di F.L.
Roberto Antiochia era un poliziotto, nato a Terni il 7 giugno del 1962, morto a Palermo troppo presto, ad appena 23 anni, il 6 agosto 1985, nell’agguato mafioso in cui perse la vita il vice questore Ninni CassarĂ . A lui è dedicata la via in cui ha sede la questura di Terni, ma per rafforzare ancora di piĂ¹ il ricordo la polizia di Stato ha voluto rendergli onore in occasione del suo ‘compleanno’ con un gesto semplice, quanto ricco di significato: la messa a dimora di una pianta, davanti alla stessa questura.
Una storia drammatica, ma esemplare
Una cerimonia voluta dal questore, Roberto Massucci, ha cui hanno preso parte le autoritĂ cittadine – a partire dal prefetto Dario Emilio Sensi e dal sindaco Leonardo Latini -, oltre al fratello dell’agente barbaramente ucciso, Alessandro. Una cerimonia preceduta dalla proiezione in anteprima del docufilm ‘Roberto Antiochia, la vita di un giovane ternano per la legalitĂ ’, realizzato recentemente. Il filmato ripercorre la storia del giovane agente di scorta, che a soli 17 anni, durante il liceo, dopo la morte di una campagna di scuola a causa di un’overdose, decise che la sua esistenza, purtroppo rivelatasi troppo breve, sarebbe stata ‘votata’ alla divisa della polizia. Ed infatti, un anno piĂ¹ tardi, entrĂ² nella scuola di polizia di Piacenza, per poi prestare servizio a Milano, Torino e Roma, prima di essere trasferito a Palermo nel 1983. In quel maledetto agosto 1985 era tornato volontariamente dalle ferie, con il nuovo trasferimento a Roma giĂ in tasca, proprio per essere vicino a CassarĂ . Morirono insieme davanti all’abitazione del commissario, sotto una pioggia di proiettili di kalashnikov. «Roberto era un ragazzo allegro, gli piaceva la vita scherzava e giocava, ma era anche molto deciso nelle sue cose, era inossidabile», ricorda nel docufilm il fratello Alessandro. Un ragazzo che – come ha sottolineato il questore Massucci – ha «lasciato un messaggio: c’è una sola via uguale per tutti, quella della legalità ». Da parte del questore, è arrivata una promessa ad Alessandro Antiochia: «Il 7 giugno del prossimo anno – ha detto – saremo di nuovo qui a ricordare Roberto».