Amministrative 2024: l’accordo tra Romizi e Fora ‘spariglia’ e fa riflettere
di Giovanni Cardarello
Lo scorso fine settimana la politica perugina, ma in realtà complessivamente quella umbra, ha registrato una potente accelerazione in direzione dell’avvio della campagna elettorale. Anzi delle campagne elettorali visto e considerato che nel 2024 gli elettori del territorio regionale, e del capoluogo in particolare, saranno chiamati alle urne per ben tre volte. A giugno per le elezioni europee e per l’elezione diretta del sindaco di Perugia e del consiglio comunale, ad ottobre, ma con rischio slittamento e febbraio 2025, per l’elezione del presidente della Regione Umbria e del consiglio regionale.
L’accelerazione è rappresentata dall’annuncio del sindaco uscente, Andrea Romizi, e del consigliere regionale, Andrea Fora, di costruire una lista comune. Una lista che parte da Forza Italia e Patto Civico ma che, verosimilmente, ricomprenderà anche Italia Viva di Matteo Renzi e Progetto Perugia. Almeno nelle intenzioni dei promotori. Un annuncio che, se da un lato semplifica il quadro generale, dall’altro lato costringe i concorrenti a rompere gli indugi e a chiudere tutti gli accordi in lavorazione. Il tempo stringe.
Alla luce di tutto questo è però già possibile individuare le liste in gara per la carica di primo cittadino e per comporre gli oltre 500 candidati dai quali usciranno i 32 rappresentanti in consiglio comunale che governeranno la città fino al 2029.
Ad oggi si contano almeno una quindicina liste pronte alla contesa. Nel 2019 erano state 22. Vediamole insieme. Partiamo dai favoriti, il centrodestra che, salvo ribaltoni e modifiche di scenario, metteranno in campo Margherita Scoccia come candidato sindaco e le liste di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia allargata a sostegno. A queste dovrebbe aggiungersi Umbria Civica, guidata dell’attuale presidente del consiglio comunale Nilo Arcudi, e da una lista del candidato sindaco. Dall’altro lato ci sarà il campo larghissimo del centrosinistra che però è ancora alla ricerca del campione che li dovrà rappresentare. Il nome caldo resta quello di Paolo Belardi, ingegnere e presidente del corso di laurea in design dell’università di Perugia. Ma dopo il buon successo di Marsciano, non sono da escludere le primarie di coalizione con il consigliere uscente del Pd Marko Hromis che, spinto da diversi iscritti, scalpita per misurarsi. La coalizione ad oggi è composta da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Partito Socialista, la lista Civica di Croce e Maddoli e la lista civica del candidato sindaco.
Sfoglia la margherita Giacomo Leonelli che con la sua Azione, dopo la scelta di Fora, deve valutare se correre in solitaria come candidato sindaco o se mettersi in gioco nella coalizione di centrosinistra. Avrà un peso quello che si muove a livello nazionale con Calenda che, dopo il divorzio da Renzi e la fine del Terzo Polo, deve ancora indicare una direzione netta. Alla contesa, come noto, prenderà parte Alternativa Popolare di Stefano Bandecchi che per Perugia ha fatto una scelta ‘calcistica’, indicando l’ex mediano del Grifo Davide Baiocco. Baiocco che avrà una, se non due, liste civiche a suo supporto. Completano il quadro il progetto civico di Serse Cosmi che, al di là delle smentite di rito, lavora sempre per essere il ‘Damiano Tommasi di Perugia’ e il progetto dell’area politica dell’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che con il suo Forum per l’Indipendenza Italiana punta a raccogliere i seguaci del generale Roberto Vannacci. Un progetto che secondo quanto raccolto da autorevoli insider della politica romana, potrebbe decidere di usare le comunali di Perugia come primo test del nascente movimento nazionale. E siamo appena a novembre.