Arturo Bocciardo – il capitano d’industria che fu presidente dell’Ilva, nominato nel 1921 anche amministratore delegato della società Terni – si adoperò durante la guerra per salvare alcuni ebrei dalle deportazioni naziste: è questo il particolare finora inedito che emerge dalla pubblicazione degli atti processuali relativi al procedimento giudiziario a cui l’imprenditore venne sottoposto nel contesto delle epurazioni condotte nell’immediato dopoguerra e che si concluse con la sua assoluzione. Il memoriale difensivo presentato da Bocciardo di fronte all’Alta Corte di Giustizia per le sanzioni contro il fascismo è pubblicato per la prima volta all’interno del libro ‘L’unica via è il pensiero’, pubblicato da Intermedia Edizioni.
La storia ripercorsa nel volume
Dalle carte emerge che Bocciardo salvò due famiglie di ebrei dalla deportazione, una di queste quella dell’ingegnere triestino Alessandro Basevi l’altra famiglia dell’ingegner Gino Fanno. Pur essendo un ardente fascista, Bocciardo si adoperò per salvare la vita alle due famiglie ebree le cui lettere di gratitudine e riconoscenza entrarono a far parte del fascicolo processuale. I due ingegneri che Bocciardo salvò dalle deportazioni naziste ricoprirono incarichi di grande rilievo nell’industria italiana post bellica. Basevi divenne infatti commissario dell’Ansaldo e Fanno commissario della San Giorgio. Arturo Bocciardo diede dimostrazione di una coraggiosa difesa degli interessi nazionali e ternani in particolare opponendosi alle asportazioni che i tedeschi avevano intenzione di operare ai danni dell’acciaieria di Terni sul finire della guerra. Rischiando in proprio, si oppose alla spoliazione dell’industria ternana e fu violentemente minacciato dai nazisti che lo convocarono appositamente a Berlino. I tedeschi si appropriarono comunque dell’asportazione dei macchinari industriali, ma furono costretti dall’azione di Bocciardo a stipulare comunque un accordo con la Repubblica sociale in base al quale le aziende italiane che avevano subito le ruberie avrebbero avuto comunque diritto ad essere rimborsate, seppur con modalità del tutto vaghe. Queste ed altre vicende sono trattate da Roberto Rago nel libro ‘L’unica via è il pensiero’ (da pochi giorni in distribuzione), che ricorda l’azione ed il lavoro di Vincenzo Pirro.