Chiusura di alcune piazze al pubblico dalle 16 alle 21, restrizioni ulteriori legate alle attività di ristorazione e agli spostamenti. Nuova stretta per limitare i contagi da Covid-19 a Gualdo Tadino: il sindaco Massimiliano Presciutto ha firmato l’ordinanza valida da giovedì 17 dicembre a domenica 10 gennaio.

La preoccupazione
Tutto ciò – la motivazione per il provvedimento – «per cercare di mettere un freno al preoccupante aumento dei contagi che sta interessando la città di Gualdo Tadino (nell’ultimo mese si sono verificati ben 278 casi di positività con una notevole crescita nelle ultime due settimane), situazione in netta controtendenza rispetto ai dati degli altri Comuni umbri». Da giovedì «in aggiunta alle misure di cui al Dpcm 3 dicembre 2020 è vietata da parte delle attività di ristorazione (tra cui bar, ristoranti, pub, pasticcerie, gelaterie) la somministrazione di alimenti e bevande in pertinenze e/o spazi esterni ad essi adiacenti; è vietato, altresì, il consumo di alimenti e bevande nei medesimi spazi; è altresì vietato sostare in pertinenze e/o spazi esterni ad essi adiacenti di supermercati, centri commerciali e strutture ad essi assimilabili».
L’ORDINANZA DEL SINDACO PRESCIUTTI
Chiusura piazze e spostamenti
Inoltre viene stabilito che «dalle ore 16 alle 21 sono chiuse al pubblico piazza Martiri e vicoli adiacenti, piazza Garibaldi e vicoli adiacenti, piazza Mazzini, piazza Soprammuro, piazza San Francesco, corso Italia e largo Donatori di Sangue – zona giardini pubblici; è fatta salva la possibilità di accesso e deflusso dagli esercizi commerciali legittimamente aperti, da e per i servizi essenziali quali ambulatori medici, farmacie, poste, uffici bancari ed assicurativi, uffici pubblici e liberi professionisti, nonché dalle abitazioni private. Ad estensione oraria di quanto previsto dall’articolo 1 comma 3 del Dpcm 3 dicembre 2020 sull’intero territorio comunale dalle 21 alle 6 sono consentiti esclusivamente gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità o motivi di salute». La sanzione in caso di inosservanza va da 400 a 3.000 euro.