di Alice Tombesi
Cosa succede ai pazienti Covid subito dopo essere usciti dalla fase più acuta del virus? La redazione di umbriaOn lāha chiesto a Michela Lorenzini, medico fisiatra e responsabile dellāunitĆ semplice del reparto di riabilitazione ortopedica intensiva dellāospedale Usl 1 di Pantalla (oggi trasformato interamente in Covid Hospital) di cui ĆØ direttore Maurizio Massucci. Ā«Passata la fase acuta – spiega la dottoressa – questi pazienti, soprattutto quelli che hanno subƬto un periodo di intubazione, sono caratterizzati da astenia, faticabilitĆ , sono molto stanchi e hanno un deficit muscolare importante. Persone anche relativamente sane, mi ĆØ capitata ad esempio una donna che faceva arrampicate, se intubate non riescono a camminareĀ».
SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON
L’organizzazione
L’ospedale di Pantalla ĆØ uno dei nosocomi che, a seguito dell’ondata di contagi da covid, ĆØ stato completamente riqualificato nel ricovero e nella cura dei pazienti affetti dal virus. In aggiunta a questo, in ogni reparto ĆØ stato avviato un progetto di riabilitazione: Ā«Prima di tutto facciamo lāaccesso nei vari reparti, una valutazione fisiatrica e un trattamento quotidiano per le persone che hanno obiettivi riabilitativi – racconta la Lorenzini -. Entro 48 ore dalla chiamata del medico del reparto, ci rechiamo a visitare il paziente, dopodichĆ© facciamo trattamenti dal lunedƬ al sabato per un massimo di tre ore al giorno. Di più non di riesce a causa dei dispositivi di protezione che indossiamoĀ».
Intubati per giorni: «Serve tempo»
Il progetto āriabilitazione ospedale-territorioā, questo il nome, prevede lāimpegno da parte di fisiatri, fisioterapisti, infermieri e oss per reintrodurre il fisico del paziente, evidentemente debilitato, alla normalitĆ : Ā«Ogni progetto ĆØ individuale perchĆ© dipende anche da comāera il paziente prima, se aveva malattie, se ĆØ stato intubato o meno. Ho visto pazienti ricoverati dal 15 marzo e intubati fino ai primi dāaprile. Avranno da lavorare per due o tre mesi e poi torneranno a stare beneĀ».
Il lavoro prosegue a casa
La componente che fa la differenza, ci spiega la dottoressa, ĆØ quella psicologica: persone che da mesi non hanno contatti con i propri cari, se non virtualmente, che sentono il bisogno, se risultano negativi al tampone, di tornare a casa e di proseguire lƬ il periodo di riabilitazione: Ā«Noi li rimettiamo in piedi ma nelle proprie abitazioni dovranno avere le condizioni adatte valutate da unāapposita commissione. Generalmente rimangono solo i casi più gravi, chi riesce a camminare torna a casaĀ».
Un lavoro ‘condiviso’
Le problematiche derivanti dal contagio, con conseguente ricovero del positivo, toccano diversi aspetti: possono riscontrare difficoltĆ allāapparato muscolo-scheletrico, nel mantenere lāequilibrio, a livello neurologico, psicologico e soprattutto cardio-respiratorio. Pazienti complessi, quindi, che hanno bisogno di una riabilitazione che agisca su più fronti. Ć proprio per questo che lāospedale di Pantalla sta lavorando ad un ulteriore aggiornamento del progetto: Ā«Proprio perchĆ© i servizi da mettere in rete sono tanti, abbiamo pensato ad un file condiviso in cui cāĆØ uno spazio pneumologo, cardiologo, fisiatra cosicchĆ© ognuno mette dentro le informazioni e si ha un quadro completo del paziente. Ne dobbiamo ancora discutere ma sarebbe una buona ideaĀ» conclude la dottoressa.