12 °c
Terni
14 ° Dom
16 ° Lun
sabato, 17 Maggio 2025
UmbriaON
  • Home
  • AttualitĆ 
  • Cronaca
  • Cultura
    • Eventi
    • Spettacolo
  • Economia
    • Imprese
    • Lavoro
    • Statistiche
  • Opinioni
  • Politica
  • Sport
    • Calcio
    • Futsal
    • Rugby
    • Scherma
    • Altri sport
  • Foto
  • Video
  • Home
  • AttualitĆ 
  • Cronaca
  • Cultura
    • Eventi
    • Spettacolo
  • Economia
    • Imprese
    • Lavoro
    • Statistiche
  • Opinioni
  • Politica
  • Sport
    • Calcio
    • Futsal
    • Rugby
    • Scherma
    • Altri sport
  • Foto
  • Video
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
UmbriaON

Home Ā» Muore Pietro Ingrao, umbro di adozione

Muore Pietro Ingrao, umbro di adozione

di Marco Torricelli
28 Settembre 2015
in Cronaca, Politica
Tempo di lettura: 5 minuti di lettura
Pietro Ingrao

Pietro Ingrao

Condividi su FacebookCondividi su X (Twitter)Invia su Whatsapp

Ɖ morto, nel pomeriggio di domenica, Pietro Ingrao, il primo comunista a presiedere la Camera dei deputati. Aveva compiuto 100 anni il 30 marzo scorso.

Il cordoglio Profondo cordoglio per la morte di Pietro Ingrao ĆØ stato espresso dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. Che sottolinea come fosse Ā«una personalitĆ  cosƬ forte ed importante non solo per la vicenda nazionale dell’Italia repubblicana, ma per la storia di questa nostra terra umbra, alla quale era molto legato essendo stato per molte legislature capolista del Pci e deputato qui elettoĀ». Mentre per ilĀ segretario del Pd Umbria, Giacomo Leonelli, Ā«con la morte di Ingrao se ne va uno dei protagonisti del ‘900 della Sinistra italiana. Una storia legata a doppio filo con la nostra regione stante il legame politico particolare, che ha visto l’Umbria per tanti anni essere il collegio elettorale di riferimento dello stesso IngraoĀ». Rifondazione comunista dell’Umbria Ā«piange la scomparsa di Pietro Ingrao, dirigente comunista, partigiano, intellettuale e poeta che ha contribuito in maniera originale ed innovativa all’emancipazione delle masse lavoratrici e popolari del nostro paese. Vogliamo anche ricordarlo come uomo delle Istituzioni repubblicane e democratiche, come parlamentare dell’Umbria, come Presidente della Camera dei Deputati. La strada indicata dal compagno Ingrao ĆØ ancora oggi più che valida nella lotta per una societĆ  giusta e libera, nella lotta per il socialismo. Esprimiamo vicinanza e cordoglio ai familiariĀ». Per il Pd di Terni Ā«con la morte di Pietro Ingrao se ne va un pezzo della nostra storia. Della storia della sinistra italiana, ma anche della storia della sinistra della nostra cittĆ  che a lui era particolarmente legata. E’ stato un dirigente comunista che per lunghi anni Ā ha rappresentato Terni nel Parlamento italiano, punto di riferimento politico ed intellettuale delle vicende che hanno riguardato questo territorio, Ā i lavoratori ternani e le istituzione umbre. Il Pd ternano piange uno dei padri della nostra democrazia, della nostra Repubblica e della nostra storia politica. Ci stringiamo con affetto e dolcezza intorno alla sua famiglia. Una delegazione dei Democratici di Terni, guidata dal segretario ternano Jonathan Monti, dal segretario provinciale Carlo Emanuele Trappolino, dal senatore Gianluca Rossi e dal sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo, parteciperĆ  ai funerali di StatoĀ».

L’Umbria La vita politica di Ingrao ĆØ stata infatti caratterizzata – per lui nato a Lenola nel Lazio – da una lunga, costante e appassionata vicinanza con le vicende dell’Umbria: Ā«Pietro ĆØ stato non solo un padre della patria, della Repubblica, un costruttore della democrazia del nostro paese, un capo carismatico della sinistra, un poeta della politica – aveva scritto di lui Alberto Provantini – ma ĆØ stato un padre della Regione dell’Umbria. Ingrao ĆØ stato eletto alla Camera dei Deputati nella Circoscrizione Umbra Sabina per oltre 30 anni, dalla 4° alla 10° legislatura. Lo ĆØ stato come capolista del Pci. Non era il capolista ‘nominato’ dalla direzione nazionale. Uno che non veniva a ‘prendere’ voti per ‘andarsene’ in parlamento, ma uno che dava all’Umbria, non solo il suo prestigio, la sua esperienza, la sua intelligenza, ma la grande passione politica, contribuendo a dare risposta ai problemi concretiĀ».

