Ast: burocrazia blocca investimenti e allunga i tempi per l’accordo di programma

Terni – Venerdì incontro al Mimit. Il 30 giugno nuova scadenza per l’iter tecnico verso la firma dell’intesa

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Il gruppo Arvedi conferma la volontà di investire nello stabilimento di Acciai Speciali Terni, le difficoltà «amministrative e tecniche» hanno finora bloccato il percorso verso la conclusione dell’Accordo di programma che dovrà sostenere questi investimenti, anche se queste ora sembrano essere finalmente superate. Per la firma, però, bisognerà ancora attendere, sicuramente mesi. È quanto emerso venerdì nel corso del tavolo convocato al ministero delle imprese e del made in Italy dal ministro Adolfo Urso, alla presenza delle organizzazioni sindacali nazionali e territoriali, dei vertici dell’azienda, dei rappresentanti di ministero dell’Ambiente, Invitalia e Regione Umbria.

L’incontro

Niente svolta. La Regione: «Superate le difficoltà tecniche»

La svolta, come preventivato, ancora non c’è stata e non ci sarà a stretto giro, ma è stata indicata una nuova deadline nel percorso: entro il 30 giugno è prevista la fine dell’iter tecnico per l’implementazione dell’istruttoria che consentirà all’azienda di poter presentare la domanda – in un vero e proprio ‘click day’ – per accedere ai fondi della finanza agevolata. Per palazzo Donini erano presente la presidente Donatella Tesei. «Dall’incontro – puntualizza la Regione – è emerso il superamento delle difficoltà tecniche di accesso ai fondi utili al cofinanziamento parziale del Piano industriale per la decarbonizzazione ed il rilancio industriale di Ast da un miliardo di euro, sostenuto con più di 700 milioni dal Gruppo Arvedi e che porterà il sito ternano ad essere uno dei player di riferimento in Italia ed in Europa della siderurgia. L’azienda ora dovrà presentare, entro la mattina del 30 giugno, la domanda di accesso alla finanza agevolata, cui seguirà, con un dettagliato cronoprogramma che è stato illustrato, la firma dell’accordo». La Tesei ha ribadito la «strategicità dell’azienda non solo per l’Umbria, ma anche in una prospettiva di interesse nazionale, soprattutto per ciò che concerne l’acciaio Inox – dove rappresenta uno tra i primi 4 produttori in Europa – tubi, fucine e lavorazione del magnetico il cui ritorno della produzione significa giocare da Terni un ruolo da protagonisti nella rivoluzione che sta portando l’auto elettrica». Sponda Ast, Caldonazzo ha sottolineato che entro il 30 giugno sarà inoltrata «la domanda di accesso alla finanza agevolata» e, nel confermare la quota di investimento privata, «ha confermato i livelli occupazionali con eventuale possibilità di crescita nel corso della realizzazione del piano industriale, le cui tempistiche sono state giudicate compatibili con l’iter che si sta seguendo».

Gambardella (Uilm)

La Uilm: «Recuperare i ritardi»

«È trascorso oltre un anno dall’acquisizione di Acciai Speciali Terni da parte del gruppo Arvedi – dichiarano Guglielmo Gambardella, segretario nazionale Uilm, e Simone Lucchetti, segretario Uilm Terni al termine dell’incontro – ma la realizzazione del nuovo Piano industriale, fulcro del futuro Accordo di programma di Terni, ancora non decolla. Il miliardo di euro di investimenti previsti dal Piano industriale che consentirà l’aumento dei volumi produttivi fino ad 1,5 milioni di tonnellate di prodotto finito e che prevede nuovi impianti, produzione ambientalmente compatibile, energia rinnovabile, elettrolizzatori e idrogeno non può essere bloccato dalla burocrazia. Gli altri competitor non stanno fermi e Acciai Speciali Terni deve avere gli stessi fattori di competitività rispetto agli altri, a partire dal costo dell’energia, anche per affrontare la concorrenza sleale». L’azienda – spiega la Uilm – ha confermato di voler investire oltre 700 milioni di euro, dopo gli 800 milioni già investiti per l’acquisizione, provvedendo già ad avviare l’acquisto di nuove macchine. «Adesso la politica deve fare la sua parte ed adoperarsi per far superare le difficoltà amministrative e tecniche per l’approvazione dell’Accordo di Programma che creerà le condizioni di contesto per accrescere la competitività di Ast» aggiungono. «Occorre porre fine – dicono Gambardella e Luchetti – a questa fase di incertezza sul destino di oltre tremila lavoratori ternani, fra indiretti ed indiretti, ed assumere in tempi brevissimi le necessarie decisioni per l’approvazione dell’Accordo di programma ed avviare la fase esecutiva del Piano industriale». A giugno è stato già pianificato un incontro fra organizzazioni sindacali e proprietà per una verifica di dettaglio sui livelli produttivi e prospettive industriali. «A seguito di quest’incontro – dicono i sindacalisti della Uilm valuteremo le ulteriori iniziative da intraprendere».

