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Home » Ast taglia gli appalti, operai in ‘cassa’

Ast taglia gli appalti, operai in ‘cassa’

di Marco Torricelli
30 Settembre 2015
in Ast, Economia, Imprese, In evidenza, Lavoro
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
L'Ast di Terni

L'Ast di Terni

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di M.T.

Detto e fatto. Anzi, meglio. Manco il tempo di dirlo, che già la faccenda degli appalti che saltano all’Ast è finita su un tavolo di trattativa. Cioè, insomma: forse ‘trattativa’ è una parola grossa, perché martedì le segreterie di Fim, Fiom e Uilm insieme alle Rsu si sono incontrate con la direzione aziendale di ConsImec, alla presenza di Confindustria, «per esaminare – fanno sapere i sindacati – le ripercussioni aziendali e conseguentemente occupazionali, a fronte del mancato rinnovo della commessa di lavoro presso il sito ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni».

L’annuncio «Nell’incontro – dicono i sindacati – sono stati forniti i dati relativi all’entità dell’appalto e al numero complessivo dei lavoratori coinvolti, che risultano essere circa 80. L’azienda ha annunciato di non procedere allo scioglimento del consorzio e di usufruire degli ammortizzatori sociali in essere», oltre a confermare «la volontà e il massimo impegno nel ricercare anche in un contesto difficile nuove commesse di lavoro».

Gli impegni Poi, ovviamente, c’è l’impegno «di rivedersi a breve per verificare l’andamento della situazione, non escludendo l’ipotesi che parte dei lavoratori di ConsImec possa essere ricollocata» e, naturalmente, «le organizzazioni sindacali informano già da ora che indiranno assemblee specifiche per approfondire i temi trattati».

La comunicazione Sì, va bene. Ma se uno volesse provare a capirci qualcosa in più? Così, tanto per non fare un lavoro raffazzonato? Difficile: tra telefonini spenti, che squillano a vuoto o che si fa finta di non sentire. Però qualcosina, alla fine viene fuori. E non è un bel sentire.

I dettagli Intanto perché, pare – il condizionale è d’obbligo – che quando i sindacati parlano di «entità dell’appalto», in realtà si riferiscano al ‘monte ore’ che alle imprese consorziate in ConsImec verrebbe sfilato di mano: sarebbero 150 mila all’anno. Che, se corrisponde a verità la voce che parla di un costo orario – per Ast – di 22 euro, farebbe tre milioni e 300 mila euro di ‘commesse’ saltate. Solo di ore lavorative. Poi ci sono gli ‘annessi e connessi’ che, secondo qualcuno, valgono molto di più.

Confindustria Tanto che – somma qui e aggiungi lì – il ‘bagno’, per ConsImec varrebbe molto più del doppio. Non proprio bruscolini. E una cosa, tra le altre, che colpisce è, a fonte di questo, il silenzio – almeno questo appare all’esterno – di Confindustria: il consorzio ConsImec, se le informazioni sono esatte, fa parte della ‘parrocchia’ e, se i sindacati hanno il compito di tutelare i lavoratori, Confindustia ha quello di fare altrettanto con le imprese affiliate. Ma – stando alla nota di Fim, Fiom e Uilm – l’associazione datoriale ha presenziato all’incontro e avrà quindi anche preso atto della situazione. Ma tace.

Gli sviluppi Anche se – pure queste sono voci di corridio tutte da confermare – pare proprio che almeno una parte dei lavori di manutenzione che saranno ‘sfilati’ a ConsImec, potrebbero finire a Ternirisorse che, invece, parrebbe non essere iscritta al club. Il che fa crescere la curiosità su quelle che potrebbero essere le future mosse di Confindustria, stretta tra le possibili ambasce delle imprese locali ad essa aderenti e le esigenze di un ‘iscritto’ di un certo peso: ThyssenKrupp.

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