Per quella ‘cortesia’ ad un amico, che l’aveva chiesto, in primo grado erano stati condannati ad un anno e otto mesi – l’agente della Stradale in servizio – e a dieci mesi – il collega libero dal servizio che aveva beneficiato del ‘favore – con pene sospese e non menzione. Una sentenza emessa nel novembre del 2022 dal gip di Terni, con le modalità del rito abbreviato, e che ora la Corte d’appello di Perugia – presidente Andrea Battistacci – ha sostanzialmente riformato. Ma facciamo un passo indietro.
Secondo quanto ricostruito dall’accusa, nel febbraio del 2019 un agente della Stradale orvietana, libero dal servizio, stava tornando da un viaggio al nord quando avrebbe contattato l’amico e collega, in servizio, chiedendogli un curioso favore. Ovvero di raggiungerlo nell’area di sosta Fabro Ovest con l’auto di servizio e di ritirare per lui un biglietto di ingresso in autostrada che, una volta consegnato all’amico proveniente dal nord, gli avrebbe consentito di pagare solo 1,80 euro di pedaggio contro gli oltre 40 previsti. E questo sarebbe accaduto, con i due però scoperti e finiti a giudizio per truffa ai danni di Autostrade e peculato (in concorso per colui che aveva chiesto la ‘cortesia’).
Della sentenza di primo grado, abbiamo detto. L’appello – martedì 20 maggio – ha invece stabilito che, per la truffa non sussiste l’aggravante contestata – Autostrade è un soggetto privato, non pubblico – e che, pertanto, l’imputazione è da derubricare in truffa ‘semplice’. Che richiede, per procedere, una querela di parte, mai sporta. Da qui il non luogo a procedere. Per l’ipotesi di peculato, invece, è scattata l’assoluzione per entrambi, non essendosi verificato alcun ‘danno’ sostanziale per la pubblica amministrazione, in ragione del fatto che Fabro è un territorio che rientra appieno nella competenza della Stradale di Orvieto. Ovviamente soddisfatti i legali difensori dei due – l’avvocato Guido Turreni per l’agente in servizio, Francesco Mattiangeli per il collega-beneficiario – che hanno sempre sostenuto la loro estraneità alle contestazioni.