Un bonus da 600 euro per i lavoratori degli enti locali, della sanità e del terzo settore per fronteggiare il caro bollette, che «tormenta non solo le imprese ma anche le famiglie». La proposta arriva dalla Uil Fpl di Terni e fa riferimento all’attivazione del welfare aziendale.

La proposta per il pubblico impiego
A spiegare la proposta è Gino Venturi, segretario generale Uil Fpl di Terni: «È la scoperta dell’acqua calda se pensiamo ad alcuni settori del lavoro privato dove questo istituto contrattuale è utilizzato da tempo, ma è una proposta assolutamente ‘rivoluzionaria’ per il pubblico impiego dove invece il welfare aziendale non è stato mai concretamente applicato». Secondo il sindacato ciò porta vantaggi «sia ai lavoratori, sia agli enti, sia ai cittadini liberando risorse per migliorare i servizi. Un tema, quello del welfare aziendale, di grande impatto rispetto alla valorizzazione dei dipendenti pubblici anche in funzione di un recupero di efficienza organizzativa oltre che di maggior benessere lavorativo».

Cosa comporterebbe per i lavoratori
La Uil puntualizza che, per chi vorrà, «una parte degli incentivi di produttività viene trasformata in un fringe benefit che fino a 600 euro, grazie al dl. del 9 agosto 2022, è esente da contribuzione e da prelievo fiscale. Oggi invece ogni 600 euro di produttività finiscono nelle tasche dei lavoratori solo 368 euro mentre gli altri vanno in ‘ritiri’. Con la proposta invece «i lavoratori prendono i 600 euro pieni, senza ritiri, per il pagamento delle utenze domestiche, anche se intestate a familiari. Un ulteriore beneficio può poi essere accordato dalle aziende erogatrici dei servizi».

Per gli Enti: i risparmi
Per la Uil conviene agli Enti perché «in tal modo abbattono il costo del lavoro dal 30 al 40% sull’importo lordo di 600 euro erogato al dipendente. Infatti ogni 600 euro di premio incentivante gli Enti pagano ulteriori 193 euro di ‘imposizioni’. Con la decontribuzione e la defiscalizzazione di 600 euro a dipendente gli Enti risparmiano ingenti somme. La Usl 2, per esempio, con i suoi oltre 3.000 dipendenti, ha un risparmio annuo di circa 600 mila euro, l’azienda ospedaliera intorno ai 300 mila euro, il Comune di Terni risparmia invece 110 mila euro, la Provincia e il Comune di Orvieto all’incirca 25 mila euro». Ci sarebbe un’ulteriore convenienza per i lavoratori: «Il risparmio degli Enti può essere inoltre ricompreso nei piani di miglioramento per le pubbliche amministrazioni. In base alla legislazione vigente, infatti, una quota parte delle economie derivanti da riduzioni di spesa può essere utilizzata per finanziare la contrattazione integrativa e per attivare gli istituti premianti previsti dall’art. 19 del d.lgs n. 150/2009. Dunque, fino al 50 % del risparmio degli Enti, può essere utilizzato per aumentare i premi di produttività o per finanziare ulteriori forme di welfare aziendale come gli studi dei figli, l’assistenza dei genitori, il supporto nelle difficoltà economiche, le spese sanitarie, quelle di trasporto, la formazione, il pagamento di mutui, ecc.».
Al cittadino?
Per la Uil è la parte che ci guadagno più di tutti: «Gran parte del risparmio degli Enti è utilizzato per rendere i servizi ancora più rispondenti alle esigenze dei cittadini. Il fringe benefit poi è anche una spinta ai consumi e quindi un aiuto per l’economia del territorio». Per rendere operativa la proposta, la Legge richiede un accordo in sede di contrattazione aziendale. «La Uil Fpl è già pronta – chiude Venturi – e non credo avremo ostacoli dagli amministratori dei diversi Enti. Da qualche parte saranno forse i dirigenti a creare difficoltà con la solita storia che sono tanto impegnati e non hanno tempo per mettere in piedi le procedure necessarie che portano un supporto concreto alla vita quotidiana delle persone in momenti di forte difficoltà come quello che stiamo vivendo. La Uil Fpl, che già sta formalizzando la richiesta di incontro agli Enti, supporterà con forza ogni proposta, come questa, che va a favore dei lavoratori che stanno subendo un pesante attacco al proprio potere d’acquisto dovuto principalmente al forte aumento dei costi energetici e a favore dei cittadini che reclamano servizi sempre più adeguati.