Dodici mesi, 28 mila chilometri percorsi, quattro stati attraversati (almeno per ora). È al giro di boa l’avventura sulle due ruote di Roberto Agostini, il 33enne di Narni che da un anno esatto – era partito a Pasqua 2018 – è impegnato in un viaggio in moto che lo sta portando non solo a scoprire il Sud America – fino alla fine del mondo, Ushuaia -, ma anche a coniugare viaggi e motori con l’altra passione della sua vita, quella per la cucina, visto che di professione fa lo chef.
Lavoro e scoperta
«Il mio programma – spiega Roberto, sui social con il profilo ‘Thebikerchefproject’ – era di viaggiare per qualche mese con i risparmi accumulati in Italia, per poi fermarmi a lavorare in qualche bel posto e riprendere a viaggiare. Fortunatamente è andato tutto secondo i piani. Dopo aver viaggiato per Cile, nord dell’Argentina e Bolivia, sono stato chiamato come chef di cucina in un locale della splendida Rio de Janeiro. Per cinque mesi ho lavorato e scoperto un po’ la città e le zone limitrofe durante il tempo libero. Doppia fortuna quindi, trovare un buon lavoro in una delle capitali più belle del mondo. In questo periodo, grazie all’Accademia italiana della cucina, ho avuto modo di partecipare anche al Manka Tantay di Santiago del Cile, uno dei congressi gastronomici più importanti del Paese, al quale sono stato invitato per tenere una lezione sulla cucina mediterranea».
Dalla Bolivia al Brasile
Ma il bello di questo viaggio, senza limite di tempo, è «rimanere a contatto con le popolazioni locali, conoscendone usi e costumi. Anche chi aveva molto poco da offrirmi mi ha aiutato e ospitato – spiega Agostini -. Come in Bolivia dove sono rimasto tre mesi, affascinato da una civiltà così antica e radicalmente attaccata alle proprie tradizioni. E poi ho avuto modo di farmi un’idea sulla situazione politica di un Paese, come il Brasile, dove sono stato sei mesi a cavallo delle ultime elezioni presidenziali. Un momento molto delicato per la sicurezza del Paese ma anche molto intenso da vivere, ho visto un intero popolo scendere in piazza manifestando per i propri diritti e per il proprio candidato».
Tra bellezze ed imprevisti
Tanti i ricordi che Roberto porterà per sempre con sé, come nel Salar de Uyuni in Bolivia o nel deserto di Atacama in Cile (in tenda a -10 gradi), oppure la salita sul picco Austria, un trekking con la neve alle ginocchia in uno dei punti più alti delle Ande boliviane (5.300 metri di altezza), scendendo poi verso il Pantanal brasiliano, la zona acquitrinosa più grande del mondo, che da sola conserva circa il 90% delle specie di fauna e flora esistenti. Tutto dunque è sempre filato liscio? Ovviamente no, visto che non sono mancati vari problemi con la moto, soprattutto le forature percorrendo gli sterrati boliviani, anche quattro in un giorno. «Nello stato di Minas Gerais in Brasile invece – racconta ancora il 33enne narnese – mi è stata rubata la giacca da moto che avevo lasciato ad asciugare nella lavanderia dell’hotel e ho cosi dovuto proseguire per svariati giorni solo con una giacca antivento prima che il mio sponsor riuscisse a farmene avere un’altra. Ma tutto sommato rispetto al calore della gente e a tutto l’aiuto che ho ricevuto nelle varie situazioni di difficoltá, questi imprevisti sono durati ben poco nella mia mente, ma anzi hanno fatto si che conoscessi persone fantastiche. Questo è il bello del viaggio e dei viaggiatori».
Dall’ansia alla libertà
Dunque aspettative rispettate? «Credo sia molto difficile farsi delle aspettative rispetto ad un viaggio di questa portata – risponde Roberto -, all’inizio avevo molte preoccupazioni, ero sicuro di andare a vivere un’esperienza che avrebbe cambiato per sempre la mia vita e quindi volevo che tutto cominciasse per il verso giusto. Ero felicissimo di realizzare il mio sogno, viaggiare attraverso il sud America in moto. Sapevo che mi aspettavano tanti luoghi magici, nuove esperienze e qualche difficoltà. Ma mano a mano che iniziavo a macinare i chilometri e il tempo scorreva, tutte le ansie sono scomparse e finalmente ho cominciato ad apprezzare a pieno tutto quello che stavo vivendo».
I progetti futuri
Dopo aver raggiunto la Patagonia e dunque la fine del mondo – dove ha anche fatto sventolare la bandiera con lo stemma del Comune di Narni -, Roberto è risalito per la mitica ‘carretera Austral’ fino a Santiago del Cile, la città dove un anno fa tutto è cominciato. «A Santiago farò un’altra piccola pausa di lavoro, poi proseguirò per Perù ed Ecuador. Arrivato lì il mio sogno sarà compiuto e sarò pronto a tornare a casa e tornare alla vita di tutti i giorni». Ma senza escludere nuove ripartenze.