‘Turbata libertà degli incanti’: questo il reato contestato dalla procura di Terni al sindaco di Calvi dell’Umbria, Guido Grillini, al suo vice Sandro Spaccasassi (neo eletto al consiglio provinciale di Terni nel centrosinistra) e al tecnico comunale Gianni Poggetti. I tre sono stati rinviati a giudizio mercoledì mattina dal gup Simona Tordelli e il processo, di fronte al tribunale di Terni in composizione monocratica, inizierà il prossimo 9 maggio.
La vicenda
Il procedimento penale è incentrato sul rinnovo della gestione del bar/pizzeria della piscina comunale di Calvi. Un passaggio politicamente contestato dalla minoranza, ed in particolare dal capogruppo di ‘Progetto Calvi, l’ex sindaco Alfio Nesta, che aveva presentato un esposto sulla vicenda. Esposto che è finito all’attenzione dei carabinieri del locale comando stazione, del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Tern e quindi della procura della Repubblica.
La diatriba
Sotto la lente delle minoranze, e quindi dell’autorità giudiziaria, non c’era finito tanto il fatto che la gestione fosse andata ad una società che vedeva fra i propri componenti il terzo membro della giunta comunale di Calvi, Matteo Giacomini, che peraltro gestisce da anni – cioè anche quando l’amministrazione era di ‘colore diverso’ rispetto all’attuale – il bar della piscina comunale. Quanto il fatto che il Comune, secondo la procura, non avesse rispettato le procedure concorsuali previste, applicando l’affidamento diretto. Nessuna gara ad evidenza pubblica, bensì un rinnovo ad una società che, composta dalle persone di prima, aveva però cambiato denominazione.
A giudizio
Per l’amministrazione era tutto in regola, un semplice proroga del contratto già in essere avallata dai due amministratori e giudicata fattibile dal tecnico coinvolto. Per Nesta, ma pure per chi ha formulato il capo di imputazione, la gestione della struttura doveva essere affidata tramite bando. Nel merito si esprimerà il giudice monocratico, con i tre amministratori difesi dall’avvocato Maria Di Paolo del foro di Terni e convinti che le proprie ragioni verranno riconosciute.