«L’acqua deve diventare uno strumento di pace e cooperazione: serve maggiore attenzione e sensibilizzazione sul tema, oltre che una presa di coscienza del ruolo strategico della materia idrica nelle vicende geopolitiche mondiali. L’acqua come strumento di dialogo e cooperazione tra i popoli. Un cambio di prospettiva per una convivenza pacifica». In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, sabato 22 marzo ad Assisi si è svolto il convegno a firma Ab Aqua, il primo think tank italiano di idro-strategia.
Ad aprire i lavori è stato il co-fondatore e direttore di Ab Aqua, Roberto Natali, che si è soffermato sull’importanza strategica, in tutte le sue forme, dell’acqua, ed ha anticipato la volontà da parte del centro studi di lanciare una ‘costituzione dell’acqua’. Ab Aqua è un nucleo di ricerca e consulenza (composto da professionisti ed esperti di settore con conoscenze trasversali) in grado di sviluppare significative e innovative strategie di gestione sostenibile delle risorse idriche. «Sfruttarne le opportunità è altamente strategico – ha affermato Natali – se non si risolve la questione dell’acqua non si risolvono gli altri problemi, l’acqua pulita favorisce salute e istruzione, la parità di genere, un futuro sano e luminoso».
Monsignor Vincenzo Paglia, già Arcivescovo di Terni e presidente della Pontificia accademia per la vita, ha notato come i problemi legati al tema idrico nascano «da una totale assenza di visione. Siamo entrati nel nuovo millennio senza adottare uno sguardo complessivo, è sconcertante la scarsa consapevolezza dell’opinione pubblica riguardo la consistenza dell’acqua. È urgente una nuova comprensione del pianeta acqua», ha aggiunto il monsignore, ricordando comunque i progressi sul tema fatti dalla Chiesa grazie alle prime due encicliche di Papa Francesco: «E’ nata una nuova concezione – ha sottolineato – si parla di pianeta casa, di un nuovo umanesimo planetario».
Il diplomatico Pietro Sebastiani, ambasciatore d’Italia e responsabile Lumsa university Africa center, già ambasciatore presso la Santa Sede, ha auspicato che l’acqua possa trasformarsi in «carburante della cooperazione», nel contesto di una «cooperazione internazionale che sta vivendo un momento difficile. L’acqua può fare da innesco e diventare un elemento fondamentale, come lo sono stati il carbone e l’acciaio nel 1951. Dall’acqua si può ripartire per ricostruire qualcosa, così come è avvenuto dopo la seconda guerra mondiale».
Il profilo storico della materia idrica è stato invece affrontato dal professor Luciano Bozzo, dell’Università di Firenze, che ha definito l’acqua «il liquido amniotico della storia, dei miti, della filosofia e delle strategie politiche». Infine, la giornalista di Rai Radio 1 Sonia Filippazzi ne ha tracciato la dimensione comunicativa, soffermandosi sul potere e la volontà dei media di dovere e poter sensibilizzare sulla questione. «Servono spazi maggiori nel mondo dell’informazione e della comunicazione – ha evidenziato – ogni notizia sull’acqua è un’occasione di crescita per la comunità». A chiudere i lavori il presidente di Ab Aqua Filippo Verre, con una lezione sull’importanza geopolitica dell’idro-strategia negli accadimenti mondiali, tale da influenzare le sorti di economia, immigrazione e conflitti.