Terni, nuova casa per il mercato ortofrutta tra appelli e auspici

Avviati i lavori nel nuovo edificio di strada di Sabbione: «Peccato, volevamo restare uniti. Non possiamo perdere clienti»

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di S.F.

Misurazioni, installazioni, lavoro sull’impianto elettrico, sui divisori e sul soppalco. Solo una minima parte di quello che sta accadendo in strada di Sabbione 27, nella zona industriale di Terni. È qui che dall’8 settembre sono in corso operazioni da 47 mila euro per modificare il fabbricato acquistato da alcuni operatori del mercato ortofrutticolo, in procinto di trasferirsi dal Foro Boario per via della realizzazione del palasport: una nuova ‘vita’ in partenza tra l’amarezza per come si è sviluppata la vicenda e l’auspicio di poter proseguire l’attività con la clientela di sempre. Non è scontato e lo sanno. Una corsa contro il tempo per avere quella continuità lavorativa più volte tirata in ballo nelle interlocuzioni con palazzo Spada.

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La via d’uscita

Nei piani originari la PalaTerni srl si sarebbe dovuta occupare della realizzazione dello ‘scheletro’ – attrezzature e impiantistica a carico degli operatori – del nuovo mercato in strada di Tavernolo, accanto al futuro mattatoio comunale (c’è incertezza anche su questo aspetto). Niente di tutto ciò visto l’esito del bando a febbraio. Poi le trattative private, l’avvio del cantiere sempre più vicino e la necessità di agire. Fino ad arrivare al punto di non ritorno: «Abbiamo visitato decine di capannoni – spiegano Giovanni Fava, Marco Nonni e Piero De Marco, da sempre impegnati come grossisti al Foro Boario – perché l’intenzione era di stare insieme per riformare il mercato come in origine e, in questo modo, avere maggior forza. Il problema è che molti risalgono agli anni ’80 ed i costi per l’adeguamento erano molto alti. E dunque non siamo riusciti a portare a termine questo obiettivo». C’è infatti chi si muoverà in via del Sersimone, lontano dagli altri: «Probabilmente non tutti proseguiranno». La struttura a Sabbione – in passato di proprietà Parmalat, 1.000 metri quadrati interni e 1.700 esterni – è stata acquisita per quasi mezzo milione di euro. Cifra da sborsare che lievita ulteriormente con le apparecchiature da prendere per il funzionamento.

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I problemi

Un passaggio vissuto tra mille difficoltà, per diverse ragioni: «Quello del Comune è stato un bando – mette in evidenza Fava – ‘capestro’, era impossibile partecipare a quelle condizioni. Poi nella trattativa privata abbiamo chiesto la continuità lavorativa ma non c’è stato nulla da fare. Non siamo contro il palasport, sia chiaro, ma la data del 24 settembre è troppo vicina per ultimare le operazioni nella nuova struttura: l’ideale per noi sarebbe fino ottobre, non ci possiamo fermare e speriamo che ci sia una proroga. Ricordo che offriamo un servizio pubblico e non volevamo che ci mettessero in difficoltà così». Le concessioni per il Foro Boario sono scadute da due anni e il timing man mano si è fatto più pressante: «A livello psicologico è pesante».

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L’augurio, la clientela e l’appello

La data contrattuale per finire i lavori è fissata al 23 ottobre. C’è un gap di un mese rispetto al 24 settembre, quando il Comune – ci sono da ultimare le demolizioni degli edifici esistenti – ha intenzione di ‘chiudere’ l’area. Il pericolo di rimanere bloccati c’è: «Ripartiamo da questa struttura – aggiunge Nonni – nuova e speriamo che sia migliore rispetto a quella precedente. Con le nostre forze ed i nostri sacrifici». Gli operatori puntano alla proroga: «Con il trasferimento rischiamo di perdere clienti: chiediamo che l’amministrazione sia sensibile a questa problematica, ci stiamo adoperando per potercene andare il prima possibile e ci occorre circa un mese per ultimare il tutto. Dovrebbe essere un fattore positivo anche per il Comune – puntualizza Fava – stesso per un passaggio graduale e tranquillo tra le due zone». Nel contempo dal ‘Pentagono’ è scattato l’iter per la Conferenza di servizi: comando provinciale dei vigili del fuoco e ufficio Suape hanno un mese di tempo per le proprie determinazioni in merito.

IL CONFRONTO POST BANDO A VUOTO

Addio unità

Si ricomincia in modo diverso, separati: «Abbiamo provato in tutti i modi di mantenere la vicinanza degli operatori, non ci siamo riusciti. O quantomeno non in toto. Qui saremo in due: è un peccato per tutta la comunità, ricreare un mercato analogo a quello del Foro Boario sarebbe stato un bene per chiunque», l’amara constatazione. Preparazione agli sgoccioli, ora si guarda al futuro in strada di Sabbione.

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