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Home » «Che aria respiriamo in Umbria? Qualcuno ci dica la verità»

«Che aria respiriamo in Umbria? Qualcuno ci dica la verità»

di Francesca Torricelli
23 Febbraio 2022
in Ambiente e salute, Dal territorio
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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di Fra.Tor.

«L’incendio di domenica alla Ferrocart di Terni è stata una tragica fatalità o incidente evitabile? Non è la prima volta che fatti come questo accadono in Umbria e di certo il prezzo più alto lo pagano i cittadini, e questo non è più ammissibile». Il coordinamento regionale per l’Umbria del movimento politico ecologista paneuropeo Europa Verde ha presentato un esposto denuncia alle Procure della Repubblica di Terni e Perugia perché credono sia «giusto che la magistratura faccia il suo corso e che trovi gli eventuali responsabili rispetto all’incendio alla Ferrocart, ma crediamo che al di là di questo ci sia un problema a monte, ovvero quello che le istituzioni dovrebbero fare il loro mestiere».

VIDEO
Gianfranco Mascia, Eva Hausegger e Francesca Arca (Europa Verde Umbria)

 

I roghi di rifiuti

Il co-portavoce regionale Gianfranco Mascia ha spiegato come «nella mappa sui roghi di rifiuti in Italia che abbiamo presentato nell’esposto, è ben chiaro che di roghi ce ne sono 939 dal 2017 ad oggi, ben 11 solo agli inizi di quest’anno. La media di roghi di rifiuti è di 1 rogo ogni 1.89 giorni, questo vuole dire che è più facile bruciare un rifiuto che smaltirlo correttamente e che costa molto meno. Non vogliamo dare colpe rispetto alla specifica situazione del 20 febbraio a terni, ma sicuramente nei 939 incendi delle responsabilità ci sono. Ricordo che dei 939, 8 si sono verificati in Umbria, 5 negli ultimi 2 anni di cui 3 a Terni».

Il monitoraggio

La prima cosa «che chiediamo è un monitoraggio. Possibile che dobbiamo farlo noi? Dovrebbero farlo le istituzioni. C’è uno spreco enorme di risorse economiche in cose che non si capiscono bene, ma nel contempo si è tolto il registro tumori e sono stati tolti gli screening sul cancro. La cosa che ci preme ribadire è che nell’esposto noi spieghiamo quali sono le norme che regolano disposizioni sui rifiuti, ricordiamo che la Regione Umbria deve fare la predisposizione del piano regionale di gestione dei rifiuti, la regolamentazione della gestione dei rifiuti e in questa regolamentazione c’è tutta una fase di controllo che Arpa deve avere. Arpa, a sua volta, ha il compito di monitorare e rilasciare pareri sulle tematiche della qualità dell’aria».

Le indagini

Ad oggi, ha aggiunto Mascia, «è stato detto ai cittadini di poter uscire tranquillamente e respirare senza problemi, ma tutto questo senza avere ancora i dati sulla qualità dell’aria e sulla presenza della diossina. Ma il controllo invece deve essere preciso, non si deve aspettare l’incendio per sapere che poteva esserci l’incendio. È prioritario che le Procure e le Prefetture siano dotate di database comune, perché molti di questi incendi si ripetono con modalità identiche e potrebbe esserci una mano comune o comunque un’organizzazione. Chiediamo che ogni indagine non sia a sé stante e che venga resa obbligatoria la videosorveglianza in tutti i siti di questo tipo. La questione rifiuti sta diventando e diventerà sempre più importante se non si risolve a monte il problema. Chiediamo, infine, che il procuratore nazionale antimafia avvii indagini, facendo sopralluoghi dove avvengono questo tipo di incendi».

Le strategie per uscire da questa situazione

«Il problema dell’aria inquinata a Terni è molto sentito», ha sottolineato la co-portavoce per Terni Francesca Arca. «L’incidenza dei tumori ai polmoni o allo stomaco è tra le più alte d’Italia. Crediamo ci siano le ragioni perchè la magristratura e le istituzioni si diano una mossa. E confidiamo nell’Arpa e nei risultati che darà permettendoci di capire quali danni ci sono e capire i livelli d’inquinamento dell’aria che respiriamo». La co-portavoce regionale Eva Hausegger, ha spiegato infine come si potrebbe uscire da questa situazione. «Una strategia potrebbe essere quella di ridurre i rifiuti in tutti modi, a partire dai cittadini fino ad arrivare alla aziende che producono prodotti e di conseguenza rifiuti. Tutte le aziende dovrebbero essere aggiornate e rinnovate per capire come produrre meno rifiuti, poi si andrebbe a dividere quel poco di rifiuto che si produce e si andrebbe ad usare come risorsa, come materia prima. Facendo questo si avrebbe una convenienza nel non avere le discariche piene e in più si andrebbe a creare lavoro perché nascerebbero nuove aziende per il riciclaggio».

Quattro nuovi impianti

Ringraziando il coordinamento per questo momento di approfondimento, il consigliere regionale del Movimento 5 stelle Thomas De Luca è intervenuto dicendo che «Terni è diventata la capitale nazionale dell’autocombustione. Dobbiamo fare i dovuti accertamenti, ma sopratutto c’è bisogno di un approccio diverso nella prevenzione del rischio. Il vicesindaco Salvati davanti all’incendio ha detto che questo tipo di impianti non doveva essere presente in aree urbane, ci dovrebbe allora spiegare perché a giugno 2019 hanno concesso ulteriori aree pubbliche per questo tipo di attività proprio alla Ferrocart e perché stanno chiedendo decine di milioni di euro del Pnrr per istallare 4 nuovi impianti».

Un presidio del comitato ‘No inceneritori Terni’

Sabato 26 febbraio, alle 15, è in programma un presidio davanti palazzo Spada a Terni, organizzato dal comitato ‘No inceneritori’, con lo slogan ‘Qui c’è puzza di bruciato’.

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