Ast: «Sicurezza sempre più a rischio»

Le rsu criticano la gestione dell’azienda: «Spostamenti tra reparti, confusione e disinformazione»

Condividi questo articolo su

«In una fase di estrema delicatezza che Acciai Speciali Terni sta attraversando a fronte delle note vicende che la riguardano, i rischi di sicurezza e incolumità a cui la direzione espone quotidianamente i lavoratori è evidente e in costanza di evoluzione»: inizia così una dura presa di posizione delle rsu dell’acciaieria ternana, che tornano a puntare l’attenzione sull’organizzazione del lavoro all’interno dei reparti, anche dopo gli ultimi episodi. L’azienda ha intanto ufficializzato la fermata di luglio: i due forni fermeranno cinque e sei giorni ciascuno tra il 25 e il 31 luglio.

UMBRIAON – TUTTO SU AST

I dettagli

I delegati dei lavoratori sottolineano che«nonostante i sacrifici che da mesi gli stessi stanno affrontando, vedendo tra l’altro licenziati da un giorno all’altro parte dei loro colleghi di lavoro, devono anche fare i conti con una direzione aziendale che intende perpetuare in modo continuo, irresponsabile e inaccettabile, nella transumanza da reparti ad altri degli operatori e il tutto chiaramente in un contesto di piena confusione e di altrettanta disinformazione da loro stessi generata». Per questo la rsu, dopo aver già proclamato lo stato di agitazione, invita «tutti i lavoratori che come sempre avvenuto, in modo corretto e responsabile hanno dimostrato un’ampia disponibilità alle diverse richieste e esigenze operative, ad interromperla e a denunciare a rsu e rls tutte le anomalie che a fronte di una gestione operativa arrogante, superficiale e scorretta si stanno evidenziando».Le rsu si dicono anche disponibili ad »intervenire in merito a qualsivoglia segnalazione direttamente dove sufficiente o indirettamente attraverso l’ausilio di enti esterni preposti». «In assenza di segnali che vanno nella direzione del rispeto dei lavoratori, della serietà e della correttezza – concludono – , metteranno in campo tutte le iniziative di mobilitazione necessarie».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli