lo stato di agitazione e chiamiamo alla mobilitazione e alla lotta i lavoratori, se non vi saranno segnali positivi per le prossime imminenti scadenze, per ostacolare i continui tentativi di mettere fuori dalle scuole gli ex-Lsu e storici, per costringere Cgil, Cisl e Uil a ritirare la firma dagli accordi ed il governo ad agire nell’interesse primario dei lavoratori e della scuola».