Ast, licenziamento collettivo per 15 operai

Terni: lo ha annunciato l’ad Burelli, saranno accompagnati alla pensione. I sindacati dettano le loro condizioni

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La giustificazione data è quella del ‘turn over’, fatto sta che l’Ast attiverà un procedimento di licenziamento collettivo: l’annuncio della volontà di nuove fuoriuscite – una quindicina di persone che verranno accompagnate alla pensione – l’ha data giovedì pomeriggio l’ad Massimiliano Burelli ai segretari di Fim, Fiom, Uilm, Fismic,Ugl e Usb.

Le parole dei vertici

Massimiliano Burelli

«In data odierna come organizzazioni sindacali – spiegano in una nota unitaria le sei sigle – siamo stati convocati dall’amministratore delegato di Ast, il quale ha rappresentato alle stesse la volontà di procedere all’attivazione di un procedimento di licenziamento collettivo, finalizzato all’accompagnamento alla pensione di personale operaio che potrebbe avere i requisiti necessari. Su detto provvedimento potrebbe interessare, sempre a detta dell’amministratore delegato, circa 15 unità lavorative. Come organizzazione sindacali, ribadiamo che un’azienda che guarda al futuro, si dovrebbe preoccupare di investire in altro e non in fuoriuscite di personale».

Le richieste

Durante l’incontro i rappresentanti dei lavoratori hanno unitariamente sostenuto che «non ci sono pregiudizi nel condividere tale percorso» a condizione che l’azienda si impegni su alcuni punti. Garantire la volontarietà all’uscita dei lavoratori interessati, definire, se previsto, un incentivo equo per tutti i lavoratori che intenderanno aderire volontariamente al procedimento di accompagnamento alla pensione; impegnarsi da subito alla stabilizzazione di una parte dei contratti interinali in essere, almeno in ugual numero delle uscite, al fine di mantenere gli attuali livelli occupazionali. «Le questioni sopra dette – scrivono – sono per le organizzazioni sindacali punti dirimenti al fine di poter sottoscrivere un accordo che coglie questi obiettivi sopradetti. Al contrario se ciò non dovesse verificarsi ci troveremmo di fronte ad una mera e pura riduzione di personale e di costi aziendali sulla quale abbiamo già dichiarato una nostra indisponibilità. Nei giorni prossimi, l’azienda avvierà tale procedimento e verificheremo se ci saranno le condizioni sopra dette».

Leonardo Grimani

Il senatore Leonardo Grimani

«L’esito del vertice dei giorni scorsi – si legge in una nota del senatore Pd Leonardo Grimani – non può ritenersi soddisfacente e permangono i dubbi su quali siano le reali prospettive che la Thyssenkrupp ha in mente per uno stabilimento che per stessa ammissione sia dei vertici della multinazionale che dell’ad Burelli è ancora in grado di produrre utili. In particolare, le affermazioni pronunciate nel corso dell’incontro dai rappresentanti della Tk e cioè che pur non risultando più strategico per il core business della multinazionale, il sito non è in vendita, contraddicono con quelle arrivate dai vertici della stessa qualche mese fa che parlavano invece di cessione». Per Grimani appare quindi necessario «che l’azienda faccia chiarezza su questo fronte e su quello del piano industriale e si presenti al prossimo tavolo, così come aggiornato dal Ministero, con figure di primo piano, che possano dissipare ogni dubbio. Questo anche alla luce all’annuncio fatto ieri dall’ad di Ast Burelli di procedere a 15 licenziamenti fra gli operai con una procedura collettiva: anche se sono poche persone che saranno accompagnate al pensionamento, è comunque una decisione preoccupante e testimonia la volontà della multinazionale di un disimpegno e disinteresse verso il sito ternano, da attuare attraverso una politica di basso profilo». Colpisce, infine, il senatore, «come la situazione di Ast non interessi il Governo, che sinora non ha ritenuto di dover presenziare ad alcuno degli incontri avuti né con il ministro Di Maio né con uno dei sottosegretari ma solo con figure di secondo piano: è il sintomo che non c’è interesse a lavorare per una idea di sviluppo della siderurgia, né a Terni, né in chiave nazionale».

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