Il suo ‘racconto’ Ed era stato lo stesso Ingrao a spiegare: Ā«Come avvenne che conobbi l’Umbria? Mi venne da Spoleto l’invito a parlare. Mi misi in viaggio. Era una giornata splendida, alle soglie della primavera. L’ora del comizio vicina al mezzogiorno. Il Corso di Spoleto era gremito di persone. Parlai ad una piazza vicina alla uscita nord della cittĆ , con un buona dose di trepidazione. Ma avendo dinanzi un pubblico amico e caldo. Andammo a mangiare a Monteluco. E qui una parte incantevole del viaggio. Quella radura del monte mi avvinse. Vi tornai per le vacanze, con le figlie fanciulle e cominciammo a scoprire le prime bellezze dell’Umbria. Poi mi chiamarono ad Orvieto e vi tornai in seguito: come secondo un rito. Poi incontrai Terni. Avevo scoperto, sulla grande piazza d’ingresso alla cittĆ  un locale che aveva dei dolci squisiti, e io non resistevo alla gola. In quella piazza che poi mi divenne familiare per i comizi. Terni era una cittĆ  di lunga storia civile e politica. Negli anni 20 vi erano sorti i primi nuclei comunisti: compagni finiti nelle carceri o esuli in Francia e Russia o Garibaldini in Spagna. A Terni c’era stato un impatto rovinoso con la guerra, subendo più di 100 bombardamenti. Nel 56 a dirigere il Partito c’era un giovane compagno che divenne mio amico carissimo, Raffaele Rossi. Il mio rapporto si estese ad altre cittĆ : Orvieto, Spoleto, Assisi, Perugia, Gubbio, Castello, Spello, Norcia. Si avviò una esperienza straordinaria, unica in Italia. L’elaborazione di un piano regionale di sviluppo. Mise radice quel nesso tra regionalismo e sviluppo si determinò una convergenza forte tra comunisti, socialisti, democristiani che contrastava col clima nazionale di divisioneĀ».

