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Home » Nomine partecipate, è scontro a Terni

Nomine partecipate, è scontro a Terni

di Fabio Toni
20 Ottobre 2018
in Apertura 5, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Palazzo Spada

Palazzo Spada

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«La cessazione della carica del sindaco per qualunque causa comporta l’automatica decadenza dei rappresentanti di cui al presente atto di indirizzo». E ancora, «coloro che sono stati nominati o designati sono tenuti, compatibilmente con gli ordinamenti dei singoli organismi, a conformarsi agli indirizzi della giunta e del consiglio comunale e alle direttive del sindaco». Infine «coloro che rappresentano il Comune posso essere revocati dal sindaco per gravi irregolarità nella gestione, esplicito contrasto con gli indirizzi deliberati dagli organi del Comune, inefficienza, pregiudizio arrecato agli interessi del Comune o dell’ente». Sono passaggi, questi, contenuti nell’atto di indirizzo della maggioranza relativo al tema della nomina e della designazione dei rappresentanti di palazzo Spada presso enti, aziende ed istituzioni, di competenza del sindaco, atto presentato venerdì mattina dal presidente del consiglio, Francesco Maria Ferranti, alla terza commissione. Un documento che si prefigge di modificare, e non di poco, alcuni delle attuali norme e per questo finito sotto attacco delle opposizioni, che accusano: «Siamo oltre lo spoil system».

Francesco Maria Ferranti

La visione di palazzo Spada

«Competenze e la giusta dose di esperienze – ha spiegato Ferranti – sono i criteri sulla base dei quali si procederà alle nomine, che avranno però una procedura più snella, dinamica e congrua». Nomine che non saranno caratterizzate da appartenenza politica, ha precisato ancora il presidente del consiglio, ma che «ovviamente dovranno seguire un indirizzo politico che deve rispondere alla linea dell’amministrazione, per non creare una situazione di palese contrasto, come avvenuto anche recentemente, vedi il caso farmacie». La procedura sarà dunque più snella non solo per i termini di presentazione della candidature (almeno 30 giorni prima della scadenza del mandato, ndr) ma anche relativamente alla revoca degli incarichi. «Ma l’atto – ha sottolineato Ferranti – non è stato fatto per rimuovere qualcuno, piuttosto per migliorare nei prossimi anni i rapporti tra amministrazione ed enti».

Valdimiro Orsini

Accuse incrociate

Ma gli attacchi dei consiglieri di minoranza non si sono fatti attendere: per Valdimiro Orsini (Pd) – protagonista in avvio di seduta di qualche schermaglia con lo stesso Ferranti dal quale è stato accusato di fare ostruzionismo -, «l’attuale regolamento ha fatto sì che fossero fatte delle scelte da parte sindaco all’altezza della gestione delle aziende, questa proposta invece – chiaramente fatta da Ferranti come consigliere di Forza Italia, stampella del sindaco, e non come presidente del consiglio comunale -, ha l’evidente intenzione di controllare, attraverso amministratori fedeli, le aziende, che di fatto vengono lottizzate. L’articolo relativo alla durata del mandato è inoltre in contrasto con le normative, che stabiliscono che gli amministratori rimangono in carica fino all’approvazione dei bilanci».

Alessandro Gentiletti

«Semplice spartizione»

Non è stato molto più tenero Alessandro Gentiletti (Senso civico), secondo il quale, «siamo di fronte ad una delle pagine più buie dell’amministrazione, perché si vuole affidare alla politica la gestione delle partecipate attraverso il clientelismo. Da oggi sarà infatti obbligatorio premiare la fedeltà politica, questo non avviene neanche nei sistemi più estremi di spoil system. La chiara priorità è la spartizione delle poltrone, d’altronde non c’è al momento nessuno urgenza di modificare il regolamento se non la lotta tra l’assessore al bilancio Dominici e l’amministratore di FarmaciaTerni Sciamanna. Chiederò un parere all’avvocatura del Comune in merito a questo atto». Per Luca Simonetti (M5S) «con queste modifiche ci si inoltra in un territorio minato, come dimostrano anche le sentenze dei Tribunali amministrativi, nel punto in cui la cessazione delle cariche sarà automatica con la cessazione del sindaco. Così non si tutelano i cittadini, ma si alzano delle ombre in tema di trasparenza e democrazia».

La replica

Fausto Sciamanna, amministratore unico di FarmaciaTerni

«Non c’è alcuna volontà di introdurre sistemi feudali o di appartenenza politica – è stata la risposta di Ferranti – semmai si vuole andare nella direzione opposta. Non può più avvenire quanto accaduto durante il secondo mandato Di Girolamo tra Asm e Comune, né che l’amministrazione decida di vendere un’azienda pubblica e i vertici di quest’ultima le remino contro. Se il management di un’azienda è in totale contrasto con l’amministrazione, scelta dai cittadini, il sindaco potrà sanare questa situazione, scegliendo di rivedere le assegnazioni degli incarichi». L’atto di indirizzo è stato approvato e sarà esaminato venerdì 26 in occasione della seduta del consiglio comunale.

 

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