Ast, pressing sul governo: «Tavolo urgente»

Terni – Lettera della presidente Tesei dopo la nomina dell’advisor, tutto il centrodestra chiede a Conte e Patuanelli di intervenire

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Pressing del centrodestra sul governo, a partire dalla presidente della Regione Tesei, per accelerare i tempi di convocazione del tavolo sulla situazione della cessione di Acciai Speciali Terni, già richiesto dalla stessa governatrice il 25 settembre scorso. La nuova lettera è stata inviata lunedì da palazzo Donini al presidente del consiglio, Giuseppe Conte, e al ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, anche alla luce delle notizie dell’affidamento di alcune attività di advisoring, relative alla procedura di vendita, alla JP Morgan.

TUTTO SU AST

Tesei e Ricci

La governatrice: «Incontro urgente e necessario»

Al tavolo nazionale viene richiesta la presenza di ThyssenKrupp che proprio la scorsa settimana ha annunciato l’individuazione dell’advisor subito dopo l’incontro che la stessa Regione aveva avuto con l’amministratore delegato di Ast, Massimo Burelli, e della quale decisione l’ente regionale non era stato messo al corrente. «Le ragioni fin qui elencate e la rilevanza nazionale che assume la cessione di Acciai Speciali Terni – si legge in una nota di palazzo Donini – ha dunque indotto la presidente Tesei a rappresentare l’esigenza, condivisa dalle parti sociali incontrate venerdì subito dopo l’appuntamento con l’ad Burelli, di una presenza del governo italiano, nelle sue massime espressioni istituzionali, al tavolo di confronto nonché di una costante ed attiva attenzione circa l’evolversi della procedura».

Virginio Caparvi

La Lega: «Italia non sia passiva»

Ma non è stata solo la Tesei a far sentire la propria voce, visto che sul punto sono intervenuti anche i parlamentari della Lega, la capogruppo di FdI in Regione, Eleonora Pace, e il senatore dello stesso partito, Franco Zaffini. «Nella trattativa per la cessione di Ast Terni – scrivono i primi, in particolare Virginio Caparvi, Riccardo Augusto Marchetti, Barbara Saltamartini, Stefano Lucidi, Valeria Alessandrini, Luca Briziarelli e Simone Pillon – la ThyssenKrupp deve avere il governo nazionale come primo interlocutore, adesso basta fare da spettatori passivi alle scelte determinanti che riguardano il nostro Paese. L’Italia riacquisti il suo ruolo centrale in Europa. Ancora una volta siamo costretti a dover alzare la voce per far sì che il governo metta da parte ogni condizionamento proveniente dagli alleati europei e sia parte attiva di una compravendita che non può essere circoscritta ad un ‘affare tra privati’, ma che deve essere considerata in un panorama più ampio per le ripercussioni che potrà avere sull’intero sistema produttivo umbro e nazionale. In un contesto come quello attuale, dove il rilancio del tessuto economico fortemente provato dalle conseguenze della pandemia, dovrebbe essere al centro dell’agenda dell’esecutivo nazionale, non possiamo permetterci un depauperamento dei volumi di affari o una perdita del ruolo di centralità nel mercato mondiale dell’acciaio da parte dell’azienda ternana. La stessa Ast Terni, grazie ad un emendamento della Lega già approvato, rientra nei siti strategici all’interno della golden power e dunque il Governo, se vuole veramente difendere un asset strategico nazionale, ha tutte le carte per farlo. Queste – concludono i parlamentari leghisti – dovrebbero essere le prerogative di una trattativa degna di tale nome che coinvolga anche rappresentanti dei lavoratori e istituzioni locali e sulla quale il Governo è chiamato a vigilare, nell’obiettivo primario di salvaguardare i volumi produttivi e occupazionali. Allo stesso tempo chiediamo di non tenere il territorio all’oscuro di tutto, ma renderlo consapevole e partecipe delle scelte che verranno fatte».

Zaffini, Latini e Pace

Pace (FdI): «Non è trattativa privata»

