Domenica 15 novembre ricorre la ‘Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada’ (WortdDayRemembrance) che in Italia è stata ufficialmente istituita il 29 dicembre del 2017, con la legge 227. «Purtroppo – spiega l’Aci di Terni – anche per questa celebrazione la pandemia giocherà un ruolo fondamentale, vietando le manifestazioni o riducendole ad eventi online o gesti simbolici». Nonostante i tempi, il significato della giornata è però chiaro e l’Aci di Terni invia un messaggio alle istituzioni e alla collettività, «per promuovere l’adozione di efficaci azioni d’intervento, perché anche se il Covid inevitabilmente attira tutte le nostre attenzioni, si continua a morire anche di altre malattie e di incidenti stradali».

Il confronto fra 2018 e 2019
Nella provincia di Terni, i dati relativi al 2019 sugli incidenti stradali elaborati da Aci e Istat, riportano 624 incidenti con 16 morti e 847 feriti. «Sebbene dal 2018 al 2019 – osserva Aci – il numero di vittime per sinistri sia rimasto pressoché invariato
passando da 15 morti a 16, in percentuale si trasfoma comunque in +6% che non è poco. Incidenti e feriti fanno registrare un calo più marcato (-43 incidenti, -79 feriti), segno che le iniziative intraprese sul territorio da chi ha competenza in materia di sicurezza stradale e guida sicura cominciano a funzionare. Il maggior numero di morti, oltre che nel territorio comunale di Terni (4, nel 2018 erano 8) si registra nei comuni di Orvieto e di Montecastrilli. Orvieto, Monteleone di Orvieto ed Amelia i Comuni con più incidenti. Le classi di età più colpite sono: adulti tra 30-54 anni (soprattutto uomini conducenti), ed anziani ultra 65enni anni con, rispettivamente, 7 e 6 decessi. Tra i feriti anche molti giovani conducenti tra i 18 e i 29 anni ma soprattutto 2 morti e 197 feriti nella fascia di età 5-26 anni».
Natali indica la direzione
«Siamo preaccupati per i giovani e le categorie vulnerabili – dichiara Giorgio Natali, presidente dell’Automobile Club di Terni -. Bisogna intervenire subito per contribuire ad arginare il grave fenomeno dell’incidentalità stradale. L’auto – continua Natali – rimane il principale mezzo di trasporto, ma aumenta il numero di chi, per muoversi in città, sceglie forme di mobilità dolce o micromobilità elettrica. Anche per questo ci deve essere da parte di tutti, pedoni inclusi, il massimo rispetto delle regole, indipendentemente dal mezzo utilizzato, compresi biciclette elettriche e monopattini. Ma è, soprattutto, necessario prevedere la realizzazione di adeguate infrastrutture e percorsi dedicati. Per quanto riguarda i giovani conducenti – conclude Natali – auspichiamo il consolidamento dell’esperienza di guida anche attraverso la partecipazione a corsi specifici di perfezionamento da seguire dopo aver ottenuto la patente di guida».