Ast, Castano: «Piano non sarà un pesce d’aprile. L’azienda torni alla normalità»

Il responsabile delle relazioni industriali: «In fabbrica virus pericolosi e tensione costante, ora basta»

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di F.L.

Il piano industriale di Ast «non sarà un pesce di aprile», anzi il gruppo Arvedi vuole investire e instaurare un nuovo «metodo di confronto» con le organizzazioni sindacali, anche per far tornare l’azienda «alla normalità». Scherza sulla data scelta per illustrare i progetti, rassicura i lavoratori e non le manda a dire alla vecchia gestione dell’acciaieria, il responsabile delle relazioni industriali di Arvedi, Giampietro Castano, che giovedì mattina è intervenuto al congresso provinciale della Uilm di Terni. Una presenza, la sua, proprio per testimoniare – ha spiegato – l’importanza per l’azienda dei rapporti sindacali.

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Crescita volumi, magnetico, tutela occupazione

«Nelle prossime settimane, dopo la presentazione del piano industriale il primo di aprile – ha detto Castano prendendo la parola – dovremo affrontare i problemi e cercheremo di affrontarli insieme. Gli incontri di queste settimane sono stati utili per conoscerci e capire i metodi che intendiamo utilizzare. Metodi di confronto e chiarezza nella definizione degli obiettivi e di capacità di ascolto delle rispettive posizioni ed esigenze. Dopo la presentazione del piano industriale dovremo gestirlo». Un piano – ha ribadito Castano – che prevede «molti investimenti, alcune novità, come la reintroduzione del famoso magnetico, e soprattutto la crescita dei volumi produttivi». «Questo – ha aggiunto – si farà anche con la collaborazione di tutti. Saranno necessarie delle riorganizzazioni e probabilmente sarà necessario affrontare alcune questioni di efficientamento dell’organizzazione del lavoro (è intanto slittato al 29 marzo l’incontro su questo punto, ndr). C’è un impegno del cavalier Arvedi alla tutela dell’occupazione, in modo particolare dove si produce l’acciaio, e credo che, se lavoreremo tutti con impegno, anche le difficoltà che ci saranno nella gestione dei problemi saranno superate».

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«Stop manifesti anticorruzione»

Poi il riferimento alla vecchia proprietà. «Ho vissuto in un’altra veste – ha ricordato Castano, allora a capo dell’ufficio vertenze del Mise – i momenti drammatici del 2014, che hanno portato poi ad una situazione difficile, sia per i comportamenti che ha avuto la precedente proprietà sia perché si sono introdotti dei virus pericolosi e negativi, da un certo punto di vista, che hanno creato una situazione di tensione costante, di anormalità». L’obiettivo primo – ha detto ancora Castano – «è quindi far diventare Ast un’azienda normale, in cui non vedono più i manifesti in cui si dice che qui siamo contro la corruzione». Un riferimento chiaro alle campagne di comunicazione volute dalla precedente gestione, in particolare dopo le inchieste che hanno riguardato alcuni dipendenti. «E ci mancherebbe altro – ha detto ancora il manager tra gli applausi della sala -, in nessun’altra azienda italiana se entri ci sono manifesti di questo tipo. Non voglio criticare il passato, ma se c’erano delle ragioni per fare queste cose, vorremmo che oggi non ce ne fossero più. Un’azienda normale è un’azienda in cui le relazioni sindacali sono normali, in cui ci si confronta e si cerca insieme di trovare soluzioni. Se lo faremo insieme – ha concluso – otterremo risultati importanti».

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