I lavoratori Cosa intedesse, Pietro Ingrao, con ‘rapporto’ con i territori ed i lavoratori, appare chiaro rileggendo un estratto del suo discorso tenuto alle acciaierie di Terni il 10 febbraio 1978, in occasione dei festeggiamenti per i 30 anni della Costituzione): Ā«Credo che sia la prima volta nella storia d’Italia che un presidente della Camera dei deputati, su invito del Consiglio di fabbrica, viene a parlare della Coatituzione della Repubblica dentro il grande capannone di un complesso siderurgico. (…) Credo ci sia una ragione di questa innovazione. Io parlo a gente non lontana dalla Carta costituzionale, non estranea, parlo a gente che sta alla radice delle norme solenni scritte in quella Carta; parlo a ā€œfondatoriā€, a ā€œcostituentiā€ (…) In questo legame profondo tra le parole, le norme della Costituzione e le masse operaie del nostro paese, riconosciuto da ogni storico serio, si esprime un fatto ancora più profondo, un travaglio, un csmmino che ha visto via via il mondo operaio, più in generale il mondo del lavoro prendere nelle proprie mani, sempre con maggiore consapevolezza e portare avanti la rivendicazione, la bandiera della libertĆ , dei diritti civili, dello sviluppo del regime democratico(…) La Costituzione ha parlato di una libertĆ  che doveva essere costruita, ha detto che per votare e pensare bisognava che l’operaio potesse partecipare al sapere, alla cultura, all’istruzione e che la scuola fosse aperta a lui. (…) Domandava perciò grandi riforme strutturali, non si fermava solo a vedere come doveva essere organizzato lo Stato e il Parlamento e le leggi elettorali, ma voleva che lo Stato mettesse l’occhio nel modo in cui Ā  era organizzata la produzione e domandava perciò –ecco la grande novitĆ  – una programmazione, una capacitĆ  dello Stato repubblicano di saper realizzare l’uso sociale della proprietĆ , ma contemporaneamente domandava che questo diritto di proprietĆ  non venisse usato contro l’interesse generale. (…) Erano solo promesse, parole al vento? No, ĆØ stato importante che quelle parole fossero state scritte, ricordatevi che furono importanti anche quando non furono realizzate, anche quando venivano calpestate (…) consentƬ a voi di dire a chi faceva il sopruso: la Costituzione sta dalla mia parte (…) non dimentichiamo che abbiamo potuto dare vita a quella carta importante rappresentata dallo Statuto dei lavoratori, che ha accompagnato tante lotte vostre ed ha dato il quadro in cui lo stesso consiglio di fabbrica poteva realizzarsi, perchĆ© abbiamo potuto dire che era concorde alla legge fondamentale dello Stato. (…) Questa maturitĆ  della classe operaia la intendano coloro che hanno le levi fondamentali del grande padronato e ciò non deve consentire a nessuno libertĆ  di licenziare come e quando vuole (…) Mai di fronte a questa storia e a questo passato, di fronte a questa classe operaia può essere consentito che vengano compiuti atti arroganti e unilaterali. Non c’è uno solo in questo paese che possa pensare di decidere da solo, dall’alto, queste questioni e comandare dicendo:io faccio cosƬ. Questo potrebbe produrre solo lacerazioni difficili e allora pagherebbe tutta l’economia. Noi ci auguriamo che forze responsabili comprendano come non sia possibile discutere ciò che deve essere discusso, risanare ciò che deve essere risanato –e noi vogliamo che sia risanato- senza tenere conto della volontĆ , dei diritti, del dialogo necessario, del metodo che domanda la classe operaia. (…) Ho tenuto questa assemblea in un capannone e se la paragono non solo fisicamente, all’assemblea cui partecipo a Montecitorio, seduto sul mio seggio,come sono diverse, l’aria, i volti, le esperienze! Forse abbiamo bisogno tutti di intrecciare queste assemblee, ne abbiamo bisogno noi che stiamo lĆ  per ascoltarvi, per capire cosa volete voi che siete presidio della democrazia, per non restare lontani, isolati. (…) Io domando che noi dialoghiamo, convitnto che non che mi verrete a portare soltanto la vostra protesta. Penso ad un dialogo in cui si possa discutere insieme problemi gravi, difficili e complicati. Voi mi raccontate delle vostre difficoltĆ  e dei vostri problemi ed anch’io vorrei raccontarvi delle mie difficoltĆ , dei miei problemi a far funzionare in modo moderno e nuovo questo Parlamento e questo StatoĀ».

CondividiTweetInviaCondividiInvia

Articoli Correlati

Politica

Congressi Pd: sfida aperta per regionale e province. Date, nomi e alleanze

15 Maggio 2025
Cronaca

Terni: crea il panico in centro per mezza giornata. Prima e dopo la denuncia

16 Maggio 2025
Arrone: arrestati a un passo dalla truffa
Cronaca

Arrone: arrestati a un passo dalla truffa

17 Maggio 2025
Terni: tentano di scardinare il gazebo di Pazzaglia. «Non si può andare avanti così»
Cronaca

Terni: tentano di scardinare il gazebo di Pazzaglia. «Non si può andare avanti così»

16 Maggio 2025
Terni, cambia questura ma ‘becca’ l’espulsione
Cronaca

Terni: polizia rimpatria 50enne dell’Albania

15 Maggio 2025
Terni: via barriere architettoniche da due scuole. La Provincia mette sul piatto 160 mila euro
Politica

Terni: via barriere architettoniche da due scuole. La Provincia mette sul piatto 160 mila euro

14 Maggio 2025

Meteo

Umbria
17 Maggio 2025 - sabato
Partly Cloudy
12 ° c
67%
5mh
18 c 6 c
Dom
21 c 8 c
Lun
  • Chi siamo
  • Redazione
  • Termini d’uso
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Contatti
  • Modifica consenso cookie
  • Umbriaon srl – P.I. 01542550551

Ā© 2024 Copyright Umbriaon s.r.l.

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Home
  • AttualitĆ 
  • Cronaca
  • Cultura
    • Eventi
    • Spettacolo
  • Economia
    • Imprese
    • Lavoro
    • Statistiche
  • Opinioni
  • Politica
  • Sport
    • Calcio
    • Futsal
    • Rugby
    • Scherma
    • Altri sport
  • Foto
  • Video

Ā© 2024 Copyright Umbriaon s.r.l.