Ast: sindacati e Bandecchi il 16 ottobre in Regione. FdI e Lega all’attacco del sindaco

Da sciogliere i nodi energia, infrastrutture e discarica. Dal centrodestra bordate verso il sindaco di Terni

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TUTTO SU AST – UMBRIAON

Dopo la lettera fatta partire nei giorni scorsi dai sindacati alla volta delle istituzioni locali e nazionali, arriva da parte della Regione Umbria la convocazione di un incontro sullo scottante tema dell’Ast di Terni. L’appuntamento è per il 16 ottobre alle ore 15, alla presenza del sindaco Stefano Bandecchi che proprio lunedì è tornato ad attaccare con toni molto duri, alla sua maniera, l’azienda di viale Brin sulla questione ambientale, in particolare sul tema della bonifica della discarica. Per le organizzazioni sindacali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl sarà l’occasione, alla luce dello stallo nella firma dell’accordo di programma, di chiedere conto dei nodi ancora non sciolti, a partire da energia, infrastrutture e, sulla scorta delle ultime polemiche, della discarica.

Marco Cecconi

Cecconi (FdI): «Bandecchi patetico e imbarazzante»

Intanto nel pieno delle tensioni sindaco-azienda, il coordinatore comunale di Fratelli d’Italia, Marco Celestino Cecconi, dice la sua con una lunga nota: «Adesso basta. Bandecchi – scrive Cecconi – non si azzardi a creare inutili problemi alle acciaierie ternane. Non si azzardi a creare difficoltà che possano anche solo lontanamente mettere a rischio la faticosa riconquista di una proprietà tutta italiana dell’Ast. La pianti di usare quei toni triviali che, per ultimo, ha utilizzato anche nella sua più recente, stucchevole esternazione-Instagram per insultare questa volta la famiglia Arvedi. La pianti con le minacce, le parolacce, l’esibizione muscolare. Patetico e imbarazzante. La pianti con quei suoi continui tentativi di ‘rilanciare’ parlando d’altro, tanto per cercare di distogliere l’attenzione dalle questioni concrete, su cui evidentemente non riesce a dare risposte. La questione concretissima posta dall’Ast al Comune – osserva Cecconi – è molto semplice: le acciaierie rivogliono indietro i terreni, di proprietà Ast, che da decenni Comune/Asm utilizzano per la discarica. E li vogliono indietro bonificati. Ne hanno bisogno per implementare gli spazi a disposizione della fabbrica per smaltire i propri rifiuti (segno, per inciso, di una produzione in ottima salute e scusate se è poco). La bonifica di quell’area è un’emergenza che da anni ed anni il ministero dell’Ambiente chiede al Comune di Terni di risolvere. E non si dica che è colpa di ‘quelli di prima’ (espressione dietro alla quale Bandecchi & C. non si stancano di cercare di nascondere l’incapacità di governo di ‘quelli di oggi’) se finora non è stato fatto. Se per ‘quelli di prima’ si intendono le pluriennali amministrazioni di sinistra che il problema l’hanno creato, ok. Ma è escluso che l’amministrazione-Latini potesse misurarsi con questa emergenza: stretta nelle tenaglie del dissesto del bilancio dell’ente appena ereditato dalla giunta-Di Girolamo e con un accordo di programma per le acciaierie ternane che era ancora di là da venire. Proprio quest’accordo di programma – prosegue il coordinatore comunale di Fratelli d’Italia – rappresenta il vero spartiacque della faccenda: perché, per restare al tema, è un accordo dentro al quale la questione ambientale è centrale e si predispongono (e finanziano) soluzioni concrete. Gli enormi benefici sotto ogni punto di vista che quell’accordo porterà alla fabbrica, ai ternani, a Terni e all’Italia sono il frutto, sarà bene ricordarlo ancora una volta, del lavoro di anni di ‘quelli di prima’, intesi in questo caso come centrodestra, che poi per fortuna sono anche quelli che oggi governano l’Umbria ed il Paese. Sono il frutto di una svolta decisiva ed un’accelerazione impressi proprio dall’amministrazione-Tesei in Regione e dal governo-Meloni: alla ricerca di soluzioni concrete, punto per punto, problema per problema. Proprio quello che Bandecchi & C. non sanno proprio fare. Ed è così che si spiega l’inconsulta reazione di palazzo Spada. Insulti e minacce, tanto per cambiare via social. Insulti e minacce, anziché cercare soluzioni concrete (d’intesa con la proprietà di Ast, le altre istituzioni del territorio, i ministeri competenti), capaci di puntare all’unico obiettivo che conta: ovvero creare e mantenere le migliori condizioni possibili per il benessere fisico, sociale, economico della nostra comunità. La richiesta di Ast – prosegue Marco Cecconi – non può essere ignorata: di questo Bandecchi se ne faccia una ragione. Se fai il sindaco di una città che ospita una punta di diamante della produzione industriale italiana, una fabbrica unica nel nostro Paese a produrre un’eccellenza nazionale come l’inox, che dà lavoro e garantisce migliaia e migliaia di famiglie, è inutile e pericoloso buttarla in caciara, magari con il rischio di indurre in tentazione l’attuale proprietà dell’azienda – andare a fare acciaio altrove – se questo è il clima e questi sono gli interlocutori a livello locale. Adesso basta. Se fai il sindaco di Terni, non puoi essere incapace persino di avere un dialogo costruttivo con la principale impresa della città e della regione, tra le più importanti d’Europa. Adesso su questa faccenda sarà il governo nazionale, di concerto con il centrodestra ternano e l’amministrazione Tesei, a richiamare Bandecchi alla responsabilità del suo ruolo: e su questo ci siamo subito attivati. Sempre che Bandecchi abbia capito davvero che cosa significa fare il sindaco a Terni e non in un qualunque altro posto, dove magari bastano aiuole, vino e porchetta».

