Ast, città e ambiente: «Ognuno faccia il suo»

Dall’appalto per lo smaltimento delle scorie alla discarica di Valle, dalle ‘polveri’ di Prisciano («problema superabile») alle autorizzazioni ed i monitoraggi aggiuntivi: l’assessore comunale all’ambiente dice la sua

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di Benedetta Salvati
Assessore all’ambiente del Comune di Terni

Benedetta Salvati

L’attesa notizia da parte di AST di aver assegnato l’appalto per il trattamento delle scorie è stata accolta con soddisfazione da questa amministrazione. Quell’impianto infatti costituisce una delle prescrizioni dell’autorizzazione integrata ambientale che, seppur in tempi lunghi, deve trovare finalmente la sua applicazione con la realizzazione del progetto affidato alla ditta finlandese.

Come tecnico ne riconosco tutti i limiti, legati alle caratteristiche chimico fisiche meccaniche dei materiali recuperabili che tuttavia possono essere superati, ma soprattutto limiti legati alla commercializzazione e quindi all’effettivo utilizzo del materiale stesso. Voglio sperare però che l’idea di economia circolare da tanti ormai evocata non rimanga solo tale.

È necessario pertanto che si sviluppi una politica economica nazionale tale per cui la possibilità di utilizzo di questi materiali sia incentivata rispetto all’utilizzo di materiali di origine naturale la cui estrazione porta necessariamente ad uno sfruttamento eccessivo delle risorse del territorio, con i nostri fiumi ridotti spesso a cave di sabbia e breccia che deturpano il paesaggio.

I tempi di realizzazione di tale impianto non saranno brevissimi in quanto strettamente legati ai tempi necessari per ottenere tutte le autorizzazioni, tra cui quelle ambientali, il cui rilascio è in capo alla Regione dell’Umbria cui chiedo la massima sollecitudine per questo iter autorizzativo e comunque il rispetto dei limiti temporali fissati dalla legge.

Rispetto al progetto mi preme di sottolineare un aspetto che a mio parere appare risolutivo del grave problema delle polveri di Prisciano. Nonostante gli scetticismi espressi da alcuni, ritengo questa sia l’occasione per liberare finalmente i cittadini di quel quartiere da una realtà nella quale per anni sono stati costretti a convivere in quanto, nonostante tutti gli interventi messi in atto dall’azienda, gli abitanti del quartiere hanno dovuto continuare a subire danneggiamenti dei loro beni provocati dalle polveri aggressive proventi dalla rampa scorie dell’area di scorifica delle paiole.

Sono perfettamente consapevole che il progetto del recupero dello scorie non sostituirà la discarica della società Ast. La stessa infatti, per comprensibili motivi e almeno per alcuni anni, continuerà ad essere utilizzata per la quota parte di scorie non trattate. Su questo punto sono ferma nel sostenere che, visto che le normative di settore ci sono e sono anche molto vincolanti e restrittive, l’impegno da parte mia sarà quello di stimolare Regione ed Arpa alla costante verifica del rispetto da parte di Ast di tutto quanto previsto dalla legge, onde evitare una compromissione irreversibile delle matrici ambientali che interessano una discarica di rifiuti speciali pericolosi come quella di Ast.

Vorrei riservare un riflessione a parte rispetto alla questione del rinnovo dell’Aia di AST il cui iter è da troppo tempo iniziato. A tal proposito sollecito anche qui la Regione affinché lo porti a conclusione nel più breve tempo possibile.

Nell’attesa comunque di un nuovo quadro prescrittivo elaborato sulle Bat (migliori pratiche possibili) di settore, mi rendo promotrice nei confronti dell’azienda di un progetto di monitoraggio delle emissioni che possa esulare da qualsivoglia futura condizione prescrittiva. Con ciò mi riferisco a quei sistemi di video controllo, da tanto tempo proposti da diversi interlocutori, a monitoraggio delle emissioni fuggitive dei principali reparti delle acciaierie che si vedono talune volte uscire dagli stessi.

Sappiamo infatti che le emissioni convogliate sono già dotate di sistemi di monitoraggio in continuo i cui dati vengono direttamente trasmessi ad Arpa. Questa proposta potrebbe portare ad una trasparenza massima nella gestione degli impianti da parte di Ast anche per identificare tempi e modi che portano ai fenomeni di fuoriuscita di emissioni fuggitive, intervenendo sulle stesse in modo più veloce ed efficace possibile.

Sono convinta che la nostra città debba diversificare la propria economia ma anche che una Terni senza acciaieria, ipotesi questa che alcuni ambientalisti nei fatti perseguono, sarebbe una Terni senza storia, senza presente e senza futuro, almeno per vari decenni ancora, come sono convinta che chiunque detenga la proprietà delle gloriose acciaierie di Terni debba farlo nella massima trasparenza e rispetto della città e del suo territorio in un rapporto aperto e costruttivo, nell’osservanza non solo delle leggi, ma innanzitutto della salute dei lavoratori e dei cittadini tutti.

La scienza propone oggi soluzioni d’avanguardia un tempo inimmaginabili che vanno perseguite ed utilizzate a vantaggio di tutti, anche a costo di investimenti importanti, perché occorre sempre coniugare l’utile aziendale con la compatibilità ambientale e lo sviluppo armonico della nostra gente di cui è giusto che Ast e le altre industrie siano partecipi.

Solo da questo corretto equilibrio e da una collaborazione autentica fra industria e territorio, Terni potrà guardare con maggiore serenità alla ripresa economica, allo sviluppo, alla lotta alla disoccupazione in un ambiente salvaguardato, recuperato e mantenuto tale come è avvenuto ed avviene in qui paesi evoluti che queste esperienze hanno già positivamente vissuto.

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