Regione, Comune di Perugia: partita doppia per le candidature

Il lungo anno elettorale in Umbria arriva alla stretta decisiva per i nomi in ballo: il punto dopo la discesa in campo di Serse Cosmi

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di Giovanni Cardarello

‘Simul stabunt vel simul cadent’, ovvero ‘Insieme staranno oppure insieme cadranno’. Si potrebbe riassumere cosi, con la storica frase proferita da Papa Pio XI in sede di firma dei Patti Lateranensi, la situazione relativa alla doppia (anzi tripla) tornata elettorale che nel 2024 vedrà coinvolta la politica regionale e quella perugina. Una tornata che deciderà il destino amministrativo dei principali enti regionali, la Regione Umbria e il Comune di Perugia, oltre che la rappresentanza dell’Italia centrale, e quindi del territorio umbro, al Parlamento Europeo.

I giochi si sono aperti da tempo, di fatto dalla sera del ballottaggio per le elezioni comunali di Terni quando, contro ogni previsione, l’ex presidente della Ternana Calcio Stefano Bandecchi ha superato il candidato del centrodestra, l’ex assessore al bilancio della giunta Latini Orlando Masselli. Sì perché il ‘fattore Bandecchi’ può essere un elemento decisivo. E vediamo perché, partendo dalle date.

Le elezioni per il sindaco di Perugia si terranno lo stesso giorno delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, ovvero il prossimo 9 giugno, mentre quelle per la Regione si terranno nel prossimo autunno, verosimilmente il 27 ottobre 2024. Ad oggi sappiamo davvero poco di ufficiale, l’unica certezza è che il sindaco di Perugia in carica, Andrea Romizi, non potrà concorrere per il terzo mandato alla guida della sua città. La modifica della norma non è andata in porto. Detto questo ecco cosa bolle in pentola nei vari schieramenti.

Partiamo dal centrodestra, ad oggi favorito per la doppia conferma fra palazzo Donini e palazzo dei Priori. Al momento il nome caldo è quello di Donatella Tesei che verrebbe ricandidata, con accordo del fronte al completo, più alcune liste civiche e verosimilmente Italia Viva. Accanto a lei correrebbe in ticket proprio Romizi, che guiderebbe la lista di Forza Italia e punterebbe allo scranno di presidente del consiglio regionale. È evidente che parliamo di due rappresentanti di Lega e Forza Italia, partiti che, ad oggi, non sommano la sostanza di Fratelli d’Italia. Possibile che il partito maggiore della coalizione dia il via libera all’operazione senza colpo ferire?

E qui si sostanzia il concetto di ‘Simul stabunt vel simul cadent’: il candidato sindaco di Perugia sarà inevitabilmente in quota Fratelli d’Italia. Il nome caldo, il nome giusto, sarebbe quello di Marco Squarta che, però, viene segnalato in corsa per uno scranno europeo. L’altro nome in rampa di lancio è quello di Margherita Scoccia, assessore comunale all’urbanistica, militante nel Fuan negli anni degli studi universitari, poi impegnata attivamente in Alleanza Nazionale e confluita per linea diretta in Fratelli d’Italia. Due donne – lei e la Tesei -, due amministratrici di lungo corso, due figure in grado di garantire un esito elettorale positivo e un patto ad incastro, un patto win-win, che farebbe contente tutte le forze politiche che sostengono il governo Meloni.

Ma se solo uno dei tasselli dovesse venir meno, come un domino impazzito, salterebbe tutto il quadro e scatterebbe il quadro alternativo. Un quadro che vuole Romizi candidato presidente della Regione, Marco Squarta candidato sindaco di Perugia e Tesei e Scoccia in campo per Lega e FdI per Europee e regionali. Ma siamo davvero nel campo del fantastico, oer ora.

Dove invece le ipotesi sono qualcosa di più è il campo dei civici dove Alternativa Popolare di Bandecchi è segnalata con il vento in poppa in alcuni sondaggi ‘romani’: sarebbe in doppia cifra sia al Comune di Perugia – dove corre con Davide Baiocco – che alla Regione, dove uno dei ‘corteggiati’ sarebbe Andrea Fora. I numeri e le leggi elettorali a geometria variabile al momento non danno a Bandecchi e ai suoi, reali opportunità di vittoria, ma di certo gli conferiscono l’opportunità di sparigliare e di minare il percorso del centrodestra, il vero avversario del sindaco di Terni. Bandecchi che, peraltro, sta facendo un pensiero corposo alla corsa per uno scranno a Bruxelles, una corsa che lo proietterebbe, in via definitiva, sulla politica nazionale. Da valutare le compatibilità con la carica di sindaco in caso di elezione.

Dove invece è tutto davvero in alto mare è il centrosinistra, inteso come campo largo, anzi larghissimo. Ragionando da Azione ad Alleanza Verdi e Sinistra, passando per le varie anime del Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle che nelle tornate amministrative è sempre al di sotto del valore reale. La logica vorrebbe Camilla Laureti ricandidata a Bruxelles, il segretario regionale e consigliere uscente, Tommaso Bori, candidato alla presidenza della Regione – con un accordo di ferro con Thomas De Luca dei 5 Stelle – e Paolo Belardi, ingegnere e presidente del corso di laurea in design dell’università di Perugia, in corsa per il Comune.

Ma la logica, spesso, non è la qualità maggiore che alberga nel centrosinistra umbro, e in particolare nel Pd locale, soprattutto ora che la sirena Bandecchi sembra fischiare in quella direzione politica e quando arrivano da Roma spinte fortissime per ‘fare spazio’ a pezzi da novanta della politica nazionale e internazionale, come Paolo Gentiloni, Nicola Zingaretti e Marta Bonafoni. Tutti nomi che potrebbero spingere la Laureti verso la corsa a presidente della Regione (sempre in accordo con i 5 Stelle). In quel caso Bori guiderebbe la lista del partito e Francesca Tizi in corsa per Perugia. C’è poi la riproposizione del quadro delle politiche del settembre 2023, quando il centrosinistra si presentò in tre tronconi distinti. In questo caso sarebbero in corsa tutte candidature di bandiera che però al momento sono difficilmente individuabili.

L’ultimo tassello del domino è di queste ore e corrisponde al nome di Serse Cosmi, storico allenatore del Perugia, mentore calcistico di Baiocco e molto attivo nella società civile perugina. Cosmi, via Instagram, ha lanciato la propria disponibilità a candidarsi sindaco per il centrosinistra ripercorrendo un percorso simile a quello che ha portato Damiano Tommasi a diventare primo cittadino di Verona. Un percorso tutto civico che all’atto finale ottiene il sostegno dei partiti. Al momento è una candidatura di nicchia ma chissà che la regola del ‘Simul stabunt vel simul cadent’ non valga anche per le forze di centrosinistra? La partita è appena iniziata.

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