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Home » Galleto e la vendita di Erg: «Regione non resti a guardare»

Galleto e la vendita di Erg: «Regione non resti a guardare»

di Francesca Torricelli
1 Febbraio 2021
in Economia, Opinioni, Politica
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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di Thomas De Luca
consigliere regionale Movimento 5 stelle Umbria

Una società pubblica regionale che si faccia carico della gestione diretta delle risorse idroelettriche. Come da anni accade già in Val d’Aosta, Trentino e altrove. E’ quanto auspichiamo dopo le indiscrezioni a mezzo stampa a proposito del ventilato disimpegno del gruppo Erg. Notizie, non smentite per ora, secondo cui la multinazionale sarebbe intenzionata a cedere le attività nell’idroelettrico per incrementare gli investimenti nel settore dell’eolico e del solare.

Si tratta di un polo idroelettrico tra i più importanti d’Italia, il più potente a sud del fiume Po. Tra i possibili acquirenti risulterebbero alcune grandi multiutility tra cui A2a, Enel e il gruppo transalpino Engie. Se questa notizia fosse confermata avrebbe un impatto molto importante sulle nostre comunità. Le concessioni per l’utilizzo delle acque pubbliche ad uso idroelettrico sono proprio di competenza regionale. Per questo auspichiamo che la Regione non resti semplice spettatore, ma si faccia parte attiva. Come? Valutando l’ipotesi di costituire una società, anche in partenariato con un privato, che si faccia carico del parco idroelettrico locale. Ragionando su una gestione diretta di queste risorse e dei grandi benefici che potrebbero derivare. Come del resto già prospettato dall’assessore Morroni in risposta ad una nostra interrogazione dello scorso maggio.

La maggior parte degli impianti idroelettrici di Erg è ubicata nella regione Umbria con 468,8 MW di potenza efficiente. Sette impianti ricadono nella provincia di Terni, vale a dire circa il 95% dell’energia idroelettrica prodotta nella nostra regione. La società Erg Hydro che negli ultimi bilanci ha dichiarato un margine operativo lordo di 154 milioni di euro nel 2018, scesi a 83 nell’anno successivo, macina esorbitanti rendite finanziarie lasciando ai territori ristori e compensazioni risibili. Il disimpegno di Erg potrebbe rappresentare la giusta occasione per far tornare in campo l’interesse generale contro la deriva iper speculativa su un asset di straordinario valore pubblico, non delocalizzabile, quali le centrali idroelettriche di grande derivazione.

Oltre il mero aspetto remunerativo, è in gioco anche la tutela ambientale e del territorio. Dall’annosa diatriba sulle assurde chiusure della Cascata delle Marmore con relativa perdita del grande potenziale turistico della Valnerina, ai danni che si registrano da decenni sulle sponde e sugli immobili di Piediluco a causa delle variazioni idrometriche del lago, utilizzato intensivamente come bacino di carico delle sottostanti centrali di Galleto. Le attuali concessioni andranno in scadenza nel 2029. La Regione Umbria ha piena potestà legislativa in materia, ma ancora non si è proceduto alla disciplina delle procedure di assegnazione. È il momento del coraggio e dell’azione, non possiamo rimanere semplici spettatori mentre i territori continuano ad essere predati ed abbandonati.

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