«Il giochino del ‘tu sai che io so che tu sai’, che va in onda in queste ore sulla vicenda del futuro delle acciaierie di Terni – afferma la Pace -, fotografa con precisione il tasso di approssimazione che regna attorno a questa situazione, che rischia di aprire una nuova lunga fase di incertezze oscillanti tra le prospettive di investitori fantasma e una liquidazione soft che già può annoverare una progressiva perdita di competitività commerciale, proprio per l’incertezza che regna sul futuro. L’arretramento progressivo di questi anni, rispetto ad impegni assunti dalla multinazionale in tutti i contesti, è riuscito a far perdere persino il valore di vertenza nazionale alle questioni riguardanti le acciaierie di Terni, mentre l’Europa, prima sempre pronta a mettere bocca su ogni soluzione di livello qualitativo che non rispondesse agli interessi franco-tedeschi, oggi appare tranquillamente lontana dal ‘luogo del delitto’». Secondo la Pace «in questo momento non servono gli isterismi di demagoghi dell’ultim’ora, né le minimizzazioni di chi, facendo spallucce, dice che si tratta di una trattativa privata. No – rimarca il capogruppo di Fratelli d’Italia -, non è una vicenda privata, ma un segmento fondamentale dell’economia nazionale. Un interesse che attiene il lavoro italiano, la tutela delle produzioni ed il mantenimento dei livelli occupazionali. Il problema – osserva – non è che abbiamo poco tempo, la verità è che ne abbiamo perso troppo. Bisogna fare certamente presto, ma soprattutto agire bene affinché non accada, come in passato, che le decisioni di oggi siano solo l’ennesimo passo verso il baratro». Per Eleonora Pace è dunque «necessario che le istituzioni locali, insieme alle forze politiche e sindacali, tutte in uno sforzo corale ed unanime, rimettano con forza la vicenda Ast al primo punto della loro agenda. Bisogna chiedere al governo di uscire da un atteggiamento notarile ed affrontare la situazione in un’ottica di interesse nazionale, intervenendo concretamente a sostegno di soluzioni serie e producendo fatti nuovi e concreti. Vanno prefigurati – conclude la consigliera regionale – interventi pubblici finanziari che favoriscano l’individuazione di una compagine seria di acquirenti interessati».

Zaffini (FdI): «Tutti facciano la loro parte»

«La proprietà delle acciaierie Ast di Terni – sottolinea il senatore Zaffini – ha individuato l’advisor tecnico che imprime alla trattativa in corso sulla cessione dello stabilimento una netta accelerazione. Lascia allibiti l’assenza del governo in una situazione che coinvolge una produzione strategica per l’interesse nazionale. Si tratta di una vicenda che riguarda l’ultimo e più importante polo industriale di produzione dell’acciaio del nostro paese. Rispetto a questo percorso Fratelli d’Italia, in tempi non sospetti e fin dalle dichiarazioni del nostro presidente Giorgia Meloni, attribuì alla Ast di Terni un’importanza strategica e fondamentale tanto da prefigurare la necessità che lo Stato italiano si attivasse attraverso le possibilità offerte dall’esercizio dalla golden share, acquistando una quota di partecipazione pur minoritaria. Questo per non lasciare al mercato internazionale della produzione siderurgica un sito, quale quello di Terni, assolutamente strategico per l’Italia. Rilanciamo quindi come parlamentari di Fratelli d’Italia, insieme al collega deputato umbro Emanuele Prisco, la proposta che il governo si faccia carico della vicenda. La Regione Umbria, da par suo, bene ha fatto a richiamare il governo alle sue responsabilità. Sappiamo che il presidente Tesei ha chiesto per ben due volte al premier Conte e al ministro Patuanelli l’apertura di un tavolo e un coinvolgimento diretto ed immediato rispetto a questa situazione, senza paradossalmente aver ricevuto ancora alcuna risposta. Ognuno faccia la sua parte ma soprattutto il governo dimostri di essere in grado di gestire una crisi complessa quale quella della Ast di Terni e più in generale di occuparsi della gestione del comparto siderurgico a livello comunitario ed europeo».

Nevi con Tajani

«Coinvolgere tutti»

Per il deputato di FI Raffaele Nevi «bene ha fatto la presidente della giunta dell’Umbria Donatella Tesei a sollecitare nuovamente la convocazione di un incontro, al ministero dello Sviluppo economico, per il futuro di Ast. È notizia di pochi giorni fa dell’individuazione, da parte di Thyssenkrupp, dell’advisor tecnico per la vendita del sito di Terni: addirittura decisione questa tenuta all’oscuro dell’istituzione regionale. Tutti aspetti che chiedono un intervento diretto da parte del Governo nazionale. Ci troviamo di fronte, ad una vicenda che va ben al di là del contesto locale. Parliamo di un asset strategico per il Paese, unico stabilimento di acciaio inox in Italia. Per questo è fondamentale che il premier Conte e il ministro Patuanelli pongano il futuro di Ast Terni tra i temi di primaria importanza per garantire la salvaguardia dei livelli occupazionali e dei volumi produttivi. Torno quindi a ribadire, a distanza di poche ore, l’importanza della convocazione urgente del tavolo nazionale, da parte del Governo, con la proprietà tedesca, che veda il coinvolgimento delle parti istituzionali e sociali coinvolte».

 

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