Una mattinata dedicata a parlare di cura, autonomia e prossimità: si è svolta oggi, nella sala Pirro di palazzo Carrara a Terni, la conferenza stampa di presentazione del progetto finanziato con i fondi del Pnrr per il rafforzamento dei servizi sociali domiciliari, pensati per garantire dimissioni ospedaliere anticipate assistite e prevenire nuovi ricoveri.
Un intervento che vale 346.895 euro, stanziati dall’Unione Europea nell’ambito della Missione 5 – Inclusione e coesione, e che coinvolge una vasta rete di soggetti istituzionali e del terzo settore. Presenti all’incontro: l’assessore al welfare Viviana Altamura, la dirigente dei servizi sociali Donatella Accardo, Alessandra Ascani per la direzione sanitaria dell’azienda ospedaliera Santa Maria e il presidente della cooperativa sociale Actl Sandro Corsi.
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Il cuore del progetto è semplice quanto rivoluzionario: prendersi cura delle persone fragili nel momento più delicato, quello del rientro a casa dopo un ricovero. Un’assistenza gratuita e integrata, fornita direttamente a domicilio, senza vincoli di età o reddito, per favorire una ripresa sicura e rispettosa dei ritmi individuali e familiari. «Questi servizi – ha spiegato l’assessore Altamura – sono una risposta concreta e integrata a persone residenti nei Comuni delle Zone sociali 10, 11, 12. Offrono un sostegno fondamentale alle famiglie, evitando l’ospedalizzazione o il ricorso a strutture residenziali, e mantenendo vive le relazioni e l’equilibrio all’interno dell’ambiente domestico».
I servizi attivi fino al 30 marzo 2026 si rivolgono a tutti i cittadini residenti nei comuni di Terni, Narni, Orvieto, Amelia e in decine di altri centri del territorio, che si trovino in condizioni di fragilità dopo una degenza ospedaliera. Non si tratta solo di assistenza materiale, ma di un percorso costruito su misura, che mette insieme competenze sanitarie e sociali in un lavoro di équipe, dove ogni situazione viene valutata e pianificata per garantire la miglior qualità di vita possibile. «Il punto di forza – ha concluso l’assessore – è proprio la capacità di integrare la parte sanitaria con quella sociale. È una grande opportunità per chi si trova, anche solo temporaneamente, in difficoltà».