Affluenza domenica 8 giugno, ore 12 – Alle ore 12 di domenica l’affluenza in Umbria è stata del 6,75% (in Italia del 7,42% circa). In provincia di Perugia del 6,68% (Perugia città 8,28%) e in quella di Terni del 6,92% (Terni città 7,05%).
Seggi aperti anche in Umbria dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì per il voto su cinque referendum abrogativi in materia di disciplina del lavoro e cittadinanza. Sono in totale 659.162 gli elettori umbri chiamati ad esprimersi, di cui circa 490 mila in provincia di Perugia e poco più di 168 mila in provincia di Terni. In totale sono invece 1.062 i seggi allestiti nei 92 Comuni della regione.
Con i referendum abrogativi si propone ai cittadini di approvare o meno la cancellazione di una legge o di una sua parte. Affinché siano validi sarà necessario raggiungere il cosiddetto quorum, cioè dovrà andare a votare il 50% più uno delle persone che ne hanno diritto. Chi andrà a votare riceverà una scheda per ogni quesito referendario, ognuna di colore diverso. Ogni scheda contiene una descrizione della norma che potrebbe essere cancellata in tutto o in parte, e chiede a chi vota se è favorevole alla cancellazione. Quindi, per abrogarla bisogna votare ‘sì’, per mantenerla bisogna votare ‘no’.
Dopo essersi recati al seggio e aver compiuto le procedure di riconoscimento con i propri documenti, gli elettori potranno ritirare tutte e cinque le schede, solo alcune o anche nessuna di essa (in questo caso l’elettore risulterà ‘non votante’ e quindi non contribuirà al raggiungimento del quorum), un documento di identità valido e la tessera elettorale. Se invece la scheda viene ritirata e poi restituita al presidente di sezione senza passare dalla cabina elettorale, allora la scheda viene considerata nulla e quindi anche quel ‘non-voto’ contribuisce al quorum.
Ecco nel dettaglio la materia dei cinque referendum, i primi quattro proposti dalla Cgil in tema di lavoro e il quinto, proposto da +Europa, in tema di cittadinanza. Disciplina sui licenziamenti illegittimi e contratto a tutele crescenti (scheda verde): si propone l’abrogazione di uno dei decreti del Jobs act – introdotto nel 2015 – che riguarda il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Il quesito referendario propone di cancellare la norma che consente alle imprese con più di 15 dipendenti di non reintegrare un lavoratore licenziato anche nel caso in cui il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto.
Indennità per licenziamenti nelle piccole imprese (scheda arancione): questo quesito mira ad eliminare il tetto massimo all’indennità per licenziamenti illegittimi nelle aziende con meno di 15 dipendenti, consentendo al giudice di determinare l’importo senza limiti predefiniti. In caso di licenziamento illegittimo oggi un lavoratore può al massimo ottenere sei mensilità di risarcimento.
Utilizzo dei contratti a termine (scheda grigia): si propone l’abrogazione di alcune norme contenute nel decreto legislativo 81 del 15 giugno 2015, che regolano la possibilità di instaurare contratti a tempo determinato e le condizioni per le proroghe e i rinnovi. In particolare i rapporti a termine possono oggi essere instaurati fino a 12 mesi senza alcuna ragione oggettiva che giustifichi il lavoro temporaneo. Il quesito, invece, chiede che venga ripristinato l’obbligo di causali per questi contratti.
Salute e sicurezza sul lavoro negli appalti (scheda rossa): il quesito chiede l’abrogazione della norma che esclude la responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore, per gli infortuni sul lavoro derivanti da rischi specifici dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici.
Concessione della cttadinanza italiana per stranieri (scheda gialla): si propone di dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale in Italia richiesto agli stranieri extracomunitari maggiorenni per poter richiedere la cittadinanza italiana. La proposta non modifica gli altri requisiti previsti dalla legge, che restano invariati: tra questi, la conoscenza della lingua italiana, il possesso di un reddito adeguato negli ultimi anni, l’assenza di precedenti penali, la regolarità fiscale e l’assenza di motivi ostativi legati alla sicurezza della Repubblica.