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Home » Montecastrilli, crisi in Comune: 3 dimissioni

Montecastrilli, crisi in Comune: 3 dimissioni

di Simone Francioli
24 Gennaio 2019
in Dal territorio, Politica
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
Fabio Angelucci, sindaco di Montecastrilli

Fabio Angelucci, sindaco di Montecastrilli

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Terremoto politico a Montecastrilli in avvio di settimana, dove il vicesindaco Luca Raggi e gli assessori Claudia Sensini e Benedetta Baiocco hanno rassegnato le dimissioni, riconsegnando le proprie deleghe nelle mani del sindaco Fabio Angelucci, accusato di poca trasparenza e poca partecipazione nelle scelte assunte. «Il nostro ruolo istituzionale – dicono i tre nella lettera in cui annunciano le proprie dimissioni – è stato spesso ridotto a mero numero per la mancata condivisione che ha svilito, in questi anni, la nostra funzione di amministratori».

Strappo in maggioranza

Una posizione, quella presa dai tre assessori, condivisa anche dai colleghi in consiglio Federica Ferrotti, Fabrizio Finistauri e Diego Ceccarelli. «Sei consiglieri della sua maggioranza (di centrosinistra, ndr) – scrivono ancora gli assessori dimissionari -, composta di nove elementi compreso lei, signor sindaco, sono quindi a chiedere un cambiamento al fine di dare maggiore concretezza ed efficacia all’azione amministrativa. Diversamente, non siamo più disponibili a sostenere questa situazione di stallo ed inerzia che assolutamente non condividiamo e che, in questi primi anni, per atto di responsabilità amministrativa abbiamo cercato di combattere con determinazione, senza purtroppo riuscire ad operare quel cambiamento in cui credevamo e per cui i cittadini di Montecastrilli ci hanno accordato la loro fiducia».

Le motivazioni

Raggi, Sensini e Baiocco aggiungono di essersi trovati troppe volte «a subire scelte non condivise e a vedere dilazionare nel tempo la realizzazione di impegni e progetti che avrebbero potuto essere già attuati. Troppe volte – continuano – si è agito in autonomia, senza il coinvolgimento di una parte della giunta e facendo mancare quello spirito di lealtà e collaborazione che riteniamo imprescindibile all’interno di un gruppo che ha l’ambizione di guidare un’intera comunità e che si è assunto pubblicamente un impegno nei confronti dei cittadini elettori».

Le richieste

Oggi, a circa metà del mandato, i tre assessori dimissionari ritengono «non più procrastinabili alcune scelte». «Siamo ancora convinti che si debba porre la massima attenzione nel controllo di tutte le attività gestite dell’ente e di tutti i servizi e lavori dati in appalto, dimostrare correttezza e trasparenza nell’operato ed effettuare scelte, anche di natura economica che siano indirizzate, principalmente, verso i bisogni sociali di maggiore interesse per la comunità che spesso non è adeguatamente informata delle scelte che l’amministrazione ha adottato né, tantomeno, è coinvolta in processi di partecipazione e condivisione di progetti e programmi che la riguardano direttamente».

‘Montecastrilli siamo noi’

«Un matrimonio – la nota del gruppo consiliare – voluto dall’alto, dicevamo in campagna elettorale! ‘Insieme per il bene comune’ il motto scritto sulle partecipazioni. Questo però presupporrebbe una visione condivisa, una comunione d’intenti. Finora il patto ha retto anche in balia del bilancio ormai ingessato, portando come conseguenza spesso a scelte opinabili che hanno pesato sulla popolazione. Di fronte all’evidenza di un malcontento di una parte della maggioranza abbiamo provato in questi anni a creare un varco per avere un appoggio su quanto da noi non condiviso, ma senza successo. Sempre uniti per un comune bene. Il risultato? Assenza di una strategia chiara e realistica su come far crescere il territorio, interventi isolati spesso non inerenti, a nostro avviso, alle reali esigenze della comunità, poca trasparenza. Questo abbiamo sempre ribadito, fin dall’inizio in Consiglio. Ora una parte importante della maggioranza ha aperto una crisi, ci chiediamo “sarà un malessere passeggero dettato da logiche partitiche? Qual’è la posta in ballo?. Certo aspettiamo di vedere l’epilogo ma dopo un annuncio di separazione forse sarà arduo continuare la vita insieme. Uniti dall’alto e separati dall’alto? Breve storia di un matrimonio mai consumato».

Accorroni (Lega): «Pronta a votare sfiducia»

Per la rappresentante della Lega in consiglio comunale «come è avvenuto per il comune di Terni, il comune di Montecastrilli è andato per anni, amministrativamente parlando, nella direzione che porta al dissesto economico. La trasparenza e la condivisione delle scelte citate dagli assessori dimissionari non c’entrano minimamente, ma sono solo l’ultimo capitolo della faida interna al centrosinistra, al Pd.  La gravissima crisi di liquidità del nostro ente trae origine da un pericoloso e scriteriato modo di amministrare del periodo Angelucci ma anche delle precedenti amministrazioni. La ricerca ossessiva del consenso ad ogni costo, la presunzione di mantenere il potere in eterno li ha obbligati a promettere e spendere oltre il possibile, si è speso sistematicamente facendo debiti, facendo deficit. Agli inconsapevoli contribuenti si è fatto credere di essere un comune ricco e ben amministrato, ora per legge spetterà agli stessi contribuenti comunali pagare i debiti e ripianare i disavanzi accumulati. La nuova contabilità, in vigore dal 2015, ha mandato e manderà in dissesto molti di quei comuni che non hanno capito in tempo che con le nuove regole le vecchie furbizie contabili non erano più possibili. Quando parliamo di deficit, ci riferiamo al deficit di cassa di parte corrente, nelle cui uscite figurano i pagamenti della spesa personale, della spesa per i servizi obbligatori, della spesa per la manutenzione ordinaria del patrimonio comunale, della spesa interessi da indebitamento. Negli ultimi otto anni, la maggioranza che ha sostenuto il sindaco Angelucci, ha votato ad occhi chiusi tutto e di tutto senza rendersi conto che il disavanzo di cassa di parte corrente è stato in media superiore ai 600 mila euro annui, nel 2018 questo disavanzo annuale ha toccato la cifra di circa 1,1 milioni di euro. Noi siamo sicuri che il tentativo dei sei dissidenti sia un tentativo per costringere il sindaco a fare un passo indietro ma noi crediamo che non avrà successo. I sei dissidenti della maggioranza non potranno fare a meno di presentare una mozione di sfiducia dall’esito scontato, sapendo di poter contare sul mio voto per sfiduciare il sindaco. Si sono – conclude – presentati in sei perché non hanno nessuna certezza di avere il voto dei tre consiglieri che fanno capo a Capradossi, consiglieri che, a mio parere, si sono dimostrati consiglieri di minoranza ma non di opposizione».

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