David Veller

Veller (Lega): «Continuano la risse verbali che danneggiano la città»

Sulla stessa linea, l’intervento del segretario provinciale della Lega Terni, David Veller: «L’atteggiamento ostile del sindaco di Terni nei confronti del Gruppo Arvedi che detiene la proprietà di Ast – afferma – non rappresenta un approccio utile a impostare un dialogo costruttivo per il bene del territorio ternano, anzi, alla lunga rischia solo di creare attriti tra le parti e conseguenze negative per la città. La politica non si fa con le provocazioni, ma avviando un confronto serio che tenga conto delle rispettive posizioni e soprattutto delle priorità legate alla salvaguardia dell’ambiente e della tutela della salute dei cittadini, senza dimenticare le tematiche fondamentali legate al lavoro, alla produttività e al ruolo dell’azienda in Italia e in Europa. Fondamentale da questo punto di vista – prosegue David Veller – l’impegno preso dalla Regione Umbria che ha convocato al tavolo regionale il sindaco di Terni e i sindacati territoriali, con lo scopo di elaborare congiuntamente delle strategie di azione adeguate. Ast Terni rappresenta circa il 15% del Pil regionale e garantisce quasi 2.500 posti di lavoro, senza contare le realtà che operano nell’indotto. Dal 2021 è tornata in mani italiane grazie all’impegno del Gruppo Arvedi, al quale non si devono imputare le mancanze del passato, ma con cui impostare un dialogo costruttivo affinché, grazie ad uno sforzo comune, si creino le condizioni per determinare quei connubi vincenti tra città e azienda e tra ambiente e lavoro, necessari allo sviluppo e alla crescita di Ast Terni. In questi primi mesi di governo cittadino il sindaco ci ha abituati a un atteggiamento ostile nei confronti di chiunque, dalla Regione all’Ater, passando per Trenitalia, Enel e il governo nazionale, ottenendo come risultato l’isolamento della città e l’annichilimento dei rapporti istituzionali determinati negli anni. La politica non si fa con i video social o con le minacce – conclude il segretario provinciale della Lega – si fa con intelligenza e capacità, battendo i pugni quando è necessario, ma prediligendo sempre la strada del confronto costruttivo tra le parti. La rissa verbale farà bene alla perpetua campagna elettorale del sindaco ma certamente sta penalizzando la città di Terni e quanto sta accadendo con Ast e il Gruppo Arvedi ne è un esempio lampante».

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