di Giovanni Cardarello
Con un post doppio, comparso sulle rispettive bacheche Facebook, il sindaco di Perugia Andrea Romizi (Forza Italia) e il consigliere regionale umbro Andrea Fora (Patto Civico) hanno annunciato di voler correre insieme alle elezioni comunali della tarda primavera del 2024. E, verosimilmente, anche alle regionali in programma ad ottobre del prossimo anno. Ma con possibile slittamento, causa varo dell’ultima Legge di bilancio della legislatura, a febbraio 2025.
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Chiari i termini della comunicazione, dal doppio post agli intenti, passando per la foto con tanto di look identico. «Abbiamo deciso di condividere una progettazione futura» scrive Romizi e «vogliamo costruire un progetto che metta insieme le migliori energie della città» gli fa eco Fora. Molto netto, e chiaro, anche il percorso che parla di confronto costante, di obiettivi comuni, di fattori che uniscono di gran lunga superiori a quelli che li separano, alla necessità che «Perugia continui a crescere e ad esprimere tutto il suo enorme potenziale». Per non tacere dei temi strategici di politica generale.
«Abbiamo deciso di percorrere insieme la strada per Perugia 2024 all’insegna dell’innovazione – concludono Romizi e Fora -, vogliamo costruire un progetto che metta insieme le migliori energie della città, anche con idee diverse, per il bene dei perugini». «Il fatto che siamo amici – ha chiosato Fora – è secondario, ma conta. Perché i grandi progetti hanno bisogno di fiducia e lealtà per essere realizzati».
L’annuncio non ha colto quasi nessuno di sorpresa. In verità, infatti, era in nuce da settimane, ovvero da quando Bandecchi aveva deciso di sfilarsi dalla partita del ‘grande centro’ annunciando la candidatura del suo vicesindaco a Terni, Riccardo Corridore, a presidente della Regione Umbria. Forse ha sorpreso il solo Giacomo Leonelli che con Fora aveva condiviso il progetto Terzo Polo e con il quale era in piedi un dialogo per Perugia e Regione: «È ovvio che questo non può essere il mio percorso» ha scritto, non senza una punta di stizza, sui social.
Ma il tema vero è un altro. Quanto questo ‘listone’, che peraltro coinvolge quasi certamente anche il consigliere comunale di Italia Viva, Emanuela Mori, e tratta con intensità con Progetto Perugia, possa sparigliare le carte su uno scenario già consolidato. Ovvero Marco Squarta candidato alle Europee, Margherita Scoccia in corsa per il Comune di Perugia e Donatella Tesei confermata alla presidenza della Regione Umbria. Il progetto spariglia, eccome se spariglia, se non altro perché il 27 ottobre 2019, un’era geologica fa a livello politico, Andrea Fora era stato eletto consigliere regionale con la coalizione di centrosinistra e che nel 2021 si era speso per la vittoria di Andrea Sisti (Pd e M5s) a Spoleto.
Ma in che modo il listone Romizi-Fora potrebbe sparigliare? La partita, come accennato proprio da umbriaOn lo scorso 18 ottobre, è doppia e prevede un incastro per cui l’accordo quadro europee, comunali e regionali si tiene solo se ogni pezzo del puzzle si incastra con l’altro. Sostanzialmente un unico filo che, se spezzato, farebbe crollare gli altri pezzi.
Gli scenari diventano cosi, molteplici e complessi e ve ne segnaliamo due. Il primo riguarda le comunali di Perugia dove Forza Italia potrebbe essere tentata, forte del consenso di Romizi, del sostegno di Tajani e dei sondaggi in crescita, dalla corsa solitaria in alternativa a Scoccia. Il ‘rischio’, vista l’attuale debolezza del centrosinistra e l’incognita del candidato bandecchiano Baiocco (comunque segnalato da sondaggi riservati sopra la doppia cifra), è quello di arrivare al ballottaggio con la candidata di Fratelli d’Italia e giocare nell’uno contro uno tutte le carte. Una sorta di riedizione, meno hard e in salsa perugina, di quanto accaduto a Terni nel 2022.
Il secondo strappo arriverebbe a livello regionale dove, al momento, l’accordo prevede Romizi con un ruolo preminente in caso di vittoria della Tesei, vice con delega alla sanità o presidente del consiglio regionale. Ma qui la partita è davvero difficile da decifrare. Soprattutto perché, in primo luogo, il voto è lontano e poi perché la consultazione avviene con turno unico. In questo caso, nonostante le rassicurazioni generali sulla conferma della Tesei, tanto da Forza Italia, e quindi Romizi, quanto di Fratelli d’Italia, tramite Prisco, il rischio di un Latini-bis è sempre sullo sfondo.
E qui entra in ballo uno dei tanti rumor, secondo il quale potremmo trovarci di fronte ad un centrodestra diviso in tre tronconi, con lo stesso Romizi a battagliare per il bersaglio grosso. Uno scenario che, di fatto, riapre la partita anche a Corridore e, verosimilmente, a Camilla Laureti ma che, visti i numeri di oggi, vedrebbe ancora Fratelli d’Italia e Forza Italia giocare la partita ‘l’un contro l’altro armati’ e con le Lega costretta a rincorrere. Ad oggi, ovviamente, sono solo scenari, ipotesi. L’accordo non sembra in discussione ma le fibrillazioni fino a qualche settimana fa, quasi inesistenti tra Legge di bilancio nazionale, riforma istituzionale da varare entro giugno, elezioni europee e manovre in corso al centro, iniziano a crescere forti e i segnali vanno colti.