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Home » Collescipoli, scontro sul palazzo comunale: «Petizione con 316 firme non considerata»

Collescipoli, scontro sul palazzo comunale: «Petizione con 316 firme non considerata»

Terni - Prosegue la bagarre sulle sorti della struttura dopo l'avviso di palazzo Spada per la concessione di valorizzazione

di Simone Francioli
26 Maggio 2025
in Dal territorio
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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Non si ferma lo scontro a Terni sul palazzo comunale di Collescipoli, oggetto di un’iniziativa del Comune di Terni per la concessione di valorizzazione. Di mezzo ci finisce il sindaco Stefano Bandecchi ed un dirigente comunale. Ad attaccare è l’associazione culturale l’Astrolabio con firma del presidente Giuseppe Rogari.

LO SCONTRO SULL’IMMOBILE: «NON SARA’ UN B&B»

Bene, cosa è successo? «Abbiamo inoltrato in data 29 aprile 2025 una petizione – documentazione allegata – con la quale 316 firmatari si oppongono alla deliberazione del Comune di Terni in merito alla ‘Concessione di valorizzazione ex articolo 3 bis d.l. n 351/2001, convertito, con modificazioni , in l. n 410/2001 di immobili comunali siti nei borghi del Comune di Terni a fini turistici, alberghieri, culturali e sociali’, da cui si evince che il Comune intende cedere in concessione fino ad un massimo di 50 anni i beni in elenco, fra cui il nostro palazzo comunale».

APRILE 2025: «REVOCARE L’INIZIATIVA PER LA CONCESSIONE»

Con la petizione l’associazione ha chiesto il Comune di recedere per una serie di motivi: «La trasformazione in usi ricettivi comporterebbe lo snaturamento dell’edificio storico simbolo dell’antica municipalità di Collescipoli; con la concessione a privati del bene, sarebbe chiusa la sede distaccata dei vigili urbani con una conseguente perdita di sicurezza, nel palazzo, nel borgo e nel territorio, in un momento in cui atti vandalici e furti si susseguono a ritmo crescente; con la trasformazione in struttura ricettiva del palazzo comunale sarebbe a rischio la conservazione dell’impianto storico, la sicurezza dell’archivio e dei beni mobili antichi presenti nel palazzo; la  cessione in concessione priverebbe il paese di due luoghi importanti: la sala consigliare per le riunioni e la stanza della salara, unico spazio espositivo; questa decisione è stata presa su un bene che si trova in ottime condizioni, visto che erano stati spesi 900 mila euro nel 2005, quindi chi prenderà il bene in concessione lo avrà quasi gratis, anche considerando che i lavori per l’adattamento a struttura ricettiva essere co-finanziati con soldi pubblici (bandi regionali Sviluppumbria/Gepafin). Ricordiamo che Collescipoli non ha alcuna necessità di ulteriori spazi ricettivi, avendo un ostello, un residence, diversi agriturismi ed una country house (ex Conventino) restaurata e vuota ed in vendita da anni; la decisione di cessione in concessione del palazzo simbolo della nostra collettività è stata presa senza alcuna partecipazione della popolazione, sebbene lo Statuto del Comune di Terni prevedeva per decisioni importanti il coinvolgimento delle popolazioni, al tempo attraverso le circoscrizioni».

LE MANIFESTAZIONI DI INTERESSE ARRIVATE IN COMUNE

Dal Comune c’è stata una risposta: «Abbiamo ricevuto una risposta da parte del Comune di Terni, firmata non da un rappresentante politico, ma da un dirigente, da cui si consegue il sospetto che l’amministrazione comunale non abbia alcun riguardo della volontà dei cittadini, calando le proprie decisioni da punti di vista che non rispecchiano le esigenze della popolazione. La risposta fornita dal dirigente, peraltro, non appare corretta, visto che asserisce ‘quanto affermato nella petizione non trova fondamento né nei fatti né sul piano giuridico. L’ amministrazione comunale, nell’ambito del più ampio processo di valorizzazione dei borghi e del proprio patrimonio immobiliare, non ha previsto alcuna forma di alienazione degli immobili pubblici siti nel centro storico di Collescipoli’. Di fronte a questa affermazione invitiamo l’mministrazione a rileggere la nostra petizione, dove mai abbiamo parlato di alienazioni, ma abbiamo bensì scritto ‘si vorrebbe cedere l’immobile in concessione’».

Riteniamo – chiude l’associazione L’Astrolabio – che «non prendere in considerazione una petizione di 316 firmatari e precludere l’audizione in commissione di un nostro rappresentante, è un atto antidemocratico. In questa battaglia di civiltà, ringraziamo l’associazione Italia Nostra dell’Umbria, che ha condiviso l’importanza per la nostra regione della salvaguardia di un palazzo simbolo della storia di un territorio». Una nota inviata per la «mancanza di una risposta da parte del sindaco di Terni». Difficile che si chiuderà così la vicenda.

Terni: valorizzazione immobili comunali. C’è chi si fa avanti per cinque strutture nei borghi

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