Ast, morte Menichino: risarcita la famiglia

Terni: l’azienda e una compagnia assicurativa hanno liquidato la somma e nell’eventuale processo non figureranno parti civili

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L’udienza è stata interlocutoria ed in aula ci si tornerà a marzo, ma è servita a prendere atto che i familiari di Gianluca Menichino, l’operaio ternano 35enne morto il 9 gennaio del 2018, dopo sei mesi di agonia, in seguito al grave infortunio patito il 10 luglio del 2017 nel reparto Lac2/Pix1 dell’acciaieria di Terni, non faranno parte dell’eventuale processo. Ast, unitamente ad una compagnia assicurativa, hanno infatti liquidato un risarcimento ritenuto congruo – pur nella consapevolezza che nessuna somma potrà compensare l’enorme perdita – dalla famiglia Menichino, assistita dall’avvocato Marco Tudisco, che pertanto non si è costituita né si costituirà parte civile.

TERNI, COMMOSSO ADDIO A GIANLUCA MENICHINO

Udienza preliminare

Il procedimento penale vede indagate nove persone per omicidio colposo in relazione alla violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro: per loro la procura di Terni ha chiesto il processo e a decidere – sull’eventuale rinvio a giudizio o nel merito, in caso di accesso a riti alternativi – sarà il gip Barbara Di Giovannantonio. Si tratta di coloro che al tempo dei fatti ricoprivano i ruoli di direttore di stabilimento di Ast, direttore di produzione, il responsabile della produzione a freddo inox, i preposti alla produzione, alla manutenzione, alla gestione e manutenzione dei carriponte, al trattamento, il capo turno al trattamento, il capo turno alla manutenzione del reparto Pix1 di Ast. Fra i legali difensori dei nove figurano gli avvocati Andrea Garaventa, Attilio Biancifiori, Luciano De Luca e Pierguido Soprani.

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