Era il giorno di San Valentino del 1987 quando, a Roma, in via Prati di Papa, Rolando Lanari rimase ucciso in un agguato terroristico, insieme all’assistente Giuseppe Scravaglieri, mentre effettuava l’itinerario di scorta ad un furgone postale.
Due testimonianze commoventi

Nelle immediate vicinanze c’era Mina Cennamo, oggi, vice ispettore della polizia, all’epoca sedicenne: arrivò sul luogo dell’agguato e in quell’istante decise che avrebbe fatto il poliziotto. Non c’era invece Gaetano Bruno, ispettore di polizia che invece ci sarebbe dovuto essere, ma che si era accordato per un cambio di mansione con Lanari. Le testimonianze di Cennamo e Bruno sono state fra le più toccanti in occasioni delle celebrazioni in ricordo del sacrificio del poliziotto umbro, medaglia d’Oro al Valor Civile, che si sono tenute presso l’istituto per sovrintendenti della polizia di Stato di Spoleto, a lui intitolato.
Il ricordo a Spoleto
La cerimonia ha avuto inizio con la deposizione di una corona presso il monumento a lui dedicato da parte del direttore dell’istituto Maria Teresa Panone nonché dell’arcivescovo di Spoleto-Norcia, del prefetto, del questore della provincia di Perugia e del sindaco di Massa Martana, alla presenza della mamma di Rolando, la signora Eugenia Vergari. C’erano anche due scolaresche di Massa Martana, luogo di nascita di Lanari. Ne è seguita la funzione religiosa, officiata presso la cappella dell’istituto da monsignor Renato Boccardo con il cappellano militare regionale Don Mirco Boschi.
Il filmato
Trasmesso anche un filmato che ha ripercorso le fasi del tragico evento del 14 febbraio 1987, anche con la visione della lettera di una giovane, oggi vice ispettore, che rivolgendosi al capo della polizia, esprimeva il suo cordoglio e la sua rabbia per la morte dei due giovani agenti, sottolineando l’esempio e la fonte d’ispirazione per una futura speranza di indossare la divisa della polizia di Stato.