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Home » Ast, le telecamere dividono i sindacati

Ast, le telecamere dividono i sindacati

di Marco Torricelli
18 Ottobre 2015
in Ast, Economia, Imprese, In evidenza, Lavoro
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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L’annuncio lo aveva fatto il segretario, Daniele Francescangeli, parlando con umbriaOn: la Ugl non ha firmato l’accordo che prevede l’utilizzo dell’impianto di videosorveglianza. «Non abbiamo avuto la possibilità – aveva detto Francescangeli – di ricevere quelle spiegazioni e quei chiarimenti che ritenevamo indispensabili. Il nostro non è un giudizio negativo, ma semplicemente non è un giudizio, in quanto non siamo stati messi in condizione di esprimerlo in maniera compiuta, soprattutto in relazione alla privacy dei lavoratori, alla gestione delle registrazioni e all’effettivo utilizzo della tecnologia ai soli fini della sicurezza».

Francescangeli Ugl
Daniele Francescangeli

La nota La cosa non è piaciuta, tanto che le Rsu Ast di Fim, Fiom, Uilm e Fismic, fanno sapere che «in relazione alla improvvisata posizione assunta dalla Ugl e resa nota tramite organi di stampa, in merito al verbale di accordo sottoscritto giovedì sera, riguardo l’utilizzo di telecamere di videosorveglianza nel solo ente magazzino centrale, ritengono opportuno diramare un comunicato con corrette informazioni ai lavoratori».

Le esigenze aziendali L’utilizzo di tali strumenti, spiegano le quattro componenti della Rsu, «avviene a fronte di esigenze aziendali volte a tutelare il patrimonio dal rischio di incendio e da possibili ammanchi. Il progetto aziendale iniziale, era completamente diverso, prevedeva l’utilizzo totale del sistema, il quale inevitabilmente riprendeva i lavoratori, durante tutto il turno e nella continuità operativa, precostituendo la fattibilità di possibili azioni disciplinari nei confronti degli addetti».

Le modifiche Ci sarebbero stati «tre confronti specifici sull’argomento ed un sopralluogo congiunto in reparto», al termine dei quai «l’azienda ha recepito tutti i nostri punti ed elementi di contrarietà, consentendo l’accordo sindacale ed escludendo la possibilità di un percorso unilaterale della stessa, tramite intervento all’ispettorato del lavoro, dove sarebbe prevalsa la filosofia del Jobs act. L’accordo nella sostanza – spiegano Fim, Fiom, Uilm e Fismic – ha limitato l’accensione nel solo orario dove non è in corso una continuità lavorativa e ha registrato per iscritto, la volontà e l’impegno aziendale di non utilizzo per fini disciplinari delle registrazioni che tra l’altro hanno durata di 24 ore e sono monitorate da un ente aziendale specifico, il tutto chiaramente, in ottemperanza delle leggi vigenti e del garante della privacy».

«Posizione inaccettabie» Poi arriva la stoccata: «Come Rsu di Fim, Fiom, Uilm e Fismic, riteniamo inaccettabile la posizione espressa dalla Ugl, che non era presente giovedi alla riunione, partecipando ai precedenti incontri facendo sostanzialmente scena muta. Anche in altre circostanze l’Ugl non aveva partecipato agli incontri, dando sempre sia a noi che all’azienda, il mandato a procedere limitandosi a ratificare dove necessario. È ovvio che la posizione della UGL, diversa dalla linea del passato, sia solo strumentale e dettata da qualche interesse particolare e non di merito e per questa ragione e senza fare polemica, già dal prossimo incontro come Rsu, in caso di assenza di tale organizzazione, affermiamo di non essere più disponibili a ricevere la loro delega a procedere».

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