Condannato a due anni e quattro mesi di reclusione, pena sospesa: questa la sentenza emessa giovedì dal tribunale di Terni – gup Simona Tordelli – con le modalità del rito abbreviato, nei confronti del 19enne egiziano Ramy Hakim. Il giovane – incensurato – era stato arrestato lo scorso luglio dai carabinieri del comando provinciale di Terni per la violenza sessuale denunciata da una 20enne ternana, avvenuta all’alba di domenica 30 giugno all’esterno della discoteca del parco Chico Mendes, a Terni. In aula il pm Barbara Mazzullo ha chiesto una condanna a tre anni e quattro mesi. La giovane vittima si era costituita parte civile attraverso l’avvocato Erika Brunori e si è vista riconoscere dal tribunale una provvisionale di 15 mila euro. Scontato l’appello da parte del legale difensore del 19enne, l’avvocato Andrea Solini.
STUPRO A TERNI, 18ENNE IN CARCERE
Revocati i domiciliari
Ramy Hakim era finito in carcere l’11 luglio ed il 6 agosto seguente, a seguito della decisione del tribunale del Riesame di Perugia, si era visto applicare gli arresti domiciliari. Una misura venuta meno a seguito della sentenza di giovedì: il 19enne egiziano – che ha beneficiato della sospensione condizionale della pena – è tornato infatti in libertà .
VIOLENZA AL CHICO – LA VICENDA
Parlano i legali
Per l’avvocato Solini, difensore dell’imputato, «la sentenza va rispettata ma non la condividiamo perché permangono molti dubbi. Valuteremo dettagliatamente le motivazioni del tribunale (che verranno depositate entro i prossimi 15 giorni, ndR) ma sin da ora possiamo dire che in appello contiamo di ricostruire la vicenda e rimarcare tutti quegli aspetti relativi alla credibilità della denunciante che non ci convincono». L’avvocato di parte civile, Brunori, che aveva avanzato una richiesta di risarcimento danni pari a 50 mila euro, sottolinea come la sentenza «abbia riconosciuto correttamente la penale responsabilità dell’imputato. Da quanto punto di vista non possiamo che essere soddisfatti e procederemo in sede civile per ottenere il giusto risarcimento, oltre la provvisionale stabilità dal giudice».