di Giovanni Cardarello
Sulla roulette del tavolo di verifica del Mef, il Ministero dell’economia e delle finanze, esce il numero 73. È questa la cifra decreta come disavanzo dai tecnici ministeriali in ordine ai conti portati al confronto dalla Regione Umbria. Regione Umbria che, secondo quanto riporta una nota ufficiale dell’ente, dovrà coprire 34 milioni di euro di disavanzo derivanti dal sistema sanitario regionale e altri 39 milioni di euro relativi al fondo di dotazione. Nella stessa nota viene specificato che «da quest’anno il Governo taglierà alla Regione 5 milioni (saranno in tutto 40 nei prossimi 3 anni)».
Questa situazione, cristallizzata dal Tavolo tecnico, secondo il comma 174 della legge 311/ 2004 avente come oggetto ‘Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato’, porta all’avvio della procedura di diffida. I passaggi successivi prevedono che Il tavolo tecnico, entro il 30 aprile, deve ricevere comunicazione ufficiale delle necessarie misure di copertura. Misure di copertura che, ad oggi, sono quelle proposte della giunta Proietti, ovvero aumento di parte delle aliquote Irpef, dell’Irap e del bollo auto. Se queste misure saranno ritenute insufficienti, dal 1° giugno tutte le aliquote Irpef e Irap, indistintamente, verranno portate al massimo livello oltre al divieto di effettuare spese non obbligatorie in sanità. Il paventato e temuto commissariamento.
Questa la parte tecnica e amministrativa della vicenda a cui si aggiunge, inevitabile, quella politica che porta il livello dello scontro allo zenit. Scontro che si sostanzia in due distinte note di stampa dove maggioranza e opposizione si attaccano frontalmente.
Apre i giochi la maggioranza, Pd, Avs, M5S e Umbria Domani, sostenendo che «le bugie della destra hanno le gambe corte e si infrangono con la realtà dei fatti, accertata dal Ministero dell’economia e delle finanze». Spiegando che «il Mef, dopo 5 ore di verifica tecnica, ha avviato la procedura di diffida per la copertura dei conti della Regione accertando un fabbisogno complessivo di 73 milioni di euro». La maggioranza sottolinea che la cifra indicata in conferenza stampa, poco meno di 90 milioni di euro, scende grazie all’incasso del payback farmaceutico e del fondo di premialità. Sottolineando che il dato positivo è stato limitato dal ripiano del fondo di dotazione, per circa 5 milioni di euro. Durissimo l’attacco politico: «È il momento di finirla con le sceneggiate e le speculazioni politiche di una destra fallimentare, sulla quale gli elettori si sono ampiamente espressi, stanchi di disastri e incapacità». Nella stessa nota viene sottolineata la necessità di aprire «una fase di ascolto e confronto con le parti sociali, le associazioni datoriali e i Comuni, con l’obiettivo di arrivare al Mef, entro il prossimo 30 aprile, con una manovra equa e sostenibile e che metta in sicurezza la Regione e la sua sanità pubblica».
A stretto giro di posta arriva la replica, a firma di tutti i consiglieri di opposizione, di Fratelli d’Italia, Umbria Civica – Tesei Presidente, Lega Umbria e Forza Italia. «Non c’è alcun bisogno di ammazzare gli umbri di tasse, lo abbiamo sostenuto nei giorni scorsi e oggi lo ha confermato anche quanto emerso al Mef». Il centrodestra contesta la lettura della maggioranza sottolineando che «il Mef ha certificato che il disavanzo del bilancio sanitario regionale dell’Umbria è di 34 milioni di euro». Specificando che «anche oggi ci troviamo costretti a denunciare la comunicazione fuorviante messa in atto dalla giunta, che ha dichiarato che il disavanzo sarebbe di 73 milioni. Di questi, solo 34 riguardano il bilancio sanitario regionale, mentre 39 sono del fondo di dotazione che peraltro è in atto dal 2013». L’opposizione chiede alla giunta Proietti di «avviare una trattativa con il Mef, chiedendo di dilazionare» il fondo di dotazione. La coalizione che ha sostenuto Donatella Tesei, tanto al governo della Regione Umbria quanto nella recente campagna elettorale, sottolinea infine che «non è stata neppure considerata la partita del payback dispositivi medici, che per l’Umbria vale 48 milioni, prevista dal decreto legge 30 marzo 2023, tabella 8». Il nodo su cui, verosimilmente, girerà la questione politica e amministrativa delle prossime settimane.
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