‘Agibilità politica’: Perugia ‘impantanata’

La denuncia di Radicaliperugia e Pd: «Difficile raccogliere firme a Pian di Massiano e durante manifestazioni del centro. Servono risposte»

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Difficoltà nel portare avanti una raccolta firme nel centro della città come a Pian di Massiano. La questione ‘agibilità politica’ a Perugia fa acqua da tutte le parti.

Criticità Con questo intento, sabato mattina, i Radicaliperugia assieme alla consigliera comunale del Pd Sarah Bistocchi e alla professoressa Francesca Candori del coordinamento per la Democrazia costituzionale, hanno organizzato una conferenza stampa per tornare sul tema e provare a scuotere la giunta Romizi. «Negli ultimi mesi – denunciano Michele Guaitini e Andrea Maori dei radicali – si sono moltiplicati i casi di difficoltà nel poter raccogliere pubblicamente sottoscrizioni per proposte di legge di iniziativa popolare, cioè un istituto costituzionalmente tutelato».

Il caso Impegnato in una raccolta firme per l’iniziativa ‘Ero straniero’, il movimento radicale, nei mesi scorsi, si è visto impedire da parte di Sipa, la multinazionale spagnola che gestisce tutti i parcheggi in città, l’organizzazione di banchetti per la raccolta firme «con la motivazione che, al mercato del sabato, è possibile solo fare informazione. Ma l’informazione serve per raccogliere firme» commentano i rappresentanti. Infatti, in base alla convenzione col Comune, la gestione commerciale e non commerciale nei giorni di mercato a Pian di Massiano è di esclusiva competenza del comune, l’unico titolato a concedere le autorizzazioni di suoi pubblico.

Discriminazioni? «Ancora più gravi – proseguono – sono i divieti che vengono dati durante tutte le iniziative pubbliche che si svolgono nel centro della città. I radicali non sono stati autorizzati a raccogliere firme durante tutta la settimana della manifestazione del 1416 durante il quale tutto il centro è stato bloccato e in questi dieci giorni di Umbria jazz durante i quali fioriscono iniziative spontanee di ogni genere. Di tutto questo – denunciano i radicali – sono responsabili gli uffici, regolamenti interpretati in modo molto restrittivo e l’incapacità della politica a porvi rimedio. Rispetto a questa situazione viene quindi chiesto che la giunta si esprima quanto prima». A partire da una risposta all’interrogazione avanzata dai consiglieri Pd Tommaso Bori e Sarah Bistocchi alla giunta, per capire come mai alcuni partiti politici sono stati autorizzati e altri no.

‘Poca trasparenza’ Altro punto dolente è la mancata applicazione dei dispositivi di applicazione delle petizioni sottoscritte con firme autenticate e certificate da centinaia di cittadini di Perugia sulla trasparenza dei lavori del consiglio comunale e delle commissioni. «Già da dicembre sono state approvati i dispositivi della petizione sulla trasparenza online dei lavori del consiglio, delle commissioni, della messa in rete di tutte le sedute, verbali etc… Insomma è stato tutto approvato tranne una revisione dei criteri di assegnazione dei gettoni di presenza. Al momento il dispositivo della petizione non è stato messo in opera».

Proposta di legge Infine è stata presentata una proposta di legge nazionale di iniziativa popolare sulla partecipazione, trasparenza e misurazione della qualità dei servizi promossa da Radicali Italiani, insieme ad altre forze politiche tra cui il coordinamento per la Democrazia costituzionale. Tra i vari punti della proposta – su cui si stanno raccogliendo le cinquantamila firme previste dalla Costituzione – ci sono anche quelle di rendere obbligatori i referendum propositivi, abrogativi e confermativi gli statuti di tutti i Comuni, di dare la possibilità agli immigrati residenti da almeno 3 anni i referendum comunali e i referendum comunali su aumenti di tributi e tariffe per interventi di scopo così come per chiudere o privatizzare società partecipate e la pubblicizzazione del patrimonio immobiliare dei Comuni. Infine la proposta di legge propone di rendere più agevole la raccolta firme con una semplificazione dell’autentica delle sottoscrizioni.

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