Michele De Palma (Fiom Cgil)

La Fiom: «Nuovo incontro al ministero entro la fine di giugno»

Il segretario generale della Fiom Cgil Michele De Palma e quello locale, di Terni, Alessandro Rampiconi, affermano di aver manifestato «grande preoccupazione, durante l’incontro, per la mancanza di certezze sia sul piano industriale che sull’accordo di programma. E’ necessario avere garanzie sull’occupazione, dei diretti e dell’indotto, e sulla continuità di lavoro – osservano i due sindacalisti – visto che nell’ultimo mese l’azienda è ricorsa all’utilizzo della cassa integrazione. Per la Fiom è necessaria la programmazione e per questo è necessario fissare un incontro rapidamente presso il ministero, nella seconda metà del mese di giugno, per verificare l’andamento del percorso per l’accordo di programma a seguito del piano industriale. Il ministero e la politica devono svolgere la propria parte – affermano De Palma e Rampiconi -, è trascorso oltre un anno dall’acquisizione di Acciai Speciali Terni da parte del gruppo Arvedi. È il piano industriale il punto da cui iniziare il confronto tra i sindacati e l’azienda nei prossimi giorni per valorizzare le produzioni, a partire dalle linee guida del piano che devono trovare concretezza in particolare relativamente al magnetico e alla filiera del tubo. Occorre chiarire riguardo agli investimenti pubblici e privati per il processo di sostenibilità ambientale, in primis decarbonizzazione e ambientalizzazione. Nel confronto con i ministeri competenti e la Regione Umbria – concludono gli esponenti della Fiom Cgil – andranno affrontati anche i punti critici riguardanti le infrastrutture, dal costo dell’energia fino alla logistica. Bisogna tenere insieme gli investimenti, la garanzia occupazionale, la sostenibilità ambientale e la tutela delle condizioni di lavoro e della salute e sicurezza».

Giovacchino Olimpieri (Fismic Confsal)

Fismic: «Troppe incertezze»

«Come Fismic Confsal abbiamo richiesto che si avvii l’apertura del tavolo industriale con l’Azienda al più presto – dichiarano Giovacchino Olimpieri e Marco Bruni della Fismic Confsal -, dato che fino ad ora non è stato possibile per mancanza di determinazioni e di certezze sull’Accordo di programma. Attendiamo l’accordo volto a dettagliare le linee produttive, gli investimenti e i livelli occupazionali, che partirà dall’accordo di programma, per esprimere un giudizio di merito, ad ora impossibile a causa di troppe incertezze. Il ministero, di cui apprezziamo l’operato, si è mostrato interessato all’argomento e presumibilmente riconvocherà il tavolo ai primi giorni di luglio. La nostra attenzione su tutto il processo, in quanto organizzazione sindacale che si batte sempre in tutela dei diritti occupazionali e salariali dei lavoratori, è alta. Continueremo ad operare e a monitorare tutti i passaggi che porteranno all’Accordo con Ast, per cercare di ottenere i migliori risultati a favore di tutti i lavoratori» concludono Olimpieri e Bruni.

