Accordo di programma Ast. Tesei: «Disinteresse istituzionale? Falsità»

La presidente della Regione replica a Confartigianato e coglie l’occasione per riepilogare la vicenda. La replica di Paparelli

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Dopo l’intervento di Confartigianato Imprese Terni («Accordo di programma Ast sparito dall’agenda politica») e l’incontro di mercoledì fra Comune di Terni e sindacati, con relative note stampa a consuntivo, è la presidente della Regione Donatella Tesei a parlare del tema – da tempo sospeso – dell’Accordo che porterebbe ad Ast-Arvedi, ed al territorio ternano e umbro, risorse e quindi prospettive di sviluppo. E lo fa partendo proprio dalle osservazioni di Confartigianato che, per Tesei, «stupiscono. Si parla di ‘sostanziale disinteresse’ da parte delle istituzioni locali e nazionali, nonché di una ‘scomparsa della questione Ast dall’agenda politica’: un comunicato che evidenzia purtroppo una scarsa conoscenza sia della situazione attuale, sia dell’iter seguito e comunicato passo dopo passo in questi ultimi anni».

TUTTO SU AST – UMBRIAON

«Proprio in termini di aggiornamento della situazione alla comunità umbra – prosegue Donatella Tesei – lo scorso 26 giugno ho riferito all’aula dell’assemblea legislativa, rispondendo personalmente ad un’interrogazione, ricordando fatti, percorso e risultati di questa amministrazione in materia e relazionando anche rispetto alle ultime interlocuzioni con Governo ed azienda sul tema. Interlocuzioni che sono continue, anche in questi giorni. Colgo però l’occasione che mi dà Confartigianato per ritornare nuovamente su questo tema sicuramente strategico e di cui mi sono occupata personalmente e con costanza quasi quotidiana».

«Le acciaierie di Terni – osserva la presidente della Regione Umbria – negli anni precedenti questo Governo regionale, hanno attraversato complesse situazioni gestionali che più di una volta sono sfociate in lunghi e complicati momenti di difficoltà, risolti anche grazie alle azioni delle forze sindacali. Al momento del nostro insediamento, le acciaierie erano state messe in vendita dall’allora proprietà tedesca, che da tempo non le considerava strategiche e per questo risultavano assolutamente carenti di investimenti, quindi in crisi di competitività e con rischi concreti per occupazione ed intero indotto. Insieme al Governo nazionale abbiamo accompagnato il cambio di proprietà, cercando di evitare assetti che non davano garanzie di rilancio e prospettive occupazionali: anche grazie a questa azione, siamo arrivati all’acquisizione dell’Ast da parte di un solido gruppo italiano, Arvedi, che ha subito e con grande correttezza stretto contatti con le istituzioni locali, predisponendo rapidamente un piano industriale credibile ed ambizioso e dando luogo a primi immediati investimenti e riorganizzazione, nella salvaguardia dell’occupazione. Ricetta che ha dato immediatamente stabilità all’azienda».

«Insieme al Governo nazionale ed alla nuova proprietà, abbiamo individuato nell’Accordo di programma lo strumento giusto per coniugare gli indispensabili ed ingentissimi investimenti privati, con le necessarie risorse pubbliche ed altre condizioni abilitanti di supporto, nell’ottica della piena realizzazione di quel piano industriale che consentisse stabile ed ulteriore rilancio e sviluppo occupazionale. L’Accordo in questione prevede oltre un miliardo di euro di investimenti, di cui circa 300 milioni con fondi pubblici ed il resto a carico della stessa nuova proprietà. L’impegno della Regione non si è esaurito qui, infatti abbiamo provveduto anche a facilitare le condizioni infrastrutturali con il finanziamento della bretella Staino-Prisciano ed i miglioramenti continui della Orte-Civitavecchia, strategica per Ast».

«Io stessa poi – prosegue Donatella Tesei – ho chiesto ad Arvedi, in appositi tavoli di confronto, che anche le aziende locali competitive potessero recitare un ruolo importante nel piano industriale in corso perseguito proprio da Arvedi, gruppo che ringrazio per il leale e continuo confronto, per il lavoro svolto e per gli investimenti già messi in essere e che avverranno in azienda ed anche per quelli di responsabilità sociale nei confronti del territorio che arriveranno con modalità già definite. Così come ringrazio le forze sindacali per il lavoro ed il senso di responsabilità dimostrati in questi anni. Per ciò che concerne, infine, la discarica, abbiamo vigilato sull’accordo tra le parti interessate, che dovrà soddisfare anche quelle condizioni di sostenibilità ambientale che per me, nell’intero piano, vengono al pari di quelle di sviluppo industriale ed occupazionale».

