di S.F.
Un’attività di famiglia avviata al Foro Boario nel 1966 dal padre. È trascorso oltre mezzo secolo e ora c’è da dire addio ai mercati generali: il palaTerni chiede spazio e per i fratelli Nonni – Luciano e Luca – non c’è altra scelta se non quella di trasferirsi, come stanno facendo i colleghi. Con una differenza. Per loro niente strada di Sabbione, bensì un magazzino acquistato in via del Sersimone. Il problema è lo stesso di tutti, avere la continuità lavorativa. Ed è per questo che chiedono ulteriore tempo a palazzo Spada per perfezionare le varie procedure in corso.
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La decisione e la fretta
In un primo momento era previsto il trasferimento in strada di Sabbione, poi lo stop per un problema – legato ad una rampa – tecnico e la necessità di muoversi per trovare in fretta e furia un nuovo magazzino. Ed eccolo qua: 200 mila euro per circa 430 metri quadrati interni e 500 esterni. C’è anche da completare la bonifica dell’eternit presente. La loro attività ripartirà da qui, ma non a strettissimo giro: «Stiamo vivendo con molta apprensione – spiega Luciano Nonni – il trasferimento anche perché il Comune e la società concessionara – PalaTerni srl, ndr – stanno spingendo per poterci mandare fuori dai mercati generali e creare la città dello sport. Ne capiamo bene l’importanza, ma purtroppo abbiamo bisogno di un altro mese di tempo per poterci muovere: stiamo facendo dei lavori per mettere a norma il nostro futuro magazzino. Un salto nel buio che, tuttavia, affrontiamo volentieri». Il Comune vorrebbe liberare il Foro Boario – la parte che resta quantomeno – per il 24 settembre.
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Il rischio di perdere i clienti
La paura è di gettare all’aria tutto ciò che è stato sviluppato in decenni di attività: «Il punto critico è la continuità del lavoro. Il Comune dovrebbe venirci incontro sulla tempistica, ci serve tempo per operare sul nuovo capannone: riqualificare il Foro Boario è importante, sarà un lustro per la città ma non si può passare sopra la vita delle famiglie – aggiunge Luca – che lavorano da anni nel mercato ortofrutticolo. Serviamo da molto tempo le province di Viterbo, Rieti, Terni e Perugia, oltre a case di riposo, ristoranti, negozianti: non è possibile lasciare i clienti all’improvviso, significherebbe perdere tutto ciò che è stato fatto in passato». Magari si punta al Decreto Rilancio e, in particolar modo, ad un emendamento che blocca gli iter di sfratto – sia per morosità che per fine locazione – fino al 31 dicembre 2020.
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La divisione
In via del Sersimone non avranno accanto nessuno dei colleghi con i quali hanno condiviso l’esperienza al Foro Boario: «Ci costa molto ripartire separati dagli altri perché l’unione fa la forza. Non ci siamo riusciti non per problematiche tra noi, ma per una questione tecnica. Non abbiamo trovato magazzini – conclude Luciano Nonni – dove poter stare tutti. Ora c’è questo spazio. Se il Comune ci permettesse di stare un altro mese ai mercati generali poi libereremmo l’area tranquillamente». Il tempo stringe.