Terni, commosso addio a Gianluca Menichino

Un’intera città si è stretta attorno agli amici e ai familiari del giovane operaio di Ast, morto lo scorso 9 gennaio dopo sei mesi di agonia

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Gianluca Menichino

Un’intera città stretta attorno ai familiari ed agli amici di un ragazzo buono, semplice e dal cuore d’oro. Per cercare di lenire un dolore profondo e insopportabile, nonostante la grande dignità e il coraggio con cui i cari di Gianluca Menichino hanno affrontato i sei lunghissimi mesi successivi l’incidente che ha segnato per sempre la loro vita e quella del giovane operaio ternano, morto a 35 anni lo scorso 9 gennaio.

Folla commossa L’abbraccio, sincero e sentito, è quello dei tanti che mercoledì mattina, nella chiesa di San Giovanni Bosco a Terni, hanno preso parte ai funerali dell’operaio Ast. A partire dai colleghi dell’acciaieria, in sciopero dalle 10 alle 14 per testimoniare la propria vicinanza e dare un segno tangibile di come certe cose, a prescindere da qualsiasi responsabilità che saranno i giudici a stabilire, non debbano più accadere. Un ulteriore segno di solidarietà viene dalle Rsu di Ast che hanno promosso e ottenuto la donazione di un’ora di lavoro da parte di tutto il personale all’associazione onlus Aladino. Attorno alla mamma Elena, al papà Gianni e alla sorella Giulia, presenti anche il questore di Terni Antonino Messineo, il prefetto Paolo De Biagi, il sindaco Leopoldo Di Girolamo, la vicepresidente della Camera Marina Sereni, il senatore Gianluca Rossi, il responsabile delle relazioni esterne di Ast Tullio Camiglieri e il capo del personale Luca Villa.

ADDIO A GIANLUCA: «CUGINO DI CITTA’»

Il dolore «Il calvario di una famiglia, e anche il pellegrinaggio di Gianluca, oggi ha la sua meta ultima e definitiva», ha detto il vescovo Giuseppe Piemontese nella sua omelia. «Dal 10 luglio scorso, giorno dell’incidente, tutti i componenti della famiglia Menichino, insieme agli amici e ai colleghi di Gianluca, hanno sperato, pregato, invocato la misericordia del Signore e accompagnato Gianluca nelle varie fasi di interventi medici e cure varie. Ma tutto si è concluso con la morte il 9 gennaio. Le nostre preghiere non sono state ascoltate; anche quelle che, insieme agli operai, avevamo rivolto al Signore nella messa di natalizia nelle acciaierie. Di fronte alla morte, prematura e tragica di Gianluca, come di ogni persona, che ci sta a cuore, gli interrogativi si affollano pressanti e la fede diventa vacillante. Ognuno si dà una qualche risposta che possa suonare conforto al dolore e sostegno alla vita che deve continuare. Oggi, con il nostro dolore, ci rivolgiamo a Gesù, che per Gianluca e tutti noi in questa messa, rinnova la sua morte per aprirci alla prospettiva della risurrezione e della vita nuova. E Gesù ci risponde con la Parola di Dio che è stata proclamata. Vogliamo aprire orecchie e cuore per accogliere il messaggio di speranza. A Gianluca è preparato e riservato un posto nella città santa, la nuova Gerusalemme».

Gli incidenti sul lavoro Il vescovo ha poi aggiunto che «ora siamo avvolti nella tristezza del distacco, forse nella rabbia per quanto è successo. Sì, sono troppi gli incidenti sul lavoro e sono una enormità gli oltre mille morti sul lavoro nel 2017 in Italia. Anche se il lavoro è frutto e conseguenza del peccato, non può trasformarsi in strumento di morte. È già tanta l’usura e la degenerazione progressiva della persona a causa della fatica. Ma non si può restare indifferenti di fronte ad un uomo, anche uno solo, che perda la vita per qualsiasi causa sul lavoro, fonte di sostentamento, di dignità umana e di santificazione cristiana. In questo momento, di fronte a tanto dolore per il fratello e amico, stroncato in giovane età, vogliamo anche cogliere il messaggio sulla preziosità della vita, da custodire con cura e attenzione, da non sciupare in azioni spericolate o in scelte nocive per la propria e altrui salute. E soprattutto comprendere che la vita è meravigliosa e ci è stata affidata dal Creatore per un fine nobile e per la nostra e altrui gioia e soddisfazione. Grazie Gianluca, ti salutiamo e ti diciamo arrivederci. Nella preghiera ti affidiamo a Gesù, che per te è morto e risorto. Noi crediamo e vogliamo condividere la certezza che ci ritroveremo insieme nella santa Gerusalemme, in paradiso, in una vita oltre la fatica, la disgrazia e la morte, una vita che non avrà fine».

L’indagine Il giorno del dolore è forse anche quello che ha restituito un po’ di pace a tutti, dopo mesi segnati dalla sofferenza e, più recentemente, dai necessari accertamenti giudiziari che hanno portato a svolgere i funerali del giovane due settimane dopo il decesso. La giustizia farà il suo corso per capire come siano andate davvero le cose e se ci siano responsabilità. Intanto però il pensiero è tutto per Gianluca, per quel ragazzo che una mattina è andato a lavorare ma che non è più tornato a casa.

«Necessità impegno congiunto» Il presidente della Provincia di Terni Giampiero Lattanzi, in una nota, formula le sue «più sentite condoglianze» ed esprime «vicinanza alla famiglia di Gianluca Menichino». Il presidente coglie l’occasione per ricordare che i dati 2017 indicano purtroppo un aumento di oltre l’1% di morti bianche in Italia». A tale proposito sottolinea come «anche questa morte sul lavoro all’Ast debba essere un ulteriore monito e stimolo per tutti a fare sempre di più e meglio per garantire il massimo livello di sicurezza sui luoghi di lavoro, affinché tragedie come questa di Terni e come tante altre in Italia non accadano più».

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