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Home » GLS, in 15 a casa. Cgil: «Subito reintegro»

GLS, in 15 a casa. Cgil: «Subito reintegro»

di Fabio Toni
20 Aprile 2019
in Dal territorio
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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La Filt Cgil Umbria sul piede di guerra per la vicenda che coinvolge 15 corrieri – una decina a Foligno, altri a Terni e Città di Castello – di Gls Italy, licenziati ad inizio aprile per il mancato superamento del periodo di prova. «Un atto grave – commenta Marco Bizzarri, per conto del sindacato – a cui non sappiamo dare una spiegazione chiara, se non la volontà di allontanare dal posto di lavoro personale ben preciso, magari qualcuno poco ‘simpatico’ alla governance aziendale. Non abbiamo infatti notizie di cali di lavoro e comunque in quel caso si sarebbe ricorso ad una procedura di licenziamento collettivo».

L’assetto societario complicato

In Umbria Gls ha ceduto in franchising il suo marchio a A.N., società perugina riconducibile ad Adriano Nuzzo, che, a sua volta, per i servizi di facchinaggio e consegna, ha appaltato il lavoro ad un consorzio di fuori regione, che assume lavoratori presso le proprie controllate, in genere cooperative o srl, con una vita media di circa un anno. «Un assetto societario assai complesso – spiega la Filt Cgil -, dove tra il lavoratore in divisa Gls e la stessa, sussistono ben tre soggetti societari diversi (committente, consorzio e controllata). Le srl o le cooperative in cui i lavoratori sono assunti, vengono chiuse in genere dopo un anno di vita, ed il lavoratore viene riassunto da una nuova cooperativa o da una nuova srl, creata ad hoc. Tanto per essere chiari ci siamo imbattuti in lavoratori che hanno indossato la divisa GLS per 16 anni, ma che hanno avuto in questo periodo 16 rapporti diversi di lavoro con altrettanti soggetti societari».

Le difficoltà persistenti e l’ultimo atto

In questo sistema il lavoratore «non ha pressoché capacità di esprimere contenzioso legale di alcun tipo, poiché la vita brevissima dei soggetti societari per cui lavora non lo permette. Il contratto nazionale di lavoro non viene pienamente applicato e ad ogni cambio di azienda si può perdere qualcosa per strada». «Un sistema di sfruttamento perverso – sempre a detta di Bizzarri -, creato negli studi di qualche consulente del lavoro, che sfruttando le pieghe della legge consegna ai corrieri Gls umbri un contesto fatto di incertezze e assoluta subalternità all’azienda. Ricordiamo che giusto un paio di anni fa, con una serie di scioperi, questi lavoratori riuscirono ad ottenere il pagamento delle ferie, elemento scontato nella maggior parte dei posti di lavoro, ma non in questo». All’inizio dell’anno «l’ennesimo grave fatto». Il consorzio avrebbe di nuovo cambiato le aziende in cui i lavoratori operano, facendo firmare un ‘contratto’ in cui era previsto un lungo periodo di prova – a lavoratori che svolgono questa attività da anni – provvedendo poi, all’inizio del mese, ai 15 licenziamenti.

Le richieste

«Gravi – secondo il sindacato – anche le responsabilità del committente A.N., che su questa vicenda si è chiuso in un colpevole silenzio, senza minimamente interessarsi al problema. Chiediamo pertanto – continua Bizzarri – solidarietà ed interessamento per questi lavoratori, chiediamo che le istituzioni dello Stato assolvano al loro compito, controllando le filiere degli appalti, affinché atti di questo tipo non si ripetano. Noi come Cgil offriremo a questi lavoratori tutta la nostra disponibilità e il nostro aiuto, per il momento abbiamo chiesto l’immediato reintegro di tutti i lavoratori coinvolti, pur avendo ricevuto un diniego andremo avanti nella nostra battaglia, invitando tutti i colleghi ancora operanti in Gls a sostenerci».

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