di Giovanni Cardarello
Nel bel mezzo di una situazione già piuttosto complessa, un nuovo campanello di allarme viene acceso sul funzionamento, e sulla funzionalità , dell’ospedale San Matteo degli Infermi di Spoleto. La situazione complessa è nota. Dopo essere diventato ‘ospedale Covid’ durante la pandemia da coronavirus, il nosocomio Usl2 di Spoleto ha progressivamente perso alcuni pezzi fondamentali del proprio sistema sanitario.
Su tutti il punto nascite. Un reparto fondamentale per mantenere l’emergenza e urgenza di un Dea di primo livello. Ripristino del punto nascite per cui i comitati cittadini per la difesa della sanità hanno raccolto 10 mila firme. Situazione complessa a cui si aggiunge la questione afferente il funzionamento e la garanzia dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza per il reparto di pediatria.
Un allarme rilanciato dal quotidiano ‘Il Corriere dell’Umbria’ nell’edizione di venerdì, con un articolo dove si dà conto di un bando pubblicato lo scorso 18 aprile dalla Usl Umbria 2, con scadenza al 30 giugno. Lì si chiede «ai medici specialisti in pediatria collocati in quiescenza» di rendersi disponibili a prestare «attività clinico assistenziale presso il presidio ospedaliero di Spoleto». La ratio è chiara: senza il ricorso al professionista in pensione, il funzionamento completo del reparto non è garantito in pieno, mettendo così a rischio i Lea.
È il testo del bando stesso a specificare che il ricorso al professionista in pensione è finalizzato ad avere una ‘riserva’ pronta all’uso qualora non ci siano graduatorie dove attingere, per «evitare l’interruzione di pubblico servizio». Entrando nelle pieghe del bando si scopre inoltre che l’incarico è a sei mesi, quanto meno il primo, e che il professionista per essere operativo dovrà essere provvisto di Partita Iva. Pertanto, l’incarico non sarebbe alle dipendenze della Usl Umbria 2 ma si tratterebbe di attività di libera professione. Con tutti gli annessi e connessi del caso.
L’oggetto dell’incarico, si legge nel bando, è quello di prestare «attività clinico assistenziale secondo le necessità aziendali. Le attività saranno espletate personalmente dal soggetto prescelto, in piena autonomia, senza vincoli di subordinazione, utilizzando i locali e le attrezzature messa a disposizione dall’azienda ed in coordinamento con il responsabile di riferimento». La domanda, compilata secondo lo schema presente nel bando, andrà inviata via pec all’indirizzo [email protected]