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Home Ā» Dopo il Covid, fanno ‘rinascere’ i pazienti

Dopo il Covid, fanno ‘rinascere’ i pazienti

di Fabio Toni
7 Maggio 2020
in Ambiente e salute, Coronavirus, Dal territorio, In evidenza
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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di Alice Tombesi

Cosa succede ai pazienti Covid subito dopo essere usciti dalla fase più acuta del virus? La redazione di umbriaOn l’ha chiesto a Michela Lorenzini, medico fisiatra e responsabile dell’unitĆ  semplice del reparto di riabilitazione ortopedica intensiva dell’ospedale Usl 1 di Pantalla (oggi trasformato interamente in Covid Hospital) di cui ĆØ direttore Maurizio Massucci. Ā«Passata la fase acuta – spiega la dottoressa – questi pazienti, soprattutto quelli che hanno subƬto un periodo di intubazione, sono caratterizzati da astenia, faticabilitĆ , sono molto stanchi e hanno un deficit muscolare importante. Persone anche relativamente sane, mi ĆØ capitata ad esempio una donna che faceva arrampicate, se intubate non riescono a camminareĀ».

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

L’organizzazione

L’ospedale di Pantalla ĆØ uno dei nosocomi che, a seguito dell’ondata di contagi da covid, ĆØ stato completamente riqualificato nel ricovero e nella cura dei pazienti affetti dal virus. In aggiunta a questo, in ogni reparto ĆØ stato avviato un progetto di riabilitazione: Ā«Prima di tutto facciamo l’accesso nei vari reparti, una valutazione fisiatrica e un trattamento quotidiano per le persone che hanno obiettivi riabilitativi – racconta la Lorenzini -. Entro 48 ore dalla chiamata del medico del reparto, ci rechiamo a visitare il paziente, dopodichĆ© facciamo trattamenti dal lunedƬ al sabato per un massimo di tre ore al giorno. Di più non di riesce a causa dei dispositivi di protezione che indossiamoĀ».

Intubati per giorni: Ā«Serve tempoĀ»

Il progetto ā€˜riabilitazione ospedale-territorio’, questo il nome, prevede l’impegno da parte di fisiatri, fisioterapisti, infermieri e oss per reintrodurre il fisico del paziente, evidentemente debilitato, alla normalitĆ : Ā«Ogni progetto ĆØ individuale perchĆ© dipende anche da com’era il paziente prima, se aveva malattie, se ĆØ stato intubato o meno. Ho visto pazienti ricoverati dal 15 marzo e intubati fino ai primi d’aprile. Avranno da lavorare per due o tre mesi e poi torneranno a stare beneĀ».

Il lavoro prosegue a casa

La componente che fa la differenza, ci spiega la dottoressa, ĆØ quella psicologica: persone che da mesi non hanno contatti con i propri cari, se non virtualmente, che sentono il bisogno, se risultano negativi al tampone, di tornare a casa e di proseguire lƬ il periodo di riabilitazione: Ā«Noi li rimettiamo in piedi ma nelle proprie abitazioni dovranno avere le condizioni adatte valutate da un’apposita commissione. Generalmente rimangono solo i casi più gravi, chi riesce a camminare torna a casaĀ».

Un lavoro ‘condiviso’

Le problematiche derivanti dal contagio, con conseguente ricovero del positivo, toccano diversi aspetti: possono riscontrare difficoltĆ  all’apparato muscolo-scheletrico, nel mantenere l’equilibrio, a livello neurologico, psicologico e soprattutto cardio-respiratorio. Pazienti complessi, quindi, che hanno bisogno di una riabilitazione che agisca su più fronti. ƈ proprio per questo che l’ospedale di Pantalla sta lavorando ad un ulteriore aggiornamento del progetto: Ā«Proprio perchĆ© i servizi da mettere in rete sono tanti, abbiamo pensato ad un file condiviso in cui c’è uno spazio pneumologo, cardiologo, fisiatra cosicchĆ© ognuno mette dentro le informazioni e si ha un quadro completo del paziente. Ne dobbiamo ancora discutere ma sarebbe una buona ideaĀ» conclude la dottoressa.

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