Daniele Francescangeli (Ugl)

Ugl: «Ora le istituzioni facciano tutte la propria parte»

«Abbiamo richiesto al Ministro Urso – affermano Daniele Francescangeli (vice segretario nazionale con delega alla siderurgia Ugl), Diego Bordacchini e Antonello Martoni (vice segretari provinciali Ugl) – di aprire un percorso per coinvolgere il sindacato su Ast, alla luce del piano industriale da un miliardo di investimento annunciato dal gruppo Arvedi. Serve accelerare il percorso per definire il programma da tempo annunciato. L’adozione di sistemi di energie rinnovabili e dell’idrogeno, la sostenibilità ambientale delle produzioni, la modernizzazione delle infrastrutture e il recupero delle scorie sono tutti elementi indispensabili per la competitività delle acciaierie Ternane, argomenti che devono essere messi al centro delle scelte di politica industriale del Governo e della politica locale. Il miliardo di euro di investimenti – spiegano gli esponenti dell’Ugl – è vincolato ad alcuni fattori, come il costo e la produzione di energia verde per supportare la totale transizione degli impianti e su questo il Governo dovrà essere risolutivo. Dalle istituzioni locali ci aspettiamo soluzioni su altri fattori localizzativi, a partire dalle infrastrutture e dal trasporto di merci in entrata e in uscita dalla conca ternana, che aumenterà proporzionalmente le produzioni. La crescita, se ci sarà, dovrà essere integrata con l’indotto delle grandi e piccole aziende che creano quella rete di servizi indivisibili per Ast. Inoltre, come dichiarato dal ministero, entro il 30 giugno dovrà essere depositata la domanda per ottenere la prima trance del finanziamento statale e il Governo si è preso l’impegno con una nuova convocazione nel mese di luglio. Nel frattempo – concludono Francescangeli, Bordacchini e Martoni – abbiamo richiesto un confronto partecipativo per rendere esigibile il futuro piano industriale. Noi come Ugl abbiamo sempre rivendicato sobrietà nelle interlocuzioni e la difesa dei posti di lavoro».

Riccardo Marcelli (Cisl)

La Cisl: «»

La Cisl e la Fim Cisl dell’Umbria sottolineano che «permangono difficoltà su questioni fondamentali come energia e infrastrutture che confermano le preoccupazioni espresse dalle organizzazioni sindacali che hanno sempre rivendicato un accordo territoriale che nei suoi fattori localizzativi poteva favorire Ast, il tessuto industriale e in generale tutta la comunità. Al momento – osservano la Cisl regionale e la Fim Cisl – sarebbero 840 milioni di euro le risorse che Arvedi intenderebbe investire sul territorio ternano per il piano industriale. È stata confermata la volontà di lavorare sui pilastri già dichiarati come il rafforzamento dell’inossidabile, compresa la produzione di tubi e di fucinati, determinanti in questo contesto storico, l’efficientamento degli impianti produttivi, la decarbonizzazione del sito produttivo, riportando la lavorazione del magnetico a Terni. L’azienda ha affermato che entro il 30 giugno saranno depositate le domande di accesso alla finanza agevolata propedeutiche alla sottoscrizione dell’accordo di programma e del contestuale piano industriale. Accordo di programma che comunque non terminerà il proprio iter prima della conclusione dell’anno. Nelle dichiarazioni aziendali – prosegue la Cisl – si è percepito che se da una parte c’è una sorta di semaforo verde, confermando la volontà di mantenere la forza occupazionale e di incrementarla laddove possibile utilizzando i temi della sostenibilità ambientale economica e sociale, dall’altra restano ancora tutti i nodi da sciogliere. Ribadiamo alle istituzioni di essere coinvolte sugli sviluppi dell’accordo di programma e di conseguenza sul piano industriale, riconfermando la centralità di tutte le produzioni e di quelle che torneranno, confermando il ruolo di Terni anche nel piano della siderurgia nazionale. Tutti insieme dovremo mettere in campo quelle azioni volte al rilancio del sito ternano e di conseguenza la tutela occupazionale sia diretta che indiretta».


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