Prosegue il confronto davanti al prefetto di Terni, Emilio Dario Sensi, per risolvere lo stato di agitazione indetto dalla Fp Cgil sulle problematiche del pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria e sulle liste d’attesa per le attività chirurgiche di media e bassa complessità. Martedì, sollecitato dallo stesso prefetto, si è svolto un secondo incontro, sul tema, a cui hanno partecipato anche le direzioni aziendali del nosocomio e dell’Usl Umbria 2. Lo stato di agitazione resta, ma sembra essere stato fatto qualche passo in avanti nella discussione tra le parti, stando a quanto riferisce il sindacato.
Terni: Cgil e ospedale, la tensione si smorza a metà: «Ora i fatti»
«Ascolto e collaborazione»
«Qualche giorno indietro avevamo già avuto un primo confronto con la direzione dell’Azienda ospedaliera, nel quale abbiamo concordato alcuni miglioramenti dell’organizzazione del lavoro del Pronto soccorso» spiega in una nota Giorgio Lucci, segretario generale della Fp Cgil di Terni. «Nell’incontro di ieri (martedì, ndr), invece – prosegue il sindacalista -, erano presenti tutte e due le direzioni aziendali (ospedale e Usl) al completo, un fatto che abbiamo accolto con soddisfazione, significativo della volontà di aprire un confronto costruttivo e completo. Abbiamo anche percepito un clima di ascolto e di collaborazione».
Riserva ancora non sciolta
Sugli esiti dell’incontro è in corso di preparazione un verbale che conterrà sia le richieste avanzate dal sindacato, e già anticipate in presenza del prefetto, sia le soluzioni e gli impegni presi dalle direzioni. «È del tutto evidente che molte delle cose concordate hanno bisogno di tempi congrui per sviluppare gli effetti attesi – osserva Lucci – per questo nella comunicazione che faremo al prefetto non scioglieremo del tutto la riserva e lo stato di agitazione non sarà ritirato». Ancora una volta, il dato che emerge con forza, secondo la Fp Cgil, è la mancanza di personale sia medico che del comparto, nonostante alcune assunzioni effettuate dalle due aziende, ma non sono ancora sufficienti a garantire uno standard assistenziale ottimale .
Nodo organici
«Ieri (martedì, ndr) per la prima volta – rimarca ancora Lucci – abbiamo sentito le direzioni che concordano sulla mancanza di personale, non era mai successo prima. Per troppo tempo non si è affrontato il tema degli organici, un tema che colpevolmente non è stato inserito nell’agenda delle amministrazioni regionali. Al contempo risulta evidente come tutte le strutture dell’area sud siano ormai obsolete. È chiaro – conclude il segretario Fp Cgil – che l’impegno delle direzioni aziendali, che misureremo nei fatti, non basta a garantire un servizio di qualità, c’è bisogno di un forte intervento della Regione, a partire dal Piano sanitario regionale sul quale è in corso una raccolta di firme da parte delle organizzazioni confederali di Cgil, Cisl e Uil, proprio per riempirlo di contenuti e progetti».