Fra Sarri e Geppetto. Perugia, ecco Alvini: rappresentante che si fece allenatore

Video – La conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore del Perugia

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di P.C.

Non guarda quasi mai in camera, segno evidente di timidezza o comunque di ritrosia all’esposizione di sé; non nasconde il suo passato di lavoratore ‘normale’, anzi lo usa per spiegare lo spirito con cui si presenta al massimo palcoscenico della sua lunga carriera da allenatore; parla a voce bassa ma incisiva, con quell’accento toscano che non lo rende greve, ma anzi paternalistico. Per questo, nonostante i tanti punti in comune con lui, sottolineati da tanti, più che Sarri, per il modo di fare il nuovo allenatore del Perugia Massimiliano Alvini sembra assomigliare a Geppetto, quello interpretato da Nino Manfredi nel teleromanzo di Comencini.

Entusiasmo di un esordiente

«Approccio questa avventura con il massimo dell’entusiasmo come tutte le altre 20 stagioni e con la passione che ho dentro. Quando ho parlato con il presidente mi ha chiesto di lavorare e lavorare. Ha preso un allenatore che si rispecchia in questa cosa e vorrei essere giudicato da quello che faremo sul campo. La serie B sarà molto difficile con grandi squadre, ma anche il Perugia lo è e farà il suo cammino. Ci aspetta un campionato con grandi sfide. In questo momento voglio pensare al presente, poi lo dirà il tempo quello che riusciremo a fare».

«Quando guardavo il Curi…»

«C’è una particolarità nella mia vita, ho fatto il rappresentante di calzature e passavo spesso per Perugia e spesso c’era il Curi illuminato che sognavo di raggiungere un giorno. Per questo essere qui oggi qui è motivo di grande soddisfazione, soprattutto esserci arrivato col lavoro. Con Maurizio Sarri c’è grande amicizia oltre che una grande stima. Ho passato i pomeriggi a seguire i suoi allenamenti quando era ad Empoli. Fucecchio è un paese fantastico di cui Montanelli è il più illustre rappresentante. Mi rende molto orgoglioso questo e mi riconosco nel suo essere Toscanaccio. Qualche strillo lo sentirete anche da me».

«Ma non mi ha portato la piena…»

«Voglio essere chiaro, non mi ha portato qui la piena del Tevere e voglio dimostrare di meritare questa opportunità. L’apporto del pubblico è fondamentale. Quest’anno ho allenato a Reggio Emilia, piazza fantasia e passionale, e l’assenza del pubblico è stata molto pesante. Penso che il presidente sia stato convinto dalla voglia che avevo negli occhi quando ci siamo incontrati».

Squadra aggressiva

«Mi piace l’idea di una squadra aggressiva che domini la partita. Ho grande fiducia nelle scelte di mercato che farà la società. Io voglio incidere sul campo. Questa è una squadra che ha vinto un campionato difficilissimo in un girone complicato, per cui le scelte della società sono state esemplari e mi fido di loro anche per il futuro».

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