«Tutto questo lungo e complesso lavoro ha fatto sì che nonostante l’inflazione, il caro energia, e la crisi del mercato, la nuova Ast, abbia retto il mercato e, a differenza del passato, non vi siano state crisi. L’ultimo miglio dell’Accordo di programma, che la Regione per parte propria ritiene da tempo sottoscrivibile registrando comunque gli investimenti già iniziati da parte dell’azienda, è rappresentato dal costo dell’energia, problema strutturale e comune in Italia a tutte le aziende energivore che sono alle prese con costi superiori al resto d’Europa. Anche in questa direzione, nonostante il nostro ruolo istituzionalmente e funzionalmente limitato in materia, ci siamo attivati con Enel per far sì che le parti potessero raggiungere il miglior accordo possibile. Oltre questo, abbiamo sollecitato la soluzione di un problema strutturale e nazionale di un comparto di aziende, tra l’altro acuito a Terni decenni fa con la vicenda degli espropri, che ha visto la creazione di un tavolo nazionale tra le parti ed i vertici del Governo, che è ancora al lavoro».

«Alla luce di tutto ciò – conclude la presidente della Regione – mi sembra fuori luogo parlare di disinteresse da parte della politica regionale, quando invece questo è uno dei dossier più complessi che ho ereditato e per questo curato personalmente come tutti possono testimoniare. Invito, pertanto, Confartigianato ad informarsi meglio sui fatti prima di esprimersi con affermazioni paradossali ed in tal senso ribadisco la mia più totale disponibilità al fine di fornire dettagliatamente tutto il percorso e i risultati in esso ottenuti, nonché le future evoluzioni, a Confartigianato e a quanti ne sentissero il bisogno».


Fabio Paparelli

A replicare alla Tesei è il consigliere regionale Pd Fabio Paparelli: «Ci stupiamo che la presidente della giunta regionale Donatella Tesei si stupisca per le critiche ricevute da Confartigianato Terni in merito alle questioni riguardanti Ast. In questi anni, la scomparsa della questione Ast dall’agenda politica regionale è un
dato di fatto, così come la completa assenza di politiche industriali per lo sviluppo dell’area ternana. Su questi temi abbiamo incalzato la Giunta regionale a più riprese, con ben quattro interrogazioni e sei mozioni, senza ricevere risposte convincenti e impegni concreti. A conferma di ciò – prosegue – basti ricordare il completo abbandono del programma relativo all’Area di crisi complessa che ad oggi risulta completamente svuotato. In assenza di un nuovo accordo di programma non solo non vengono date risposte in termini di investimenti Ast, ma mancano i presupposti per mettere in campo misure importanti legate alla competitività del territorio sia in termini di sostenibilità ambientale che di sviluppo del sistema imprenditoriale locale. Almeno in sei occasioni abbiamo assistito
ad annunci su un imminente firma di accordi di programma di cui non c’è stata traccia. Del tutto ignorate anche le ragioni delle piccole e medie imprese
dell’indotto Ast – ricorda Paparelli – che hanno dovuto scontare anni difficili con restrizioni e sacrifici fin sopra le possibilità senza la men che minima attenzione della regione. Il comparto si aspettava un tavolo a tutela di questo settore che non è mai stato convocato».

«La presidente Tesei porta con se’ anche la responsabilità di aver non voluto dare continuità al lavoro fatto dalla giunta regionale precedente sui temi della produttività e che ha sottoscritto l’accordo di programma nel 2018 per la riqualificazione dei poli siderurgici e chimico, mettendo a disposizione 30 milioni di euro di risorse ottenute tramite la legge 181 di cui ne sono state utilizzate soltanto una parte, oltre a 36 milioni di risorse regionali. Perfino il polo chimico ternano – conclude – che in passato ha rappresentato un’eccellenza e un grande motivo di speranza per lo sviluppo e per una nuova identità industriale del territorio, attende ancora oggi risposte che sono mai arrivate per incapacità manifesta di questa giunta regionale e di chi la sta guidando».

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