Alta tensione in Ast: relazioni sindacali a rischio. Entro maggio 2023 nuovo laminatoio

Terni – Si fa acceso il confronto rsu-azienda. In arrivo in 7/8 mesi dal Bahrein un impianto di seconda mano rimesso a nuovo

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Un debutto decisamente ‘pungente’ quello della nuova rsu di Acciai Speciali Terni, insediatasi giovedì e subito protagonista di una polemica molto accesa con la direzione aziendale. Che si è trovata spiazzata di fronte al comunicato diffuso dai delegati di fabbrica, che hanno puntato il dito su temi come sicurezza e ambiente, manutenzioni, mancati riconoscimenti professionali e diatribe interne, oltre che sul confronto in corso sul premio di risultato. E così l’azienda ha preso carta e penna e risposto punto per punto, in una lettera inviata alle segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl, alle accuse.

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Il botta e risposta

«Stupore e rammarico» sono i sentimenti con cui la direzione aziendale dice di aver letto le critiche, ventilando il rischio che possa essere compromesso il corretto sistema di relazioni sindacali. Quanto poi alle contestazioni, sul fronte della sicurezza il gruppo Arvedi ha fatto sapere di ritenerla un tema primario, testimoniato dal costante miglioramento degli indicatori sugli infortuni. Così come sono stati rimarcati l’impegno nelle manutenzioni, attraverso gli investimenti fatti sugli impianti, e la «sensibilità sociale» dimostrata dal riconoscimento economico di 250 euro elargito a tutti i lavoratori (di cui 200 con il bonus carburante dal decreto aiuti, ndr). Viene poi ritenuto inoltre «ampio e approfondito» il confronto con le organizzazioni sindacali sul premio trimestrale, che procede secondo le tempistiche condivise. Per ora non si registrano controrepliche ufficiali da parte delle segreterie territoriali, ma probabile che la polemica non finirà qui.

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L’impianto dal Barhein

Intanto che l’azienda voglia dare impulso al piano di investimenti, andando anche oltre quanto annunciato, lo dimostra l’acquisto di un nuovo impianto di laminazione a freddo che si sta concludendo in Bahrein ed una linea combinata a caldo e a freddo. Un impianto di seconda mano, il cui revamping sarà affidato alla Danieli di Udine, la cui installazione e la successiva attivazione sarebbero stimate dall’azienda in 7/8 mesi, una tempistica decisamente più rapida rispetto ai 2-3 anni che potrebbe richiedere una linea realizzata da zero. Impianto che una volta riqualificato (nonostante un incendio che lo ha visto protagonista qualche anno fa) dovrebbe comunque garantire performance efficienti. Una scelta, quella di ‘rigenerare’ vecchie linee dismesse, fatta già in passato dal gruppo Arvedi in altri stabilimenti, così come da molte altre aziende del settore siderurgico. L’investimento complessivo si aggirerebbe intorno ai 25 milioni di euro, da aggiungere al pacchetto da un miliardo di euro già annunciato dal cavalier Arvedi.

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