Aggiornamento lunedì 29 luglio, ore 12.00 – Con il passare delle ore, la protesta al carcere di Terni è rientrata. A fare il punto è il garante umbro dei detenuti, Giuseppe Caforio, che lunedì mattina ha svolto un sopralluogo nella struttura detentiva di vocabolo Sabbione, insieme alla comandante della polizia Penitenziaria Vanda Falconi e all’ispettore del carcere, dopo che gli stessi detenuti avevano chiesto un incontro con il garante.
«La situazione di Terni – osserva Caforio – è particolarmente grave per la forte carenza di personale della polizia Penitenziaria e per l’abnorme numero di detenuti arrivato oggi a 570, la maggior parte parte dei quali, nemmeno a dirlo, trasferiti dalla Toscana di cui almeno 150 con problemi psichici. Nella notte è stato necessario un intervento delle forze speciali per contenere la protesta alimentata da alcuni facinorosi, in particolare sette detenuti che sono stati posti in isolamento e dovrebbero essere trasferiti altrove».
«Quantunque gli sforzi della direzione del carcere e della polizia Penitenziaria abbiano raggiunto livelli sovrumani, c’è chi fa 20 ore di servizio continuative e molti dei poliziotti incontrati dal garante lunedì mattina hanno lavorato fino alle 2 della notte scorsa, presentandosi oggi alle 8 al lavoro. Non è in questo modo che si può continuare a gestire le carceri in Italia».
«Occorrono interventi strutturali immediati per una decongestione delle carceri, soprattutto queste umbre, ed interventi nell’area sanitaria di implementazione di medici e infermieri, per ristabilire un livello di civiltà accettabile, dove il diritto alla salute è incomprimibile e non vi sono giustificazioni che possano in qualche modo legittimare l’attuale incredibile situazione».
«L’auspicio – prosegue Giuseppe Caforio – è che in questa settimana il Parlamento possa finalmente dare corso ad un provvedimento che realmente e concretamente sblocchi almeno in parte le situazioni più gravi che si riscontrano nelle carceri, consentendo in questo modo il ristabilimento di quel equilibrio precario e delicato su cui si basa la convivenza carceraria».
Il garante umbro, lunedì mattina a Terni ha ascoltato decine di detenuti «i quali hanno individualmente rappresentato il proprio disagio sia in relazione alle condizioni di sovraffollamento delle singole celle, sia per le situazioni sanitarie e individuali con le diverse patologie per i quali da mesi non ricevono assistenza».
Al momento la protesta è rientrata grazie agli impegni assunti dal garante e dal comando della polizia Penitenziaria ma «permane un equilibrio precario dovuto alle oggettive situazioni che si sono riscontrate all’interno del carcere e pertanto l’auspicio è che da parte del Parlamento e del Dipartimento carcerario possano giungere notizie che riportino una situazione di vivibilità all’interno del carcere di Terni, ma anche nelle altre carceri umbre».
Da alcune ore è in atto, all’interno del carcere ternano, una protesta di detenuti che non intendono rientrare nelle proprie celle. Ne da notizia Fabrizio Bonino, segretario per l’Umbria del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, spiegando che «i detenuti della sezione ‘L’ non hanno fatto rientro in cella. Loro sostengono che trattasi di una manifestazione pacifica per il sovraffollamento. Attendiamo direttive dal comandante. Sono circa 55 detenuti stranieri ed italiani. Per ora dicono che la manifestazione è pacifica ed interessa quella sezione. Il problema può essere l’effetto emulazione delle altre sezioni. Il personale in servizio è pochissimo purtroppo». Bonino torna a denunciare la situazione degli organici del corpo in Umbria e a Terni dove, «per una discutibile decisione dell’attuale provveditore in missione, non è stato dato corso ai provvedimenti dell’Emilia Romagna del personale che non è arrivato nelle carceri umbre mentre i colleghi che dall’Umbria avevano il diritto ai trasferimenti sono partiti tutti».